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CREMA&AMAREZZA

La credibilità di Alvini per un Cosenza passionale. Il pari del Catanzaro vale doppio

Oltre le aspettative, dopo un’estate di cambiamenti e polemiche, l’esordio di Lupi e Aquile. Dal mercato si attende il salto di qualità

Pubblicato il: 19/08/2024 – 9:04
La credibilità di Alvini per un Cosenza passionale. Il pari del Catanzaro vale doppio

Inizia il campionato di serie B e ritorna Crema&Amarezza, la rubrica che analizza il percorso di Catanzaro e Cosenza partita dopo partita. L’avvio della stagione 2024-2025 può dirsi positivo per entrambe, nonostante i tanti cambiamenti prodotti durante la fase estiva e un mercato ancora da completare. I Lupi hanno superato con pieno merito in casa la Cremonese grazie a un gol di D’Orazio, buon pareggio al “Ceravolo” per le Aquile che sono riuscite e riagganciare il forte Sassuolo grazie a Pontisso.

Il Cosenza che non ti aspetti: compatto, aggressivo e smaliziato

I tre punti conquistati ieri dal Cosenza contro la corazzata Cremonese non basteranno a far dimenticare alla tifoseria le delusioni di un’estate rossoblù a dir poco tormentata (dalla turbolenta cessione di Tutino al caso Marras, fino ad arrivare al deferimento della Figc, a un mercato considerato sottotono e al costo dei biglietti aumentato), ma di certo aiutano a rasserenare momentaneamente l’ambiente. Pur essendo ancora incompleta e con una difesa in piena emergenza, la squadra di Massimiliano Alvini si è mostrata sorprendentemente compatta, grintosa, tonica e smaliziata, molto di più di un avversario sulla carta più esperto e con qualità superiori. I Lupi hanno corso dal primo all’ultimo minuto di gioco, hanno pressato alto non dando respiro ai grigiorossi, apparsi incapaci di opporre resistenza di fronte alla vivacità dei vari Kouan, Florenzi, Ciervo, Dalle Mura e D’Orazio. E, forse, non è un caso che il gol vittoria di questa prima stagionale del Cosenza in serie B, sia stato siglato proprio dal capitano che a 34 anni per niente suonati, ha confermato tutto il suo attaccamento alla maglia che indossa (con qualche parentesi altrove) dal 2017.
Insomma, tutto molto bello, attenzione però a non esaltarsi troppo. L’ottima partenza del Cosenza è un segnale rassicurante in vista del prossimo futuro, ma non deve distogliere l’attenzione dalle lacune che ogni anno di questi tempi si presentano puntualmente dalle parti di Via degli Stadi. Da qui in avanti si attendono novità rilevanti in chiave mercato dal direttore sportivo Gennaro Delvecchio e nell’organizzazione societaria dal silente direttore generale Giuseppe Ursino. Il cuore buttato oltre l’ostacolo da Mazzocchi e soci e l’ottimo lavoro svolto da Alvini fin qui (i segnali positivi erano emersi già nella gara di Torino in Coppa Italia), sono riusciti a nascondere la netta differenza tecnica che divideva Cosenza e Cremonese, ma è chiaro che nell’arco della lunga stagione cadetta servirà tanto altro per evitare il peggio.

Crema: va detto chiaramente, un esordio tanto convincente del Cosenza non se lo aspettava nessuno, compreso Alvini, esaltato dal pubblico del “San Vito-Marulla” al 90′. Il pessimismo che ha accompagnato la vigilia della sfida contro la Cremonese, è stato soppiantato dalla prova maiuscola dei rossoblù che, come evidenziato dallo stesso allenatore a fine gara, insieme all’equilibrio, hanno messo in campo grande passione. Non ce ne voglia D’Orazio, ma la prima “crema” stagionale del Cosenza la diamo proprio al tecnico toscano, cuore pulsante e mai statico di questo gruppo giovane e forse un po’ troppo snobbato di calciatori per lo più provenienti dalla C. E non solo per la vittoria meritata contro i lombardi. In questa estate di immancabili disastri gestionali e comunicativi del club che gli paga lo stipendio, Alvini è riuscito a non perdere mai la bussola, ha stretto i denti, non le ha mandate a dire e, nel frattempo, ha lavorato sodo con quel poco che aveva a disposizione, raggiungendo così il suo primo traguardo: risultare credibile. Che in una piazza calda e schizofrenica come Cosenza non è mai poca cosa.

Amarezza: non ha più senso pensare ai gol (persi per strada) di Gennaro Tutino, ma è indubbio che ad agosto quasi terminato in tanti si aspettassero dalla coppia Delvecchio-Ursino qualcosina di più dal mercato, soprattutto nel reparto offensivo. Fumagalli (nota lieta della partita di domenica), Mazzocchi (trascinatore) e Zilli (in crescita e da tenere) sono elementi affidabili e di valore, ma a questa squadra manca come il pane un attaccante che la metta dentro con continuità. Che non vuole dire necessariamente trovare in giro uno da 20 gol come l’ex bandiera napoletana finita alla Samp. Il Cosenza di Alvini crea e spreca tanto e contro la Cremonese avrebbe potuto dilagare. Invece ha vinto di misura grazie a un gol di un difensore. Qualcosa vorrà dire. (Francesco Veltri)

Catanzaro, un pareggio che vale come una vittoria

Buona la prima! Al cospetto del Sassuolo fresco di retrocessione dalla Serie A, categoria nella quale ambisce subito a tornare, il Catanzaro conquista un pareggio che vale come una vittoria.
Innanzitutto, per la prestazione offerta. La squadra di Caserta è padrona del campo, gestisce la manovra e mette in seria difficoltà la più quotata compagine guidata dal campione del Mondo Fabio Grosso. Solo due grossolani errori dei giallorossi spianano la strada ai neroverdi. Il primo capitalizzato da Mulattieri, il secondo (quel pallone perso da Petriccione a metà campo grida vendetta), porta al rigore concesso in pieno recupero che Laurienté spedisce alle stelle. Il tutto in piena emergenza senza gli squalificati Brignola, Scognamillo e Pittarello e l’infortunato Compagnon e con una panchina imbottita di giocatori della Primavera e in cui figurava anche Koutsoupias ancora non al top.
Ma il pari contro i neroverdi vale come una vittoria anche per l’entusiasmo che ha subito riacceso nella piazza. Non convinta da un mercato e un precampionato forse al di sotto delle aspettative, la gente di fede giallorossa nutriva seri subbi sulle reali potenzialità del gruppo chiamato a chiudere con il passato e ad aprire una nuova era.
Ieri sera i 12.500 del Ceravolo si sono dovuti ricredere. Il Catanzaro c’è, è rimasta la voglia di tenere ben saldo il pallino del gioco in mano, di costruire dal basso con il fondamentale apporto di Pigliacelli (straordinario anche tra i pali in due circostanze), ma si è vista una maggiore propensione alla verticalizzazione, una più spinta volontà di cercare subito la via del gol.
Di certo non può essere una partita e una prestazione (seppure convincente) a fare primavera, ma le idee e la grinta visti contro il Sassuolo sono un buon viatico per il lungo cammino che attende le aquile.

Crema: come non menzionare, tra le note più liete, il gol di Simone Pontisso straordinario interprete nel 3-5-2 disegnato da Caserta per l’occasione. L’assistenza di Biasci merita gli applausi, la sua conclusione, di rabbia e precisione, in avvio di ripresa merita, invece, la copertina. Ma tra gli aspetti da sottolineare positivamente ci sono anche le prestazioni dei nuovi, Pagano su tutti. Il talento del vivaio della Roma si è mostrato utilissimo nel ruolo in passato interpretato da Sounas. Da mezzala ha difeso con ordine, spinto quando ha trovato gli spazi e cercato la via del gol, fallito per pochi centimetri. Bene però anche Bonini e Ceresoli.

Amarezza: la panchina corta, si spera ancora per poco. Questa l’unica amarezza in una serata comunque positiva. Caserta opera solo tre cambi dei cinque possibili nell’arco della gara. Inserisce Pompetti per Pontisso, Volpe per Biasci e Krajnic per Ceresoli. Per il resto può far poco e poco ha a disposizione. Abbiamo detto delle assenze per squalifica e infortunio che hanno di certo ridotto al lumicino le possibilità di scelta per il tecnico di Melito Porto Salvo. Ma qualcosa manca ancora anche dal mercato. Nei prossimi giorni sono attesi diversi colpi, da Cassandro a Seck, passando per Della Morte e Coulibaly. (Stefania Scarfò)

Foto Us Catanzaro e Cosenza calcio

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