CIVITA Un dolore che non si placa. Civita ricorda le dieci vittime della piena del Raganello a sei anni esatti dalla tragedia che funestò la Calabria e l’Italia: a perdere la vita – tra escursionisti e turisti – Antonio Santapaola e Carmen Tammaro, la cui figlioletta fu salvata dagli uomini del Soccorso alpino, Myriam Mezzolla e Claudia Giampiero, Paola Romagnoli, Gianfranco Fumarola, Carlo Maurici e Valentina Venditti, Imma Marrazzo e Antonio De Rasis, la guida del gruppo, originaria di Cerchiara.
Il 20 agosto 2018 furono travolti da un’onda provocata da uno sbarramento a monte e da una improvvisa e violenta pioggia: una massa d’acqua impressionante si accumulò a causa dei detriti accumulati e al cedimento della “diga” e si scaricò sugli escursionisti presenti in quel momento nelle gole del torrente. Per tanti sono rimaste impresse le drammatiche immagini dei soccorsi proseguiti fino a notte inoltrata, le bare in fila nella palestra della scuola di Civita, lo strazio dei parenti delle vittime che ancora non si danno pace, le polemiche sul sistema di allerta meteo, l’inchiesta giudiziaria con il sequestro del sito e il processo a Castrovillari.
Una tragedia che ancora non ha trovato la sua conclusione, una ferita che resterà probabilmente aperta per sempre. «Quanto avvenne quel funesto giorno è per noi qualcosa che non dimenticheremo mai, cosi come saremo sempre vicini al dolore incommensurabile dei familiari delle dieci vittime», ha avuto modo di dichiarare il sindaco di Civita, Alessandro Tocci.
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