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West Nile, la Regione alza il livello d’attenzione: ecco il piano di sorveglianza – IL DOCUMENTO

La struttura commissariale della sanità adotta lo strumento di risposta alla febbre gialla. Cosentino e Crotonese potenziali aree a maggiore rischio

Pubblicato il: 22/08/2024 – 19:52
West Nile, la Regione alza il livello d’attenzione: ecco il piano di sorveglianza – IL DOCUMENTO

CATANZARO La Regione alza il livello d’attenzione contro la febbre West Nile, nota anche come “febbre gialla”, la cui causa della viene generalmente attribuita ad un virus del genere Flavivirus che si trasmette prevalentemente attraverso la puntura di un particolare tipo di zanzara, Aedes aegypti. Con un decreto approvato nei giorni scorsi, la struttura commissariale guidata dal presidente della Regione Roberto Occhiuto ha adottato il piano di “Sorveglianza e risposta ai virus della West Nile e Usutu in Regione Calabria – anno 2024”: il piano, che ha avuto l’ok del ministero della Salute, è stato predisposto dal Settore Sanità Veterinaria del Dipartimento Salute e Welfare della Regione Calabria, ed è consultabile al termine dell’articolo. Secondo quanto si legge nel documento, in base alle indicazioni ministeriali sono considerate aree ad alto rischio di trasmissione le province di Cosenza e di Crotone: in provincia di Cosenza si sono registrati alcuni focolai nel 2023 e quest’anno, nel Crotonese la West Nile ha circolato in passato (2011) e nel corso del 2022 quando si sono avuti due focolai in allevamenti avicoli rurali. A basso rischio di trasmissione invece sono considerate dalle autorità sanitarie le altre tre province calabresi. Secondo l’Istituto superiore di Sanità, da maggio a oggi in Calabria si è registrato un caso di West Nile.

Incubazione e sintomi

L’Istituto superiore di Sanità specifica che «i serbatoi del virus sono gli uccelli selvatici e le zanzare (più frequentemente del tipo Culex), le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione all’uomo. Altri mezzi di infezione documentati, anche se molto più rari, sono trapianti di organi, trasfusioni di sangue e la trasmissione madre-feto in gravidanza. La febbre West Nile non si trasmette da persona a persona tramite il contatto con le persone infette». L’Iss quindi aggiunge: «Il periodo di incubazione dal momento della puntura della zanzara infetta varia fra 2 e 14 giorni, ma può essere anche di 21 giorni nei soggetti con deficit a carico del sistema immunitario. La maggior parte delle persone infette non mostra alcun sintomo. Fra i casi sintomatici, circa il 20% presenta sintomi leggeri: febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei. Questi sintomi possono durare pochi giorni, in rari casi qualche settimana, e possono variare molto a seconda dell’età della persona. Nei bambini è più frequente una febbre leggera, nei giovani la sintomatologia è caratterizzata da febbre mediamente alta, arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari. Negli anziani e nelle persone debilitate, invece, la sintomatologia può essere più grave. I sintomi più gravi – conclude l’Iss – si presentano in media in meno dell’1% delle persone infette (1 persona su 150), e comprendono febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti. Nei casi più gravi (circa 1 su mille) il virus può causare un’encefalite letale».

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