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Forno e briganti, il polo museale “diffuso” con cui Panettieri vuole combattere lo spopolamento

La storica dell’arte Anna Cipparrone illustra il progetto di SkyLab: «Strutture inclusive in linea coi requisiti del Sistema museale nazionale»

Pubblicato il: 28/08/2024 – 7:34
di Eugenio Furia
Forno e briganti, il polo museale “diffuso” con cui Panettieri vuole combattere lo spopolamento

COSENZA Pane e brigantaggio, il binomio – unico nel suo genere – su cui Panettieri fa leva per contrastare lo spopolamento attraverso un turismo consapevole e un’offerta culturale innovativa. Situato nel centro storico di Panettieri, piccolo comune della Valle del Savuto in provincia di Cosenza già noto e fortemente caratterizzato dal Presepe Vivente, il Museo del Brigante e del Pane si configura – al netto della doppia collocazione – come un unico polo culturale diffuso finalizzato a fornire al viaggiatore nuovi occhi e nuove conoscenze per apprezzarne la storia e le bellezze culturali e paesaggistiche. Il cuore pulsante del borgo cosentino alle pendici del Reventino chiarisce ulteriormente un’azione di governo incentrata sul recupero dei valori del territorio e sulla loro diffusione in termini di conoscenza, cura e attrattività. Sorto per volontà di coloni provenienti dalla vicina Scigliano, il borgo di Panettieri è da sempre stato legato al ruolo e all’importanza della vicina Abbazia di Santa Maria di Corazzo, edificata dai monaci attorno al 1050; una delle più importanti abbazie medievali ove si insediò il noto abate Gioacchino da Fiore prima del 1177.

La storica dell’arte Anna Cipparrone – che tra archeologia, storia e musei vive e lavora, avendo tra le altre cose lanciato il progetto Consentia Itinera – spiega al Corriere della Calabria il nuovo allestimento progettato da SkyLab. «Luogo di memoria dei valori identitari del territorio, restituiti attraverso il connubio tra beni materiali e narrazioni digitali, il Museo grazie alla sua dislocazione nei luoghi simbolo del centro storico, ne racconta la storia millenaria, la sua più antica attività ovvero la panificazione nonché la celebre figura del brigante Giosafatte Talarico e di altri personaggi».

Come coniugare questi aspetti con la nuova tendenza del turismo che si fa sempre più “esperienziale”?
«Grazie agli itinerari che propone sul territorio calabrese alla volta dei luoghi dei briganti e dei viaggiatori, il Museo si configura come un’occasione nuova e permanente di riscoprire luoghi nascosti, borghi, elementi del patrimonio, del gusto e delle tradizioni locali della Calabria. La storia di Panettieri, piccolo borgo della provincia di Cosenza, è millenaria e consente di penetrare a fondo nelle vicende culturali, sociali, politiche ed economiche della Calabria di un tempo e, in modo particolare, nella realtà territoriale del XIX secolo. Il Museo intende raccontare la storia di Panettieri con una nuova lettura degli eventi, andando a fondo nelle radici di quei fenomeni che hanno caratterizzato la Calabria dell’Ottocento rendendola meta di viaggiatori di tutta Europa all’epoca del Grand Tour e rendendo “esperienziale”, appunto, la primaria attività degli abitanti del luogo: la panificazione».

Un nuovo racconto della storia, non più “calato dall’alto” ma scritto dall’interno?
«Proprio così: e per fare ciò, il Museo, strutturato in quattro ambienti immersivi, propone un racconto emotivamente coinvolgente della storia locale e del brigante Giosafatte Talarico, giovane alle prese con lo studio della medicina che, per difendere la sorella dall’onta della violenza subita, uccise, si diede alla macchia e divenne brigante. Ed è proprio il tema del brigantaggio post unitario, sviluppatosi in Calabria nell’Ottocento, il focus del Museo. Esso sarà raccontato dall’esperienza di Giosafatte Talarico che ne rappresenta l’esperienza esemplificativa ma anche dai viaggiatori del Grand Tour che hanno lasciato numerose testimonianze del paesaggio calabrese e dell’incontro/scontro con i briganti».

Un recente adagio mutuato dalla politica dice che “con la cultura non si mangia”. Panettieri può ribaltare questa narrazione, facendo leva sul suo polo museale per ripopolarsi e rilanciare economia e turismo?
«Il Museo intende essere volano per lo sviluppo culturale e sociale del borgo nonché attrattore turistico grazie al sistema di relazioni che intesse con soggetti pubblici e privati presenti sul territorio, con la partecipazione a iniziative e contesti nazionali e internazionali, tramite la formazione dei giovani (attraverso Pcto con gli istituti scolastici superiori e tirocini universitari), attraverso l’educazione al patrimonio promossa nel proprio piano educativo permanente e diversificato. Grazie al piano strategico degli eventi, il Museo intende offrire al piccolo centro di Panettieri una opportunità nuova di partecipazione culturale e sviluppo socio-economico».

Il museo dedicato al brigante Giosafatte Talarico

Può anticiparci qualcosa sul nuovo allestimento dei musei?
«Il Museo del Brigante di Panettieri si ispira ed è conforme alla definizione Icom approvata a Praga nell’agosto 2022, su revisione della precedente risalente al 2007, che recita: “Il museo è un’istituzione permanente senza scopo di lucro e al servizio della società, che compie ricerche, colleziona, conserva, interpreta ed espone il patrimonio culturale, materiale e immateriale. Aperti al pubblico, accessibili e inclusivi, i musei promuovono la diversità e la sostenibilità. Operano e comunicano in modo etico e professionale e con la partecipazione delle comunità, offrendo esperienze diversificate per l’educazione, il piacere, la riflessione e la condivisione di conoscenze”. In possesso dei requisiti minimi essenziali, di un piano educativo permanente e interdisciplinare, di un programma di attività e di una fitta rete di relazioni con altri soggetti pubblici e privati, il Museo del brigante si adopera per conseguire i Luqv (Livelli uniformi di qualità, ndr) validi per l’accesso al Sistema Museale Nazionale».

Come sarà strutturato il percorso per i visitatori?
«Il Museo immerge il visitatore nella storia dell’Ottocento calabrese, della sua fenomenologia storico-sociale, politica ed economica, per assurgere a polo di sviluppo culturale e sociale del piccolo centro e dell’intero hinterland grazie alla sua attrattività. Il Museo consta di uno spazio centrale, hub dell’esperienza che intende offrire al visitatore tra le vie del borgo, nonché di uno spazio all’aperto e di un antico forno. L’esperienza che offre, dunque, è interdisciplinare, accessibile, inclusiva e volta all’innovazione tecnologica poiché nel suo interno il Museo utilizza un linguaggio innovativo, basato sul connubio tra oggetti e tecnologie digitali e propone al visitatore un racconto coinvolgente della storia del territorio e del Brigante nel confronto con l’immagine che i viaggiatori eruditi del Grand Tour avevano di tali figure e del paesaggio incantevole ma spesso arduo, calabrese».

L’antico forno nel Museo del pane
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