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L’omicidio Bellocco e l’ombra sul derby delle curve: la prima sfida per i “fratelli di Milano”

Sullo sfondo del match tra Milan e Inter il delitto commesso da Beretta contro il rampollo del clan di Rosarno. I nuovi equilibri e i fari puntati sugli ultrà

Pubblicato il: 22/09/2024 – 7:00
di Giorgio Curcio
L’omicidio Bellocco e l’ombra sul derby delle curve: la prima sfida per i “fratelli di Milano”

LAMEZIA TERME Una sfida dal retrogusto amarissimo. Il campo decreterà quale sarà la squadra migliore di Milano e segnerà il destino sportivo di una o dell’altra squadra. Sugli spalti, invece, si giocherà un’altra partita, quella condizionata dagli ultimi fatti di cronaca e che hanno segnato il capoluogo lombardo ma, soprattutto, il cuore dei tifosi.

L’omicidio di Totò Bellocco

Il “derby della Madonnina” tra Milan e Inter, di scena questa sera a “San Siro” non sarà una partita come tutte le altre e la classifica e la panchina rossonera traballante di Fonseca c’entrano fino ad un certo punto. Sullo sfondo, quasi come un’ombra non troppo silenziosa, l’omicidio di Antonio Bellocco, il classe ’88 rampollo dell’omonimo clan di ‘ndrangheta, ucciso il 4 settembre per mano dell’ormai ex capo ultrà dei nerazzurri, Andrea Beretta, ristretto nel carcere di Opera a Milano. Totò Bellocco sarebbe entrato nella Curva Nord perché il clan, come già era accaduto anche per altre cosche, avrebbe fatto “pressioni” per essere parte di quel mondo e soprattutto per spartire i proventi dei business. Questo sarebbe il racconto di Beretta fornito agli inquirenti. Bellocco si lamentava, però, perché, a suo dire, avrebbe ottenuto solo le “briciole” e per quel motivo sarebbero sorti contrasti con Beretta. Il resto è storia: in auto la discussione davanti alla palestra di Cernusco che, poi, portò all’omicidio, con Beretta che aveva paura, anche sulla base di confidenze di altri, che Bellocco lo volesse ammazzare. 

tifosi milan derby bellocco

Amicizie e legami in frantumi

Un legame da tifosi, un’amicizia e una vita andati in frantumi, con un fatto di sangue che influenzerà inevitabilmente la reazione del tifo nerazzurro in occasione dell’attesissimo derby di Milano, guidata ora da Renato Bosetti, classe 1970, fondatore del gruppo Old Fans. Il nuovo “responsabile” della Curva Nord ha alle spalle Daspo e denunce per resistenza a pubblico ufficiale, detenzione di armi e reati da stadio. Il derby tra curve si preannuncia, dunque, spaccato e, dalla parte nerazzurra, senza coreografie. La Nord, infatti, avrebbe scelto di saltare un turno, accompagnando la squadra in campo solo con delle bandiere nerazzurre che sventoleranno prima del via. Occhi puntati anche sulla reazione degli ultrà della Sud del Milan.

Il mondo ultrà sotto accusa

Al di là dell’aspetto legato ai recenti risultati non proprio esaltanti, infatti, si attende dal tifo rossonero almeno un messaggio rivolto ai “cugini” nerazzurri. L’omicidio di Antonio Bellocco, infatti, è stata l’occasione per osservare da molto vicino quelli che sono i rapporti tra ultrà di fazioni opposte che, spesso, alle contrapposizioni feroci per il tifo preferiscono rapporti di amicizia anche molto stretti. E non è un caso, infatti, se proprio la sera precedente all’omicidio del rampollo dei Bellocco, si sia disputata una partitella a calcetto tra i “fratelli di Milano”. Da una parte alcuni ultrà dell’Inter tra cui proprio Bellocco, Beretta e un altro capo della Nord Marco Ferdico, dall’altra alcuni membri della Sud di Milano, tutti riuniti per festeggiare il compleanno del portavoce della Nord, Marco Ferdico. Una festa che sarà ricordata a lungo, l’ultima occasione – forse – per vedere tutti insieme.

bellocco_fratelli di milano_Cuturello

I “fratelli di Milano”

Tra questi, attraverso alcune storie apparse su Instagram, avevamo segnalato la presenza di una figura importante nelle dinamiche della criminalità organizzata calabrese ovvero Alfonso Cuturello. L’uomo “ombra” della Sud, infatti, è il figlio di Roberto Cuturello, nipote di Romana Mancuso, Giovanni Rizzo e di Peppe ‘Mbrogghia Mancuso, ed è quindi considerato dagli inquirenti appartenente all’ambiente ‘ndranghetista dei Mancuso. Il classe ’88, inoltre, è nipote di Salvatore Cuturello e Domenico Campisi, ucciso in un agguato di stampo mafioso a Nicotera il 17 giugno del 2011. Il suo nome è tra i 70 imputati nel processo nato dalla maxinchiesta “Adelphi”, il blitz della Dda di Catanzaro che avrebbe svelato – oltre 10 anni fa – le rotte del narcotraffico tra il Sudamerica e il territorio di Vibo Valentia, lungo l’asse che dai clan calabresi portava ai cartelli e ai narcos della Colombia e del Venezuela.
Tra amicizie, tradimenti e gli interessi legati ad un business in ascesa, il mondo ultrà nerazzurro in occasione del derby della Madonnina preferirà stare in “silenzio”. L’auspicio è quello di far passare le nuvole e sperare che i riflettori si spengano presto. Anche se il conto, comunque, si paga alla fine. E quale sarà il prezzo non è ancora chiaro. (g.curcio@corrierecal.it)

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