MILANO Esponenti della Curva Sud del Milan in contatto con gli ambienti legati alla ‘ndrangheta calabrese. È uno degli aspetti principali dell’inchiesta della Distrettuale antimafia di Milano che ha portato, questa mattina, all’arresto di 19 persone di cui 16 in carcere e tre ai domiciliari.
Le indagini, come riporta il gip nell’ordinanza, forniscono l’idea di «un progressivo avvicinamento tra delinquenza da stadio e ‘ndrangheta dagli sviluppi ad oggi non prevedibili». Il dato è comunque di interesse in quanto testimonia «la pericolosità del sodalizio criminoso milanista» annota il gip, in grado di potersi appoggiare e di avvalersi di soggetti di rilevante spessore. A dimostrazione di quanto ricostruito dalla Dda milanese, viene riportato un episodio particolare risalente alle festività natalizie del 2022 e legato ad uno degli arrestati di oggi, Luca Lucci, classe ’81.
Lucci, secondo l’accusa, avrebbe avuto il ruolo di «promotore e organizzatore, coordinando l’attività degli altri sodali, distribuendo i compensi derivanti dalle attività illecite che gravitano attorno allo stadio Meazza, avrebbe istigato alle attività illecite i componenti della associazione, mantenendo i rapporti con il tifo organizzato di altre squadre e ratificando le attività illecite dei suoi sodali».
«(…) 1000 per 30… 1000 macchine?… 30 mila a partita!!! Oooh!!! a partita! Ooouh… facciamo 80 mila al mese! punto e basta! punto e basta!!!…». È il 26 dicembre 2022, Lucci è ai domiciliari, ma all’interno della sua abitazione gli inquirenti registrano la presenza di svariati personaggi della “Curva Sud” del Milan. Il gruppo parla della possibilità di occuparsi, in maniera remunerativa, dei parcheggio dello stadio Meazza, ma discutono anche su eventuali indagini che li riguardano, citando un tale Jacopo, con Lucci che dice: «(…) si devono fare la croce sopra. Loro hanno beccato il PM più forte… qui a Milano, in Italia… loro si devono fare il segno della croce… si dicono le robe, le cose…sento in giro di quelle robe…cazzo le mani tra i capelli!». Da quanto è emerso dall’inchiesta, inoltre, Luca Lucci avrebbe legami con altri due soggetti legati alla ‘ndrangheta ma non indagati in questa inchiesta. Il primo – non indagato in questa inchiesta – sarebbe legato a Domenico Papalia, classe ’83, figlio di Antonio, appartenente all’omonima famiglia di ‘ndrangheta orbitante nell’area Milanese tra Corsico e Buccinasco.
Dalle indagini tecniche coordinate dalla Dda di Milano e come riportato dal gip nell’ordinanza, sarebbero emerse anche le “ambizioni” imprenditoriali di Luca Lucci. «Il suo ruolo di capo della Curva Sud» annota il gip nell’ordinanza «gli avrebbe consentito di tessere, soprattutto con noti artisti italiani tra i quali Fedez, Emis Killa, Lazza, Tony Effe, Cancun, Gue Pequeno» scrive il gip, relazioni di carattere lavorativo nel settore musicale che avrebbe consentito a Lucci di «aumentare, in maniera esponenziale, e con pochissimi controlli, i propri guadagni, avviando preliminari accordi tesi a gestire i concerti di tali artisti, sia sul territorio nazionale e in particolare in Calabria, sia internazionale» facendo leva, in questo caso sul “fedelissimo” e finito in carcere Islam Hagag, classe ’88 di Milano «già in contatto con alcuni imprenditori operativi nel settore, molti dei quali di origine calabrese» annota il gip nell’ordinanza. Tra questi vengono sottolineati i nomi di un imprenditore di San Gregorio d’Ippona, uno di Reggio Calabria e un organizzatore di eventi musicali in una discoteca sul litorale di Gioia Tauro.
Altri rapporti emersi dall’inchiesti e riportati dal gip nell’ordinanza riguardano poi quelli con un classe ’94, figlio della cugina di un altro soggetto pregiudicato arrestato in una recente operazione perché considerato «organico al locale di ‘ndrangheta di Rho». Il nome di Hagag, inoltre, è comparso sul sito ticketone.it in qualità di organizzatore del concerto di Fedez previsto in un locale di Roccella Jonica per il 6 agosto 2024 e di tutti gli altri eventi previsti in quello stesso locale nel mese di agosto, oltre che quello di altri artisti attivi nel settore che si esibiranno, grazie alla mediazione di Hagag e della “Why Event” di Lucci in altri locali tra Catanzaro Lido, Corigliano Calabro e Gioia Tauro.
Hagag, inoltre, grazie alle sue entrature calabresi, «avrebbe ottenuto l’autorizzazione allo svolgimento di una serie di eventi in Calabria, nel Comune di Roccella Jonica, interfacciandosi direttamente con soggetti dell’amministrazione locale», riporta il gip nell’ordinanza. «(…) facciamo tutto a Roccella. Roccella è una bella piazza…». Hagag, proprio in virtù degli eventi da organizzare nel comune calabrese, ha spiegato in una conversazione intercettata come a suo favore fossero intervenuti alcuni soggetti a lui vicini, parlando di un certo “cugino Ciccio”. Secondo quanto ricostruito si tratterebbe di un uomo di Platì, figlio di Rocco Barbaro noto come “U Sparitu”, «uno dei più importanti elementi della ‘ndrangheta del mandamento jonico» annota il gip nell’ordinanza. (redazione@corrierecal.it)
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