CATANZARO Prima la colluttazione, poi l’accoltellamento al torace e la fuga. È quanto contestato a Daniele Furriolo di 24 anni, Daniel Ciambrone di 23 anni e Vittorio Boccuto di 24 anni, i tre indagati per la rissa con accoltellamento avvenuto a Catanzaro Lido la notte del 28 settembre. La vittima è stata ricoverata in ospedale con «pneumotorace con ferita aperta al torace» che lesione sia all’area polmonare che cardiaca. Il gip Luca Bonifacio ha disposto il carcere per Daniele Furriolo, difeso dall’avvocato Michele De Cillis, accusato di tentato omicidio per aver colpito con il coltello il petto del giovane, e i domiciliari per Daniel Ciambrone (avvocato Fabrizio Costarella) e Vittorio Boccuto (avvocato Vittorio Coscarella) accusati di favoreggiamento. Gli indagati sono difesi anche da Sergio Lucisano e Armodio Migali. Tutti sono accusati di omissione di soccorso. Alla base dell’aggressione, ricostruiscono gli investigatori, ci sarebbero stati motivi “sentimentali” data la relazione intrattenuta tra la vittima e l’ex di Furriolo.
La notte tra il 27 e il 28 settembre, gli agenti di Polizia hanno trovato la vittima (difesa così come il padre da Antonio Lo Monaco mentre la madre è difesa da Valerio Murgano) gravemente ferita e a pochi metri di distanza il manico del coltello e la lama «presumibilmente staccatasi per la violenza del fendente». Una volta ricoverato in ospedale, è stato lo stesso giovane a riferire, tramite il padre, l’identità dei suoi aggressori. Questi, durante la serata, avrebbero notato la vittima e, dopo essersi accostati, sarebbe stato Daniel Furriolo, secondo il racconto di Boccuto, a invitarla «a unirsi a loro e salire in macchina». Nel veicolo sarebbe partita la colluttazione, prima con Ciambrone poi con Furriolo, quest’ultima degenerata nell’accoltellamento all’esterno della macchina. A quel punto «i tre presi dal panico risalivano in macchina e si allontanavano».
Furriolo e Ciambrone si sono presentati autonomamente in Questura il giorno dopo, con il primo che, nella sua versione, ha riferito che la vittima «era un suo amico e i rapporti si erano incrinati quando questo aveva iniziato ad uscire con la sua ex fidanzata». Ma sarebbe stato lui, secondo il racconto dell’arrestato, «a nutrire astio nei suoi confronti e di avere esternato propositi offensivi nei suoi riguardi». In particolare, la sera del 27 avrebbe manifestato un atteggiamento «ostile e con frasi minacciose» e, soprattutto, ad estrarre il coltello e colpirlo sulla mani sinistra. Una ricostruzione, per il gip, «sconnessa e inverosimile» sia perché in parte «confutata dalle dichiarazioni di Boccuto» sia per quanto riguarda l’uso del coltello. Per Furriolo, dunque, disposto il carcere e l’accusa di tentato omicidio, favoreggiamento e omissione per Ciambrone e Boccuto, entrambi ai domiciliari. (Ma.Ru.)
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