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Spezzano della Sila è la porta di un mondo che non ha fretta

Oltre a Camigliatello, esiste un pezzo di mondo fiabesco: riserva sorprese bellissime, che aspettano solo di essere vissute

Pubblicato il: 03/10/2024 – 14:48
di Daniela Malatacca
Spezzano della Sila è la porta di un mondo che non ha fretta

COSENZA Spezzano della Sila è la porta di un mondo che non ha fretta. Qui tutto parla piano. Nel borgo, le case in pietra, le chiese come quella di San Biagio e i vicoli stretti, raccontano storie di una comunità che vive in sintonia con quella montagna che ne ha plasmato il carattere nel corso dei secoli. Il Comune di Spezzano Sila è parte attiva di questo equilibrio. Lavora per sostenere il “sistema paese” fatto del tessuto sociale, delle tradizioni e di territorio, con riguardo continuo alle iniziative culturali e al rispetto della natura. Il paese nasce a circa 800 metri di altitudine sui primi contrafforti dell’altopiano silano, quella parte che geograficamente definiamo Presila, e che si affaccia anche sulla valle del Crati. Già questo lascia intendere di quali panorami si possa godere da qui. Anche se molto vicino alla città di Cosenza, Spezzano ha mantenuto forte e integra la sua storia, senza lasciarsi contaminare. Ecco, la percezione è proprio questa. C’è una fierezza così solida nei suoi abitanti che quasi sorprende. Sicuramente, come accade anche in altre comunità, ci sono degli elementi particolarmente aggreganti. Qui, al centro, ci sono anche le tradizioni religiose che ruotano intorno, in particolare, sulla Festa di San Francesco di Paola. Fu proprio qui che il Santo venne a fondare nel XV secolo l’Eremo della Santissima Trinità. Ogni anno, nel mese di settembre, l’eremo che si trova nella parte più alta dell’abitato, diventa il nucleo della tradizionale festa che coinvolge tutti indistintamente, e in cui è possibile percepire quanto la devozione sia ancora così autentica. La statua del Santo passa in processione per le vie del paese, sempre seguita dalla storica banda musicale “Romualdo Rizzo”, accompagnata da preghiere e canti. Questo è anche il momento della Coccìa, una pietanza a base di grano bollito e carne. Richiede una lentissima preparazione e qui, in ogni casa, si fa a gara per preparare quella più buona. È un piatto antico, ma anche un gesto semplice che unisce comunità e fede. La festa si chiude sempre con uno spettacolo di fuochi d’artificio roboanti e certamente è annoverata tra le più sentite tradizioni della Calabria.

Lago Cecita

Il territorio di Spezzano è vastissimo – circa 80 km² – e si estende prepotentemente nel Parco Nazionale della Sila. Per salire sull’altopiano, ci sono due possibilità: percorrere la strada statale che lo taglia velocemente in due, oppure, nel nome della scoperta lenta del territorio, si può percorre il vecchio tratto di strada che da Spezzano porta fino a Monte Scuro, una delle tre vette più alte insieme a Monte Curcio e Monte Botte Donato. È però la strada conosciuta anche per la gara automobilistica della Coppa Sila, nata nel 1924, che parte ogni anno dal comune di Spezzano e si conclude proprio nei pressi di Monte Scuro. Un tracciato – questa volta attraversato in velocità – veramente magnifico. Si copre un dislivello di appena 561 metri in una gara che non è solo competizione, ma anche un modo, per i temerari in corsa, di scoprire la bellezza di un paesaggio fatto di salite, discese e soprattutto viste spettacolari che si aprono all’improvviso. Indipendentemente dalla scelta dell’itinerario, si svela davanti agli occhi tutta la maestosità di una montagna che rappresenta uno dei paesaggi più antichi d’Italia, e ospita al suo interno una grande varietà di habitat: dalle foreste di pini larici e faggi alle praterie, e ai laghi di origine artificiale che punteggiano l’altopiano. Una biodiversità ricca, con specie di fauna come il lupo, il cervo e il falco pellegrino, e flora autoctona che cambia volto a seconda della stagione. Un territorio che ha sempre chiesto rispetto e tutela. È così che è nato il Parco Nazionale nel 1997. Si trattò solo di una istituzione formale all’inizio, che divenne definitiva solo nel 2002, dopo lunghe battaglie per proteggere un territorio unico, dalla biodiversità straordinaria.
Tutto questo ovviamente prelude ad altre bellissime sorprese. C’è infatti un angolo della Sila dove gli alberi sono diventati dei veri e propri giganti. Si tratta della Riserva Naturale dei Giganti del Fallistro che ospita pini larici e aceri montani che superano i 45 metri di altezza. Sono veri e propri colossi, colonne di una cattedrale naturale silenziosa. Curata dal FAI (Fondo Ambiente Italiano), la riserva è teatro di tantissimi eventi come per esempio le “Sere FAI d’Estate”, serate speciali in cui si può fare trekking al tramonto, oppure di notte l’osservazione astronomica ad occhio nudo del cielo stellato. Racconti di costellazioni e miti sotto il cielo dei Giganti sopravvissuti ai secoli e alle tempeste.

Si può viaggiare tranquillamente dai colossi naturali alla lillipuziana chiesetta di San Lorenzo, sorta proprio qualche anno fa lungo il bordo del Lago Cecita, il più grande bacino artificiale della Sila. Ogni anno, ad agosto, accoglie un pellegrinaggio che conduce i fedeli lungo i sentieri montani. Si parte infatti, la notte, dalla chiesa dei Santi Roberto e Biagio di Camigliatello Silano, seguendo il cammino fino al lago, dove si celebra la messa tra le prime luci del giorno. Un percorso di preghiera e di contatto con la natura. La chiesina – pur nella sua essenzialità, e per via della sua collocazione così suggestiva – è diventata uno dei luoghi più “instagrammati” e condivisi sui social, tanto da richiamare da lontano coppie che vogliono celebrare qui le proprie nozze.
Siamo sempre nel territorio di Spezzano, sempre sulla strada che corre lungo il lago. Tra fattorie, mucche al pascolo e distese di campi di patate che sono un bel vedere, si trova il Centro Visita “Cupone”, un altro luogo dove la Sila si racconta. Si sviluppa tra un museo naturalistico veramente ricco, un orto botanico e un’area faunistica dove si possono osservare cervi, caprioli, lupi e rapaci in semilibertà. Si caratterizza per la fitta presenza di pino laricio, con esemplari monumentali ancora in vita. Qui un tempo c’era solo una segheria, trasformata poi in un luogo dedicato alla difesa e alla conservazione ambientale. Sentieri didattici portano attraverso le foreste, con pannelli informativi che descrivono la flora e la fauna locale. C’è anche un percorso sensoriale per non vedenti e un piccolo arboreto. Vecchie fornaci, un tempo utilizzate per la produzione del carbone, sono state restaurate per raccontare le antiche attività silane. La gestione del centro è garantita dall’Ente Parco Nazionale della Sila insieme al Reparto Carabinieri per la Biodiversità di Cosenza.

Terra di storie

La Sila è una terra popolata di storie, quelle di una vita agreste ed essenziale, terra certamente di emigrazione negli anni, ma anche luogo cercato – e trovato – dai viaggiatori di un tempo. Il Parco Letterario Old Calabria segue proprio le tracce dei viaggiatori stranieri che hanno descritto questi luoghi, da Norman Douglas a Edward Lear. E poi c’è La Nave della Sila – il Museo Narrante dell’Emigrazione – ospitata in un’antica vaccheria, che racconta invece le storie di migrazione, di chi è partito e ha cercato altrove una vita migliore, ma anche di chi poi alla fine è rimasto. Un viaggio attraverso immagini, testimonianze e oggetti, che riportano alla luce un legame profondo con questa terra.
E come si partiva, se non con la macchina a vapore che attraversava l’altopiano? Quel treno c’è ancora, con le sue vecchie carrozze, destinato però ai tanti turisti che salendo sul Treno della Sila vivono un’esperienza che riporta a un’altra epoca. La vecchia locomotiva a vapore percorre la linea a scartamento ridotto tra Camigliatello Silano e San Nicola Silvana Mansio, la stazione più alta d’Italia. Il viaggio attraversa boschi fitti e vallate silenziose, lontano dalla velocità della strada. Si ascolta il ritmo delle bielle e degli sbuffi, si respira l’odore del carbone bruciato, e il paesaggio scorre lento, come in un film che racconta una Calabria diversa, lontana, ma che è esistita per davvero.

In mezzo a tutto questo, Camigliatello Silano, che è frazione di Spezzano. È il centro montano per eccellenza, in tutte le stagioni, proprio per via della sua posizione. D’inverno le piste innevate attirano famiglie e appassionati di sci, ma con l’estate sui sentieri che partono da qui, ci si avvia a fare trekking, mountain bike, e passeggiate tra i boschi, e tutte le attività outdoor perfettamente organizzate. Qui si trova e si cerca di tutto per provare a placare la golosità: i prodotti locali sono richiestissimi e tanti sono i produttori di formaggi, miele, conserve, salumi, frutti di una terra generosa. È un luogo che vive delle sue ricchezze, di stagioni – di tutte e quattro in questo caso – con i sapori che variano e si adattano ad esse.

Castagne, funghi e profumi di bosco

Così, quando arriva l’autunno – che non è solo stagione di castagne – Camigliatello diventa il posto prescelto dal Comune di Spezzano per rinnovare ogni anno la Sagra del Fungo. In Sila, la raccolta dei funghi è un rito antico che si è trasformato in economia. Quando è stagione, i boschi attorno a Spezzano si popolano di “cercari”. Sono loro che conoscono i segreti della foresta, sanno dove spuntano i porcini, i galletti, le mazze di tamburo. E sono sempre posti tenuti segreti, se non tramandati fra generazioni. Certamente la raccolta è ancora una fonte, almeno parziale, di sostentamento per molte famiglie. I funghi finiscono infatti sulle tavole di casa e sui banchi dei mercati locali, alimentando una filiera che coinvolge venditori e ristoratori. La Sila vive anche di questo, del suo prodigo sottobosco che offre prodotti rinomati e ricercati anche nei migliori negozi gastronomici in Italia e nel mondo. Non è però una raccolta senza regole: il Parco e i comuni fissano infatti limiti precisi per proteggere l’equilibrio dei boschi.

Quest’anno la Sagra del Fungo si preannuncia da record, non solo perché è la sua 55ª edizione, ma anche perché intende superare il primato delle 100mila presenze del 2023. Intanto con un assaggio, è il caso di dire, con l’anteprima del 5 e 6 ottobre. Poi, nelle date centrali del 12 e 13, tutti gli stand gastronomici, gli show cooking e, ovviamente le promettenti degustazioni. Nell’organizzazione della Sagra c’è tutto il grande lavoro dell’Amministrazione comunale di Spezzano Sila, del Gal Sila e della Proloco di Camigliatello Silano, che hanno predisposto “Autunno in Sila”, un contenitore di eventi più ampio che proseguirà con “Calabria a Km Zero” (19 e 20 ottobre), il festival dedicato ai prodotti locali e all’agricoltura sostenibile. Spesso, chi dice Sila dice Camigliatello. A giusta ragione perché è il luogo di arrivo, è il centro del commercio tipico, è la seconda casa per tanti, e poi ci sono gli alberghi e i ristoranti. E d’inverno si scia. Oltre a Camigliatello, nell’area di Spezzano Sila esiste però un pezzo di mondo fiabesco, che riserva sorprese bellissime, che aspettano solo di essere vissute.
(redazione@corrierecal.it)

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