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Da Limbadi a Milano le “pressioni” delle ‘ndrine su Beretta: «Due calabresi mi minacciarono»

L’ombra di Cuturello e dei Mancuso. Agli atti dell’inchiesta della Dda la deposizione dell’ultrà dell’Inter

Pubblicato il: 04/11/2024 – 6:35
di Giorgio Curcio
Da Limbadi a Milano le “pressioni” delle ‘ndrine su Beretta: «Due calabresi mi minacciarono»

LAMEZIA TERME «Un pomeriggio sono stato avvicinato da tre uomini, di cui uno mi è sembrato di riconoscerlo come un frequentatore della Curva Nord. Questo rivolgendosi a me, ha presentato i suoi due amici, millantando una loro appartenenza a una nota famiglia calabrese legata alla ’ndrangheta, sempre con fare minaccioso mi hanno accusato di non aver sostenuto economicamente tale “Mimmo Hammer” un frequentatore della Curva Nord che in quel momento detenuto». È il 31 ottobre 2022 quando, in un verbale, Andrea Beretta racconta agli agenti della Questura di Milano di un episodio che lo riguardava. In quel frangente, infatti, gli agenti avevano aperto un fascicolo dopo la morte di Vittorio Boiocchi, storico capo ultrà dell’Inter.

Berro e i due calabresi

«(…) mi hanno detto che loro volevano “parcheggiare a Vittorio” facendo intendere che era loro intenzione estrometterlo dalla gestione della Curva Nord», racconta ancora Beretta. «Io ho reagito dicendo che loro non avevano il diritto di intromettersi nei nostri affari, in quel momento i due “calabresi” si sono allontanati da me con la scusa di fumare una sigaretta lasciandomi solo con quello che me li ha presentati… ho avuto l’impressione che stessero mettendo alla prova la mia lealtà e volevano vedere le mie reazioni alla loro proposta di estromettere Vittorio dagli affari», confessa ancora “Berro” agli agenti della Questura milanese.



Bellocco, Ferdico e i dissidi con Boiocchi

Le indagini, coordinate dalla Distrettuale antimafia di Milano, avviata a marzo dello scorso anno, avevano consentito di mettere insieme i primi tasselli di un puzzle complicatissimo, in cui nomi e volti di soggetti legati alla ‘ndrangheta calabrese appaiono e scompaiono periodicamente. A volte con l’intenzione di intimidire. Molto tempo prima, dunque, rispetto all’omicidio di Antonio Bellocco, il rampollo del clan di ‘ndrangheta omonimo, ucciso lo scorso 4 settembre proprio da Andrea Beretta, già in carcere ma coinvolto anche lui nell’inchiesta “Doppia Curva” della Distrettuale antimafia di Milano. Secondo le indagini, dunque, Beretta sarebbe entrato in conflitto proprio con il defunto Boiocchi, fortemente collegato ad un altro soggetto chiamato “Marchino” e poi identificato in Marco Ferdico, classe 1985, gravitante nel gruppo dei “Viking” della Curva Nord, anche lui finito in carcere nel blitz delle scorse settimane. Ferdico, secondo il quadro accusatorio, supportato da soggetti calabresi legati alla cosca dei Mancuso di Limbadi, avrebbe avuto in animo «di escludere Boiocchi dal direttivo della curva per acquisire la gestione degli affari economici del gruppo ultrà interista». E, a fronte del suo rifiuto, «maturava il proposito di una eliminazione fisica dello stesso», annotano ancora gli inquirenti.

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Limbadi

Gli inquirenti già lo scorso anno avevano inserito agli atti una intercettazione risalente al 20 agosto del 2023. A bordo della sua Ford, Ferdico è stato ascoltato mentre parlava con un soggetto calabrese, un tale Stefano Arena che gli inquirenti non sono riusciti ad identificare. «(…) se volevi passare da me sei ospite!» dice questo soggetto a Ferdico che replica: «Ma dove scusa fratello, a Limbadi? Tu sei di Limbadi proprio? C’ho amici a Limbadi…», e fa il nome di un soggetto già noto alle forze dell’ordine ovvero Alfonso Cuturello. «(…) il nipote… uno dei nipoti di Mancuso!». «Minchia, strano che non lo conosci se sei di Limbadi». Il riferimento di Ferdico è proprio al classe ’88 con precedenti di polizia per reati inerenti al traffico di droga, rapina, ricettazione e detenzione di armi clandestine. Cuturello, che non è indagato in questa inchiesta, è invece a processo per l’operazione “Adelphi” nata da una indagine delle Distrettuale antimafia di Catanzaro.

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I Cuturello e i Mancuso

Gli approfondimenti investigativi degli agenti della Questura milanese hanno consentito di individuarlo come figlio di Roberto Cuturello, nipote di Salvatore Cuturello. Il legame dei fratelli Cuturello con la famiglia Mancuso «è dato anche, e soprattutto, dal rapporto di coniugio esistente tra Salvatore Cuturello e Francesca Mancuso» annotano gli inquirenti, quest’ultima figlia di Peppe ‘Mbrogghia.
Proprio Cuturello, come aveva già riportato il Corriere della Calabria, il 24 settembre 2023, in occasione dell’inaugurazione della nuova attività “Italian Ink” appare nelle storie condivise sui social, in compagnia di Fabiano Capuzzo, Islam Hagag, tutti e due finiti in carcere proprio nell’operazione “Doppia Curva” della Dda di Milano. (g.curcio@corrierecal.it)



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