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Processo “Reset” a Cosenza, l’apertura della presidente della Corte d’Assise

«Condivido l’adeguamento dell’aula 1. Anche altre aule siano dotate di microfoni e apparecchiature necessarie»

Pubblicato il: 12/11/2024 – 17:07
di Fabio Benincasa
Processo “Reset” a Cosenza, l’apertura della presidente della Corte d’Assise

COSENZA La “battaglia” dei penalisti cosentini prosegue. Gli avvocati impegnati nel Collegio difensivo del processo scaturito dall’inchiesta “Reset” continuano a chiedere che la celebrazione del medesimo procedimento prosegua nella «sede naturale» del tribunale di Cosenza. Una richiesta avanzata nei giorni immediatamente successivi al nubifragio che si è abbattuto sul lametino provocando l’inagibilità dell’aula bunker di Lamezia Terme, sede storica dei maxi processi, e reiterata anche nel corso dell’odierna udienza nell’aula bunker di Castrovillari. Una sede che i penalisti non approvano, tanto da aver inizialmente deciso di non presenziare al processo in segno di protesta. Una decisione poi rivista. Sul “caso” però giungono, oggi, due novità importanti. La prima riguarda l’annuncio di una interrogazione parlamentare da parte del vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Alfredo Antoniozzi (ne abbiamo parlato qui), la seconda invece riguarda una missiva che il presidente di Sezione della Corte d’Assise di Cosenza ha inviato alla Corte d’Appello di Catanzaro, al presidente del Tribunale di Cosenza, ed ai presidenti della Camera penale di Cosenza e del Coa di Cosenza.

La lettera

«Ho appreso dalla stampa delle iniziative intercorse con il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Cosenza per adeguare l’aula 1 della Corte di Assise di Cosenza (qui il nostro articolo), al fine di accogliere Il Tribunale Collegiale per la celebrazione del processo “Reset” (…) tengo a manifestare la mia condivisione rispetto all’adeguamento dell’aula di Corte di Assise», scrive la presidente. Che poi aggiunge: «Ho l’obbligo di manifestare che la sola aula della Corte di Assise non è sufficiente per lo svolgimento di tutta l’attività giurisdizionale che in essa dovrebbe essere convogliata. Non solo ed in primis le udienze dei procedimenti di competenza della Corte di Assise, ma altresì le udienze collegiali del secondo collegio».
La presidente, nella missiva, sottolinea anche «l’imminente arrivo del maxi procedimento “Recovery” di competenza del Tribunale collegiale di Cosenza, con circa 300 imputati ed altrettanti capi d’imputazione, che renderà presto necessario reperire altra aula idonea alla sua celebrazione, anche perché sarà inevitabile la contemporaneità della trattazione con il processo “ Reset”».
La presidente suggerisce una possibile soluzione. «Ritengo opportuno che anche l’aula numero 9, della stessa capienza, dimensione e caratteristiche dell’Aula numero 1 debba essere dotata di ulteriori microfoni per le parti processuali, cosi anche di un numero maggiore di apparecchiature telefoniche che consentano la comunicazione, in maniera riservata tra difensori e parti presenti in videoconferenza. Entrambe le aule attrezzate sono predisposte add on Cartabia (…) vi è anche l’aula 16 , di dimensioni pressoché analoghe all’aula 1 ed all’aula 9, un tempo sede delle udienze della Corte di Assise di appello, che potrebbe essere attrezzata, al pari delle prime due, o eventualmente essere utilizzata come aula di appoggio di una delle due più grandi, in collegamento con esse, per ospitare il pubblico ed i praticanti procuratori».
La chiosa. «Devo sottolineare come il Tribunale di Cosenza gode di aule di dimensioni e caratteristiche tali da consentire di evitare le trasferte dispendiose, presso le quali, in passato, sono stati celebrati maxi processi come “Missing“, “Tela del Ragno“, ed ancor prima, “Twister” e “Tamburo“, tutti con un consistente numero di imputati, peraltro presenti in aula in epoche in cui le videoconferenze erano desuete o residuali». (f.b.)

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