REGGIO CALABRIA Una delle sale del nucleo redazionale della TgR Rai della Calabria presente a palazzo Campanella, sede del Consiglio regionale, è da oggi intitolata al giornalista Pietro Bellantoni. Ad un anno dalla sua prematura scomparsa, il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, d’intesa con i vertici regionali e nazionali della testata giornalistica regionale ha deciso di onorare la figura di quello che è stato da tutti definito un cronista di razza ed una brava persona. Prima della cerimonia di scopertura della targa accanto alla sala dedicata a Pietro Bellantoni, Mancuso ha avuto un colloquio privato con la famiglia del giornalista: la moglie Ketty, i genitori, la sorella. Accompagnato dal capo di gabinetto Domenico Macrì e dal portavoce Romano Pitaro, Mancuso, assieme al vice presidente della Giunta regionale Francesco Pietropaolo, ha anche ricevuto il capo redattore della sede Rai della Calabria Riccardo Giacoia, Roberto Pacchetti condirettore della TgR, Daniele Macheda, segretario dell’Usigrai (il sindacato dei giornalisti Rai) e il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà. Poi l’incontro pubblico nella sala “Federica Monteleone” di Palazzo Campanella, che ha preceduta la breve cerimonia davanti alla sala intitolata a Pietro Bellantoni.
«Alla tristezza della sua scomparsa – ha detto Mancuso – vogliamo oggi contrapporre la gioia del suo perenne ricordo. Una intitolazione per riconoscere il merito che gli spetta professionalmente, ma anche come degno rappresentante della categoria dei giornalisti». «Iniziamo oggi un percorso, la targa è un primo atto»- ha detto Pacchetti, che ha definito Bellantoni «un cronista di razza e una gran bella persona», anticipando per il prossimo anno, in occasione del 10mo anniversario della sua prematura scomparsa, anche l’intitolazione della sala montaggio, al cinegiornalista Pino Anfuso, e di una seconda sala del nucleo redazionale ad un altro indimenticato protagonista della Rai calabrese, il giornalista Franco Bruno. Nel portare i saluti del presidente Occhiuto e dell’intera Giunta, Pietropaolo ha ricordato l’impegno di Bellantoni a fianco della presidente Jole Santelli e, successivamente, accanto a Nino Spirlì, che la sostituì. «Una scelta, quella del Consiglio regionale – ha detto – che rappresenta il segno tangibile di cos’era Pietro nella sua professione, con un profondo senso etico personale e professionale da apprezzare, e, per quanto riguarda la sua famiglia, da amare». «Sono stato tra i più felici – ha detto Giacoia – di ritrovarmi all’indomani del concorso per la selezione dei giornalisti, uno bravo come Pietro in redazione». Ma si è detto, nello stesso tempo, rammaricato per una ramanzina che fece al giornalista dopo un servizio poco soddisfacente, «quando nessuno di noi e nemmeno lui sapeva ancora del male che stava minando la professionalità e la vita di Pietro. Uno come lui sarebbe stato una grande garanzia di pluralismo e di verità». «Quando sono stato assunto non conoscevo nessuno in Rai – ha raccontato Marco Innocente Furina – Conoscevo solo Pietro, un collega che tutti sapevamo di dover leggere per essere meglio e dettagliatamente informati». «Un ragazzo che aveva raggiunto il grande sogno, per quelli della nostra generazione, di lavorare in Rai – ha ricordato Falcomatà -. Lui a questo obiettivo ci è arrivato per merito e quando si raggiunge un traguardo professionale per merito è anche una conquista di libertà».
«Una scelta giusta, felice e opportuna quella di intitolare la sede Rai del Consiglio regionale alla memoria di Pietro – ha precisato nel suo intervento Falcomatà – .per quelli come me e Pietro, cresciuti negli anni Ottanta, la Rai rappresentava una sorta di entità ultraterrena, di conseguenza, per chi come lui ha coltivato il sogno di fare la professione di giornalista, lavorare in Rai rappresentava il non plus ultra. Lui a questo obiettivo è arrivato per merito, dovendo dire grazie solo a se stesso, alle persone che lo hanno supportato, alla sua famiglia e agli amici. E quando si raggiunge un traguardo professionale per merito, perché nessuno ce lo ha regalato, si conserva una libertà che difficilmente si può riscontrare se a quel risultato invece si è arrivati attraverso una scorciatoia. È molto bello che la sede Rai sia intitolata a Pietro che incarna e personifica l’idea di giornalista libero e d’inchiesta, che assicura la pluralità nel diritto di informazione, la cronaca asciutta degli eventi come è importante che faccia il servizio pubblico, come è importante che faccia la Rai». «Il tempo ci dirà – ha aggiunto il sindaco – il passare degli anni ci renderà orgogliosi di questa giornata perché legheremo per sempre l’immagine di Pietro a quella del servizio pubblico della Rai e del nostro territorio. L’impegno ulteriore che vogliamo assumere oggi è quello di immaginare qualcosa che renda non solo imperituro il ricordo di Pietro, come l’intitolazione di oggi, ma come Città metropolitana e come Comune diamo la piena disponibilità alla famiglia di iniziare a pensare a come tenere ulteriormente vivo il suo ricordo e il esempio».
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