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«Il Processo Reset sia celebrato a Cosenza», gli avvocati cosentini proclamano lo stato di agitazione

«Aule del tribunale attrezzate e più belle di tutti i Palazzi di Giustizia dislocati sul territorio calabrese»

Pubblicato il: 14/11/2024 – 13:02
«Il Processo Reset sia celebrato a Cosenza», gli avvocati cosentini proclamano lo stato di agitazione

COSENZA Il Consiglio dell’ordine degli avvocati di Cosenza ha proclamato «sin d’ora» lo stato di agitazione, «che valuterà, nel prosieguo, se dovrà assumere la forma dell’astensione da tutte le udienze». L’annuncio, giunto attraverso una lunga nota firmata dalla presidente Ornella Nucci, arriva dopo la decisione di spostare il processo Reset a Castrovillari e non a Cosenza. Nel documento inviato alla presidente della Corte d’Appello di Catanzaro, al Procuratore Generale Presso la Corte d’Appello di Catanzaro, alla presidente Reggente del Tribunale di Cosenza, alla presidente della Sezione Penale del Tribunale di Cosenza, alla presidente della Corte d’Assise di Cosenza e alla presidente della Camera Penale di Cosenza viene evidenziato come gli avvocati non siano una «parte eventuale del processo. Ed è forte il rammarico, quando la percezione di essere visti così ci pervade. Avremmo voluto confrontarci a viso aperto, tutti insieme, per discutere di quanto sta accadendo con la celebrazione itinerante del cd processo Reset e, invece di essere parti contrapposte, avremmo voluto lavorare, insieme, ad ipotesi di future soluzioni. E, invece, non solo quella occasione di confronto è mancata, ma l’annullamento dell’incontro previsto per le ore 12 odierne, presso la Presidenza della Corte d’Appello, ci è stato sbrigativamente comunicato attraverso la telefonata di una segretaria. Magari, anche una garbata telefonata istituzionale avrebbe reso meno amaro il boccone. Ed, allora, dopo il nostro Consiglio odierno, abbiamo deciso di farvi pervenire per iscritto le nostre richieste e determinazioni. E, prima di ogni cosa, vi chiediamo: pensate sia un diritto del Consiglio dell’Ordine quello di sapere esattamente come funziona il Tribunale nel quale operano i propri iscritti, che sono poco meno di duemilacinquecento Avvocati? Noi crediamo di si. E siamo anche consapevoli di avere anche, oltre al diritto, il preciso dovere di contribuire a vigilare sul buon funzionamento degli Uffici giudiziari, che ci deriva proprio dalla legge».

«Aule del tribunale di Cosenza più belle di tutti i Palazzi di Giustizia dislocati sul territorio calabrese»

«È balzata agli onori della cronaca nei giorni scorsi – prosegue il Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Cosenza – la questione della inagibilità dell’Aula Bunker di Lamezia, sommersa da acqua e detriti, e possiamo solo immaginare quali pressioni vi siano per l’immediato (seppur costosissimo) ripristino della funzionalità di un’aula, descritta in ogni dove come una specie di meraviglia di tecnologia, che, però, una (provvidenziale) pioggia ha rischiato di spazzare via. Ora, non abbiamo difficoltà a comprendere che quanti hanno pensato che quell’Aula potesse essere il biglietto da visita della Calabria, oggi stiano cercando di correre ai ripari. Ci sta. Ma ci sta anche che gli avvocati cosentini coltivino la legittima aspettativa di poter celebrare i processi nel Tribunale di Cosenza, struttura che, non solo, come tutti i Tribunali edificati negli ultimi decenni, è realizzata in cemento armato e, dunque, certamente più sicura, ma che, al suo interno, è anche dotata delle Aule più belle di tutti i Palazzi di Giustizia dislocati sul territorio calabrese. Aule spaziose, alcune delle quali, per es., la n. 1 (Corte d’Assise), la n. 9 (dibattimento collegiale), la n. 16 (oggi Aula Gop/Gup ed un tempo Corte d’Assise d’Appello), sviluppano una metratura complessiva di oltre 400 mq! Oltre quattrocentometriquadrati! Aule, dunque, non solo molto più spaziose di quelle presenti nei diversi Tribunali dislocati sul territorio calabrese (Catanzaro, Crotone, Vibo Valentia, Lamezia, Castrovillari e Paola), dove tranquillamente si celebrano altri maxi-processi, ma alcune (la n. 1 e la n. 9) anche dotate di vetri antisfondamento sulle finestre, oltre che di strumentazioni più che dignitose, per i videocollegamenti con le carceri e per consentire l’ordinato e sicuro svolgimento delle udienze. E, d’altra parte, basta leggere la nota diramata, non dagli Avvocati, bensì dalla Presidente della Corte d’Assise di Cosenza, Dott.ssa Paola Lucente, per scoprire che “..le aule attrezzate n. 1 e n. 9 sono predisposte add on Cartabia per le videoconferenze e le videoregistrazioni ed attualmente hanno in dotazione, rispettivamente, n. 10 microfoni e n. 6 telefoni (la prima) e n. 14 microfoni e 7 telefoni (la seconda).” Di più! Continua, ancora, la Presidente Lucente: “Peraltro vi è anche l’aula 16, di dimensioni pressochè analoghe all’aula 1 ed all’aula 9, un tempo sede delle udienze della Corte d’Assise di appello, che potrebbe essere attrezzata, al pari delle prime due, o eventualmente essere utilizzata come aula di appoggio di una delle due più grandi, in collegamento con esse, per ospitare il pubblico ed i praticanti procuratori”. E chiosa: “Devo sottolineare come il Tribunale di Cosenza gode di aule di dimensioni e caratteristiche tali da consentire di evitare trasferte dispendiose, presso le quali, in passato, sono stati celebrati maxi processi come Missing, Tela del ragno, ed ancor prima, Twitter e Tamburo, tutti con un consistente numero di imputati, peraltro presenti in aula in epoche in cui le videoconferenze erano desuete o residuali.” Grazie, Presidente Lucente! Perché la Sua analisi, che coincide con quella che, da giorni, stiamo provando a portare all’attenzione dei vertici della Corte d’Appello di Catanzaro e della Procura Generale, restituisce nuova linfa alla nostra battaglia di civiltà, attraverso la quale chiediamo solo il rispetto dei nostri diritti, tra i quali, non ultimo, quello di protestare contro una disposizione che, con specifico riferimento ai processi in celebrazione presso l’Aula Bunker di Lamezia, ci impone persino di raggiungere a piedi l’Aula e di lasciare le nostre autovetture a distanza di oltre 500 metri, per ….. “ragioni di sicurezza”! E, soprattutto, perché ci dà lo spunto per poter chiedere al Sig. Presidente f.f. del Tribunale di Cosenza – firmatario della nota di cui non conosciamo esattamente il contenuto, in quanto mai formalmente comunicata – sulla base di quali elementi ha scritto che il Tribunale di Cosenza “…..non dispone di aule protette”, così da determinare l’adozione, da parte della Presidente della Corte d’Appello di Catanzaro, del provvedimento di celebrazione temporanea del Processo c.d. Reset nell’Aula Bunker di Castrovillari . Quando – chiediamo – un’aula si ritiene “protetta”? E perché, per esempio, dovrebbe ritenersi “protetta” un’Aula Bunker come quella di Lamezia, dove l’acqua è entrata dappertutto, e non un’Aula di Corte d’Assise di un Palazzo di Giustizia costruita in cemento armato e protetta da vetri antisfondamento? Ed allora, possiamo avere diritto ad un minimo di chiarezza?».
«La decisione di non celebrare il processo Reset a Cosenza – prosegue il documento – è legata alla mancanza di aule sufficientemente dotate (come sembrerebbe doversi escludere dalle parole della Presidente della Corte d’Assise di Cosenza, confortate anche dall’esito della recente ispezione tecnica disposta dalla Corte d’Appello di Catanzaro con propri ingegneri, i quali hanno effettuato il sopralluogo l’8 novembre u.s.)? O è legata alla “mancanza di aule protette”? Noi riteniamo si tratti, molto più semplicemente, di mancanza di volontà. Il nostro Tribunale, infatti, come già evidenziato sopra, è dotato di aule adeguatamente attrezzate ed adeguatamente protette, che potrebbero semplicemente essere rese più efficienti, peraltro con esborsi di gran lunga inferiori a quelle centinaia di migliaia di euro, che, invece, pare siano già in preventivo per munire di riscaldamento adeguato l’Aula Bunker di Castrovillari, dove oggi ballano i pinguini, e per riportare l’Aula Bunker di Lamezia agli antichi splendori. Perché mai – chiediamo – questo impiego massiccio di denaro pubblico, in barba alle legittime aspettative degli Avvocati e Magistrati cosentini di poter utilizzare le proprie Aule, per la contemporanea fruizione delle quali sarebbe sufficiente qualche microfono e telefono in più ed un semplicissimo collegamento audio-video tra le tre diverse aule sopra citate? E perché mai l’ulteriore impiego di denaro pubblico per quasi quotidiane trasferte di magistrati componenti interi collegi penali, autisti, cancellieri, tecnici, per gli anni necessari alla definizione del processo? Ecco, a questi interrogativi, chiediamo siano date delle risposte. Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Cosenza ritiene, infatti, che la problematica sollevata attenga strettamente a quelle questioni di buon funzionamento degli Uffici Giudiziari, che, in forza del potere/dovere di vigilanza, come disciplinato dalla Legge, debbono essere segnalate al Consiglio Giudiziario della Corte d’Appello di Catanzaro, ed eventualmente al Csm, in ossequio a quanto previsto da apposito Regolamento vigente».
In ragione di ciò il Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Cosenza chiede che da parte delle SSLL, ognuno per quanto di competenza, «venga fornita copia della nota a firma del Presidente f.f. del Tribunale di Cosenza, trasmessa alla Corte d’Appello di Catanzaro, nella quale è dichiarato che il Tribunale di Cosenza “non dispone di aule protette”, completa della documentazione istruttoria sottostante, se esistente; del provvedimento a firma della Presidente della Corte d’Appello di Catanzaro del 4.11.2024, con il quale, in conseguenza della nota sub 1, è stato disposto lo spostamento del processo c.d. Reset all’Aula Bunker di Castrovillari; di ogni utile documentazione attestante l’agibilità della citata Aula Bunker di Castrovillari, allo stato totalmente sprovvista di sistemi di riscaldamento; di ogni utile documentazione in ordine alla spesa occorrente per l’approvvigionamento del sistema di riscaldamento della citata Aula Bunker di Castrovillari, nonché per il ripristino delle condizioni di funzionamento dell’Aula Bunker di Lamezia; di ogni utile documentazione relativa alla spesa media mensile per la trasferta del Collegio penale dalla sede del Tribunale di Cosenza alla sede dell’Aula Bunker di Lamezia ed alla sede dell’Aula Bunker di Castrovillari».
Quanto alle Aule di udienza del Tribunale di Cosenza e, segnatamente Aula n. 1, Aula n. 9 ed Aula n. 16, si chiede «di sapere se le stesse siano state inserite nel piano di ammodernamento degli Uffici Giudiziari e, in caso negativo, chiede che vi si provveda con ogni cortese urgenza, così da poter ottenere il maggior efficientamento delle citate Aule entro il minor tempo possibile». Anche con riferimento a tali implementazioni, si chiede «di avere ogni utile documentazione relativa alla spesa occorrente, nonché copia del verbale di sopralluogo tecnico effettuato in data 8 novembre u.s. a cura di un team di Ingegneri inviati al Tribunale di Cosenza dalla Procura Generale e dalla Presidente della Corte d’Appello di Catanzaro». «Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Cosenza – viene aggiunto nel documento –rammaricato per la persistente chiusura ad ogni forma di dialogo, sfociata, da ultimo, nell’annullamento unilaterale del concordato incontro, comunica che, nel persistere della annosa situazione venutasi a determinare ed in mancanza di esaustive risposte in ordine a quanto espressamente richiesto, trasmetterà la segnalazione al Ministro della Giustizia e chiederà apposita ispezione da parte del Ministero stesso e del Csm». In chiusura il Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Cosenza «proclama sin d’ora lo stato di agitazione, che valuterà, nel prosieguo, se dovrà assumere la forma dell’astensione da tutte le udienze. Nel rimanere in attesa di quanto richiesto con la presente nota, da intendersi, a tutti gli effetti di legge, quale formale istanza di accesso agli atti, porge deferenti ossequi».

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