CATANZARO «Non servono soltanto leggi e strumenti repressivi, ma è importante la prevenzione, è importante formare, è importante una rivoluzione culturale». Lo ha detto il sottosegretario all’Interno Wanda Ferro, a Catanzaro per partecipare alla firma di un protocollo d’intesa per il recupero dei soggetti maltrattanti tra la Questura e il Centro calabrese di solidarietà. «E’ l’occasione – ha aggiunto la Ferro – per parlare di femmicidi, di un decremento che non ci vede assolutamente soddisfatti, della possibilità di un sostegno non solo per gli uomini maltrattanti, che non possono essere recuperati solo con la pena carceraria, che spesso non rieduca. Ci sono nuovi strumenti all’interno del Dl Femminicidio, che ha completato un’opera importante, l’approvazione unanime del Codice Rosso che mette le Questure affiancare in questo percorso soggetti importanti come il Centro Calabrese di solidarietà che conosciamo ormai da tanti anni e che spesso hanno anche sostituito le istituzioni. Saranno ovviamente sostenute anche le donne che hanno subito dei maltrattamenti attraverso adeguate professionalità perché non servono soltanto leggi e strumenti repressivi, ma è importante la prevenzione, è importante formare, è importante una rivoluzione culturale. L’amore – ha affermato ancora il sottosegretario all’Interno – non è mai violento: bisogna arrivare alle cause dire ai giovani che la competizione insegna una cosa molto importante, e cioè si possono avere dei successi ma bisogna sapere affrontare anche gli insuccessi».
Il punto sulle azioni messe in campo dal governo. «Intanto – ha aggiunto la Ferro – abbiamo aumentato quasi del doppio la cifra sui Centri antiviolenza e sulle Case rifugio perché bisogna anche pensare ai minori frutto di violenza che ovviamente hanno la necessità di un percorso. Abbiamo messo le donne in condizioni di poter accedere con molto più facilità a misure come il reddito di inclusione, il reddito di libertà, crediti agevolati per renderle libere anche dal punto di vista economico, che diventa un fatto essenziale soprattutto nella denuncia, nella libertà di poterlo fare quando si hanno dei figli e credo che questo sia un passo fondamentale. A questo si sono aggiunte le stesse misure del Dl Femminicidio che significa dare la possibilità al questore dell’ammonimento, la possibilità di capire quali sono i reati spia e di poterli denunciare, oltre 5.000 braccialetti elettronici che hanno consentito 46 misure solo nel mese di ottobre – e stiamo valutando anche dove il sistema del braccialetto non ha funzionato – e poi tempi certi per la magistratura, e infine formazione. C’è un percorso di accompagnamento per far sentire le donne meno sole, per dire che c’è uno Stato che le affianca, che le accompagna ed è al fianco di quelle donne che non hanno il coraggio di denunciare». (a. c.)
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