Continua a sorridere il Catanzaro che battendo in terra sicula il Palermo, conquista la sua seconda vittoria consecutiva e compie un bel salto in avanti in classifica (ora è ottavo). Piange, invece, il Cosenza, al secondo ko di fila in quel di Cesena. Ora la classifica dei Lupi torna a preocuppare.
Premessa d’obbligo, scontata e ripetitiva: se fino a qui non ci fossero stati Massimiliano Alvini e i suoi irriducibili ragazzi dalle mille risorse, l’ormai prossimo Natale di questo ennesimo Cosenza di battaglia e sopravvivenza, sarebbe più triste e vuoto del silenzio societario che lo avvolge. E ovviamente il ragionamento si basa sul -4 in classifica e non sui 20 punti raccolti sul campo, più di quanto fatto da big, o pseudo tali, come Sampdoria, Salernitana e Frosinone. Detto questo, ultimamente sembra che lo splendore sorprendente che avvolgeva Florenzi e soci fino a non poco tempo fa, si stia pian piano affievolendo sotto la spinta di una serie di eventi di cui, in riva al Crati, bisognerebbe sempre tener conto. Il primo riguarda le avversità, come ad esempio gli arbitraggi che, tradizionalmente, non hanno mai o quasi mai favorito i Lupi (e il rigore netto non concesso a Zilli, che segue quello contro il Frosinone, lo confermano). Il secondo, invece, comprende il valore generale di una rosa che, pur buttando l’anima e le idee oltre l’ostacolo, immancabilmente mostra carenze tecniche evidenti, roba da perdere per strada punti vitali nella corsa salvezza.
A pochi giorni dalla sfida con la Carrarese e dal derby di Santo Stefano che chiuderanno il girone d’andata, il Cosenza bello e mai arrendevole visto all’opera da agosto ad oggi, pare non bastarsi e non bastare più. Nel senso che, pur restando fedele al proprio credo tattico ed emotivo, fatica ad incidere come prima. Se a ciò, poi, si aggiungono gli ormai cronici e immancabili disastri/regali di una difesa i cui titolari riscaldano la panchina, il dado, come si usa dire, è tratto.
Insomma, il momento non è per niente buono, entro questo 2024 ormai agli sgoccioli bisognerà fare di tutto (e, dopotutto, non è impossibile) per superare quota 20 (non sul campo) e poi sperare nell’immancabile futuro migliore che si chiama mercato di riparazione.
Crema: da premiare del pomeriggio grigio di Cesena c’è la solita reazione di carattere dei rossoblù al doppio svantaggio, a cui va aggiunta la crescita costante, con nuovo gol, di Manuel Ricciardi. Ma davanti a tutto e a tutti ci sono i quasi 800 tifosi giunti al “Manuzzi” con la solita passione generosa. Una passione mai compresa e ricambiata veramente da chi da oltre 13 anni gestisce il calcio cittadino.
Amarezza: probabilmente il club non ne è del tutto consapevole, ma incidenti come una pesante penalizzazione in classifica o l’istanza arbitrale di un procuratore sul trasferimento di quattro ex calciatori (senza tener conto delle altre difficoltà societarie di cui l’intera provincia da tempo è a conoscenza), sono fatti che destabilizzano ambiente e squadra. E la scelta di non spiegare mai con sincerità tutto questo, fa il resto.
Amarezza finale con domanda: dove sono finiti Camporese e D’Orazio? Si tratta dei migliori difensori presenti in organico, eppure da tempo sembra si siano dissolti nel nulla. Sul primo, Alvini ha assicurato che fa parte del gruppo, che le scelte vanno in un’altra direzione e se il calciatore non rientrasse nel progetto non seguirebbe la squadra in trasferta. Parole nette che, però, (l’ottimo tecnico toscano stavolta ci perdonerà) non convincono fino in fondo. O, almeno, la sensazione è che ci sia dell’altro che si può immaginare ma non si può dire. Almeno fino all’inizio dell’anno nuovo. (Francesco Veltri)
Il Catanzaro ha ingranato la marcia giusta. Dopo aver sconfitto la pareggite, la squadra di Fabio Caserta infrange l’ultimo tabù di questa stagione centrando, al Barbera di Palermo, la prima vittoria esterna del suo torneo.
Scrollatosi di dosso, la settimana scorsa, il peso del mancato successo ora la squadra giallorossa gioca più leggera e convinta, meno intimorita e frenata.
Il gol di Biasci dopo neanche 4 minuti di gioco sconfessa quella che era stata, finora, la tendenza dei giallorossi, ossia approccio morbido spesso condito da gol avversario. Questa volta è stato il Catanzaro a partire fortissimo. L’azione, insistita, che ha portato al vantaggio è la fotografia della fame e della ritrovata convinzione delle aquile. Il destro del numero 28, in anticipo sul proprio marcatore, è la chiara dimostrazione di un giocatore definitivamente ritrovato dal punto di vista realizzativo (seconda gara consecutiva a segno per lui dopo quella contro il Brescia).
Iemmello e compagni hanno sofferto, poi, il ritorno e la qualità del Palermo che di armi, soprattutto nel reparto avanzato ne ha tante e tutte validissime. Il pareggio, che è arrivato su piazzato, ha spostato l’inerzia della gara nuovamente a favore dei ragazzi di Dionisi che nella ripresa hanno fatto la voce grossa chiudendo dietro il Catanzaro. L’ex di turno Pigliacelli si è fatto, però, rimpiangere con un paio di interventi decisivi e ha tenuto a galla i giallorossi fino alla perla di Pompetti che ha deciso il risultato. Pompetti che si fa così perdonare l’espulsione rimediata a Genova contro la Samp dopo al quale arrivò il pareggio dei blucerchiati.
I tre punti strappati in casa della corazzata Palermo pesano tantissimo nell’economia di una classifica che, escluse le prime tre, resta cortissima e che continua a muoversi a suon di pareggi (anche in quest’ultimo turno sono stati ben 4). Il Catanzaro è attualmente ottavo con i suoi 23 punti e raccoglie i frutti (adesso sì) anche degli 11 pareggi conquistati in precedenza.
All’orizzonte ora due partite da brividi per chiudere il girone d’andata: sabato al Ceravolo contro lo Spezia e quindi l’atteso derby nel giorno di Santo Stefano.
Crema: si rivedono in campo Antonini e Situm e già solo questa sarebbe un’ottima notizia, se poi l’italo-brasiliano, che non giocava un minuto dal 2-2 contro il Modena del 6 ottobre, entra anche bene mostrandosi sul pezzo e attento, preciso e puntuale, esattamente come la tifoseria giallorossa lo ricordava dalla passata stagione, allora il suo ritorno è ancor più gradito. Anche perché dietro (dove mancava lo squalificato Brighenti) c’è chi forse avrebbe bisogno, ogni tanto, di tirare un po’ il fiato. Il rientro del croato, inutile sottolinearlo, è fondamentale per gli equilibri tattici giallorossi. Unico quinto di ruolo, Situm è giocatore imprescindibile se in ottime condizioni.
Amarezza: individuare una pecca, una nota stonata nella giornata perfetta del Catanzaro a Palermo è davvero difficile. Chi brilla di meno sul manto erboso del Palermo è, con ogni probabilità, Ceresoli. È dalle sue parti che il Palermo prova a spingere e pungere di più ma nella giornata in cui cade anche il tabù della vittoria in trasferta si può perdonare al 2003 scuola Atalanta qualche piccola sbavatura. (Stefania Scarfò)
Foto Cosenza calcio e Us Catanzaro
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