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Lotta al cancro, la promessa del biochimico calabrese tornato all’Unical

Otto anni di lavoro nelle università di Manchester e Salford. I suoi studi si concentrano sui mitocondri

Pubblicato il: 16/12/2024 – 14:49
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Lotta al cancro, la promessa del biochimico calabrese tornato all’Unical

COSENZA L’oncologia di precisione è l’ultima frontiera della ricerca medica contro i tumori. Lo studio del biochimico Marco Fiorillo, tornato all’Unical dopo una lunga esperienza all’estero, ha contribuito alla scoperta di nuovi potenziali farmaci per il trattamento della forma più letale di adenocarcinoma polmonare. Un giovane calabrese, un ricercatore di talento tornato all’Unical grazie alle politiche di reclutamento messe in campo dall’Ateneo per favorire il rientro dei cervelli e di eccellenze di grande fama. Oggi Marco Fiorillo è docente e ricercatore di Biochimica del dipartimento di Farmacia e Scienze della Salute e della Nutrizione (DFSSN). Dopo otto anni di lavoro presso le università di Manchester e Salford, nel 2022 ha scelto di fare rientro all’Unical, dove si era laureato e aveva conseguito il dottorato di ricerca.

Lo studio

I suoi studi si concentrano sui mitocondri, piccoli organuli cellulari che permettono alle cellule di respirare ma che consentono anche la sopravvivenza di cellule tumorali molto pericolose, chiamate cellule staminali cancerose, resistenti ai trattamenti antitumorali. In una recente collaborazione internazionale, Fiorillo e i colleghi del suo gruppo di ricerca hanno dimostrato l’efficacia di alcuni composti nel ridurre la funzionalità mitocondriale solo nelle cellule tumorali preservando le cellule sane. Si tratta di nuovi agenti terapeutici che potrebbero contrastare i tumori avanzati e resistenti ai trattamenti convenzionali, riducendo le recidive e prevenendo la formazione di metastasi. In particolare, la ricerca – pubblicata sulla prestigiosa rivista internazionale Molecular Cancer – ha identificato una vulnerabilità specifica nel carcinoma polmonare non a piccole cellule, una delle malignità più letali e comuni. Circa il 30% dei pazienti con questo tipo di carcinoma presenta una mutazione nel gene LKB1, un oncosoppressore che, quando mutato, perde la sua funzione di soppressione tumorale, permettendo al tumore di crescere e diffondersi. Fino ad ora, non esisteva un trattamento mirato per i carcinomi con mutazione di LKB1. Nello studio sono stati identificati due composti che hanno mostrato un’attività antitumorale selettiva per i carcinomi polmonari mutati per LKB1, migliorando così le prospettive di sopravvivenza dei pazienti. (redazione@corrierecal.it)

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