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L’EVENTO

«Il pane dal cielo», tutto pronto per il “Presepe vivente” di Panettieri

Si alza il sipario sulla ventesima edizione, il racconto di un’idea visionaria trasformata in realtà. Parrotta: «Grazie a tutti»

Pubblicato il: 24/12/2024 – 14:03
«Il pane dal cielo», tutto pronto per il “Presepe vivente” di Panettieri

A Panettieri tengono molto a non svelarne tutti i dettagli, a non anticipare scenografie e prospettive, a mantenere integra la possibilità per il visitatore di essere assalito dallo stupore. Da settimane nel piccolo borgo della provincia di Cosenza il lavoro è febbrile, nel silenzio montano che lo avvolge si distinguono i suoni della costruzione che prende forma, il ritmo dei martelli che fissano chiodi, il rumore di motoseghe che modellano legni, il vociare di chi è impegnato, anche quest’anno, nel mettere assieme le varie tessere di una scenografia impegnativa. A Panettieri tra qualche giorno, infatti, si alzerà il sipario che in questo caso è una porta, una via d’accesso, una sorta di diaframma temporale che consente di entrare in un ambiente retrodatato di 2000 anni. È la ventesima edizione del presepe vivente più grande e più noto della Calabria, quello in cui – con una volontà che va a braccetto con una grande dose di calabra testardaggine – un piccolo paese guidato dall’amministrazione comunale è in grado di cambiare interamente aspetto e pelle, cessando di essere uno dei tanti luoghi delle aree interne regionali e trasformandosi nel centro di un racconto sacro, quello della natività.
Venti edizioni sono decisamente tante, raccontano di un’idea visionaria trasformata in una realtà e svelano quanto e come alcune comunità calabresi siano capaci di trasformare il limite (in questo caso le piccole dimensioni) in opportunità, di sublimare l’isolamento (che deriva dalla posizione e dalle infrastrutture mancanti) in contesto in grado di attrarre. Anche quest’anno, cosi come in ognuna delle altre 20 edizioni, il Presepe – uguale a se stesso nelle premesse ed anche nella storia che narra – cambia forma, offre scenari nuovi, si cala in una sorta di risiko urbanistico in un dedalo di piccole vie e piazze.

«Pane dal cielo» il sottotitolo dell’edizione che sta per aprirsi, sei i giorni di programmazione previsti il 25, 26 e 29 dicembre 2024, 1, 5 e 6 gennaio 2025, per le scenografie di Gabriele Ferrari e la regia di  William Gatto.
«Il presepe vivente – spiega il primo cittadino di Panettieri, Salvatore Parrotta – è ormai un nostro tratto identitario, è un impegno corale e faticoso che vede tutti i cittadini di Panettieri uniti nel dare vita ad una rappresentazione che è non solo autentica e curata in ogni dettaglio ma è, soprattutto, il manifestarsi di uno spirito di comunità. L’edizione di quest’anno per noi assume poi un valore ulteriore e duplice. Intanto è il ventesimo anno che Panettieri offre alle migliaia di visitatori che giungono qui uno spettacolo affascinante, ci piace leggere nel volto di chi cammina per le vie del presepe o entra nelle botteghe lo stupore della scoperta. E poi trattandosi di una rappresentazione sacra e corrispondendo, ovviamente, allo spirito del Natale l’edizione 2024/2025 vuole e può essere anche un momento di riflessione. Tra pochi giorni, infatti, si aprirà per tutti i cristiani il Giubileo, un anno importante nel quale chi crede è chiamato ad essere pellegrino di speranza in un modo dove il rumore delle armi è sempre più assordante».
Le parole del sindaco di Panettieri Salvatore Parrotta ed il richiamo allo spirito del Giubileo richiamano la straordinaria filastrocca di Gianni Rodari che con la sua impareggiabile fantasia ed originalità posizionò in un ideale presepe un pellerossa. “Non è il tuo posto, via, Toro seduto: torna presto di dove sei venuto” così scrive Rodari che aggiunge “Ma l’indiano non sente. O fa l’indiano. Ce lo lasciamo, dite, fa lo stesso? O darà noia agli angeli di gesso? Forse è venuto fin qua, ha fatto tanto viaggio, perché ha sentito il messaggio: pace agli uomini di buona volontà”. “Il pellerossa”, insomma, è sospettato di rappresentare una minaccia per gli altri, ma il dubbio che Rodari instilla è quello di chi armato com’è di “ascia di guerra in pugno ben stretta” forse è nel presepe perché vuole deporre di fronte alla mangiatoia gli strumenti di guerra. Un messaggio che, in questo caso, può essere doppiamente interpretato, meno diffidenza verso il “diverso” e apertura verso la speranza di pace.
«Esprimo il mio grazie – aggiunge al Corriere della Calabria Salvatore Parrotta – a tutti i cittadini di Panettieri che anche per questa edizione hanno dato il meglio in uno sforzo collettivo, siamo pronti ad accogliere tutti i visitatori che vorranno vivere un’esperienza diversa, suggestiva, emozionante». (redazione@corrierecal.it)

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