CATANZARO La guardia medica quasi sempre chiusa, la postazione 118 più vicina distante chilometri e il primo pronto soccorso utile è quasi irraggiungibile. A Belcastro, centro del Catanzarese, è «vietato ammalarsi». Il sindaco, Antonio Torchia, ha firmato un’ordinanza, negli scorsi giorni, nella quale impone ai propri cittadini di evitare comportamenti che possano a rischio la loro salute perché il paese sostanzialmente è “privo di copertura sanitaria”. Al Corriere della Calabria, il primo cittadino precisa: «Questa non è solo una provocazione, l’ordinanza è un grido di aiuto, un modo per accendere i riflettori su una situazione inaccettabile. Siamo un piccolo comune, ma i cittadini di Belcastro non valgono meno di quelli delle grandi città. Abbiamo diritto a un’assistenza sanitaria dignitosa, soprattutto per un Paese dove il 50% della popolazione è formato da persone oltre 65 anni».
Il sindaco prosegue: «Non abbiamo una copertura sanitaria adeguata. La nostra postazione di continuità assistenziale è chiusa più spesso di quanto sia aperta. La postazione 118 più vicina è posta nel comune di Sersale, a circa 40 minuti dal nostro piccolo borgo e il più delle volte senza medico a bordo mentre la postazione di pronto soccorso più vicina la troviamo presso l’ospedale Pugliese di Catanzaro che dista 45 chilometri. La nostra risposta è semplice, sensibilizzare anche provocando». L’appello di Torchia è rivolto alle autorità regionali, ai dirigenti dell’Asp. «Venite a vivere una settimana nel nostro piccolo borgo e provate a sentirvi sicuri sapendo che in caso di emergenza sanitaria l’unica speranza è di arrivare a Catanzaro in tempo, forse rischiando più per le strade che per il malore stesso. Provateci e poi ditemi se questa situazione vi sembra accettabile».
Il primo cittadino di Belcastro non intende retrocedere e annuncia di voler proseguire nella propria battaglia, pronto anche ad informare della questione la procura della Repubblica di Catanzaro. «Nei prossimi giorni, se non avrò una risposta adeguata, mi porterò presso gli uffici della Procura della Repubblica di Catanzaro per fare una denuncia querela contro l’interruzione di pubblico servizio. Mi recherò anche in prefettura a Catanzaro perché voglio tutelare i miei cittadini», dice Torchia. Che aggiunge, «il sindaco rappresenta lo Stato, deve tutelare principalmente la salute dei cittadini. Combattiamo giornalmente contro lo spopolamento dei piccoli centri presilani, se non diamo i servizi essenziali questi paesi, questi borghi, nell’arco di dieci anni moriranno». (redazione@corrierecal.it)
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