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Belcastro senza copertura sanitaria, Alecci: «Sintomo di pressappochismo»

Il consigliere regionale del Pd: «Manca la benché minima “visione” di quella che dovrà essere la Sanità regionale da qui ai prossimi anni»

Pubblicato il: 06/01/2025 – 11:40
Belcastro senza copertura sanitaria, Alecci: «Sintomo di pressappochismo»

CATANZARO «La singolare quanto dirompente ordinanza emanata dal sindaco di Belcastro, Antonio Torchia, non può e non deve essere derubricata come pura provocazione o ironia. Questa ordinanza, che praticamente “vieta” ai propri concittadini di ammalarsi per la mancanza di assistenza sanitaria adeguata a causa della chiusura nel centro della Presila catanzarese del servizio di guardia medica, è l’ennesimo sintomo evidente (per restare in ambito sanitario) della cattiva organizzazione e del “pressappochismo” con cui vengono gestiti i passaggi relativi alla sanità regionale (in generale) e alla medicina territoriale (in particolare) in Calabria».
Lo denuncia Ernesto Alecci, consigliere regionale del Pd, che aggiunge: «Alcuni mesi fa, ad ottobre, avevo presentato proprio un’interrogazione al Presidente della Regione Calabria e Commissario ad acta per la Sanità, Roberto Occhiuto, chiedendo quali azioni intendesse intraprendere al fine di tutelare i servizi di guardia medica, assicurando il godimento del diritto alla salute dei cittadini, soprattutto se residenti in aree interne e con servizi sanitari insufficienti».
«Interrogazione – lamenta – a cui non ho ancora ricevuto alcuna risposta! Oltre alla forza mediatica che contiene in sé l’ordinanza (non a caso la notizia è stata ripresa da numerose testate nazionali) quelle che devono far davvero riflettere sono le parole del primo cittadino, in cui si sostiene che questa ordinanza ha, di fatto, sortito più effetti delle decine di PEC inviate in questi mesi agli organi preposti per denunciare le carenze del servizio di assistenza sanitaria nella zona. Questo lascia intendere come, ancora una volta, in ambito sanitario nella nostra regione si proceda con la logica di “tappare le falle”, quando diventano troppo grandi e evidenti, senza la benché minima “visione” di quella che dovrà essere la Sanità regionale da qui ai prossimi anni. Ancora una volta – conclude – la sensazione è che per i vertici regionali l’importante sia “apparire bene”, piuttosto che “fare bene”!».

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