Ultimo aggiornamento alle 22:43
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 4 minuti
Cambia colore:
 

la ricostruzione

Cosenza, il rapimento della piccola Sofia: la fuga dalla clinica e le indagini sul movente

Alle 22.38 finisce l’incubo della famiglia Cavoto. La polizia chiude il cerchio su una coppia sorpresa nella loro casa insieme alla piccola

Pubblicato il: 22/01/2025 – 6:16
di Fabio Benincasa
Cosenza, il rapimento della piccola Sofia: la fuga dalla clinica e le indagini sul movente

COSENZA Il 20 gennaio il parto cesareo, la piccola Sofia riempie di gioia il cuore di mamma Valeria Chiappetta e il papà Federico Cavoto. Lei casalinga, lui impiegato nel reparto macelleria di un supermercato di Cosenza. Una famiglia come tante che attendava di ritornare a casa dopo l’attesa della piccola. La donna partorisce nella clinica Sacro Cuore, a pochi metri da Corso Mazzini. «Tre parti nella giornata di ieri (20 gennaio, ndr)», sussurra una infermiera.
Il 21 gennaio alle 18.45 circa accade quello che nessuno potrebbe mai aspettarsi. Una donna con la carnagione scura, di bassa statura, entra nella struttura. Indossa una mascherina e una tuta nera, da quanto si è appreso, approfitta dell’ora destinata alle visite dei parenti e raggiunge la stanza dove la piccola riposa accanto alla mamma e alla nonna. A quest’ultima, la donna riferisce di essere una infermiera e chiede di poter prendere la bimba per «cambiarla». Quello che accade dopo è l’inizio dell’incubo per la famiglia Chiappetta-Cavoto.
La piccola non fa ritorno, la nonna chiede spiegazione ad una infermiera. «La bambina non si trova». I familiari contattano il nonno paterno Mario Cavoto che immediatamente avverte le forze dell’ordine. Le squadre volanti e gli uomini della squadra mobile della polizia di Cosenza si precipitano in clinica. Le immagini delle telecamere interne di videosorverglianza della clinica riprendono tutto e restituiscono i frame che inchiodano i responsabili e consentono il loro successivo riconoscimento. Sul posto, poco dopo, arrivano Gabriele Presti capo della Mobile e Giuseppe Cannizzaro, questore di Cosenza, a coordinare le indagini c’è il magistrato di turno: Antonio Bruno Tridico. Alla polizia si aggiungono i Carabinieri e la Guardia di Finanza, scattano immediate le ricerche, circa un’ora dopo il rapimento.

La culla termica per trasportare Sofia

Sono le 19.30 e un capannello di persone staziona nello spazio antistante l’ingresso della struttura sanitaria, qualcuno piange, qualche altro urla, nonno Mario è disperato ma non molla il telefono. «Trovatela per favore».
La città è sotto shock, sui social inizia il solito tam tam tra foto e video e informazioni prive di conferme. Intanto gli smartphone di chi indaga continuano a squillare, fino a quando non arriva chiaro un messaggio: «Li abbiamo trovati». La notizia raggiunge la reception della clinica e i genitori della piccola: si sente un boato, è la conferma che la piccola tornerà a casa.

L’intervista a Mario Cavoto, il nonno della piccola Sofia

Il ritrovamento

Gli sguardi comprensibilmente tesi lasciano spazio ai sorrisi, il clima torna disteso dopo attimi di tensione. Non era mai accaduto che qualcuno riuscisse ad intrufolarsi in una clinica portando via un bambino. I fuggitivi, marito e moglie: il senegalese Aqua Moses di 43 anni e Rosa Vespa di 51 anni vengono sorpresi dagli uomini della polizia nella loro abitazione a Castrolibero. Da quanto si è appreso stavano preparando una festa per il bimbo, Sofia – infatti – era stata vestita come un maschietto. La piccola, quando le forze dell’ordine entrano nell’appartamento, sta bene: una culla termica è pronta a raggiungerla per riportarla dalla mamma. La coppia viene arrestata. Alle 22.38 l’ambulanza con a bordo la piccola, scortata dalle auto della polizia, raggiunge la clinica Sacro Cuore. L’incubo è finito.

L’arrivo dell’ambulanza con a bordo la piccola Sofia

Il mistero della foto su Facebook

C’è un giallo nel giallo sul quale fare chiarezza. Vespa avrebbe postato sul proprio profilo personale una foto poco nitida l’8 gennaio scorso nella quale si intravedono le manine di un bimbo ed un commento: «Dopo tanta attesa il nostro miracolo è arrivato! Alle ore 20:00 di oggi è nato Ansel. Mamma e Papà ti amano!». Da quanto si è appreso avrebbe simulato una gravidanza, mossa dall’ossessione di avere un figlio. Per questo motivo la coppia avrebbe tentato di rapire la piccola Sofia. Un quadro ancora a tinte fosche. (f.benincasa@corrierecal.it)

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del mare 6/G, S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano | Privacy
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x