LAMEZIA TERME «Non ho letto le dichiarazioni e la nota, in ogni caso non mi sposto nemmeno di un centimetro dal mio obiettivo». Senza troppi giri di parole, rispondendo ai giornalisti, Doris Lo Moro taglia corto: «Nessuno può togliermi la libertà di fare un incontro come quello di questa sera, e nessuno può togliere la libertà ad altri di esprimere consenso e dissenso». Il riferimento è all’evento pubblico organizzato a Lamezia Terme dall’ex primo cittadino lametino nel corso del quale ha incontrato cittadini, associazioni, imprenditori e parti sociali per cercare di aprire un dialogo e, soprattutto, spianare la strada ad una candidatura a sindaco della città.
«Quello che voglio dire al senatore Irto e a chiunque altro è che Lamezia ha una sua identità, e noi non ci facciamo condizionare. Perché, se c’è altrove, sicuramente non qui, qualcuno che pensa che si possa passare sopra la storia di Lamezia, questo qualcuno va contrastato». E sempre rispondendo ai giornalisti sul commissariamento del Pd lametino avvenuto nelle scorse settimane, Lo Moro spiega di non «volersi mettere al suo posto, né nella fase in cui ha commissariato il Pd dopo che il direttivo aveva fatto il mio nome, né adesso che deve gestire questa fase delicata».
Alla domanda tutta la città parla di lei come candidato, l’ex primo cittadino chiosa: «Io ho fatto il sindaco a 38 anni» ha spiegato «e c’era veramente da tremare, non tanto per cose che ero abituata a contrastare come la malavita e il malaffare, ma c’era non da emettere sentenze ma di scrivere atti amministrativi e all’epoca ero una giovane donna abituata ad un altro mestiere, non è stato facile fare il sindaco all’epoca per tantissime ragioni che i cittadini comunque conoscono. Non è mai facile farlo, non era neanche una mia intenzione, una mia prospettiva, un mio obiettivo, ma adesso ci troviamo in una situazione in cui potrebbe diventare necessario». In chiusura, Doris Lo Moro ha tenuto a tratteggiare anche il profilo di chi sceglie di impegnarsi pubblicamente e politicamente a Lamezia Terme. «Qui c’è bisogno di un sindaco capace, questa città ha bisogno di gente che lavora. Io non ho bisogno di essere una protagonista assoluta, ho avuto tante soddisfazioni anche dalla politica, posso solo restituire qualcosa perché c’è bisogno di giovani e meno giovani, c’è bisogno di discutere quali sono le prospettive e di costruirle. E di costruire anche un futuro in cui i ragazzi possano restare qua». «Vivo nella prospettiva, non sono una giovane, ma sicuramente ho molto a cuore il destino dei giovani. Quindi quello che ci dovrebbero costruire è una classe dirigente, non parlare al singolare ma al plurale». (redazione@corrierecal.it)
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