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sette giorni di calabresi pensieri

Nel mare della politica di Lamezia Terme, le sardine diventano balene bianche

Oggi Doris Lo Moro ascolta la città. Anatomia del rapimento di Sofia, la figlia di tutti

Pubblicato il: 25/01/2025 – 6:59
di Paride Leporace
Nel mare della politica di Lamezia Terme, le sardine diventano balene bianche

Ci sarebbe voluto “un partito nuovo” a Lamezia Terme, di togliattiana memoria. Invece il Pd gioca con il rito dei tavoli dove non si decide nulla per costruire una probabile sconfitta. Eppure, gli ingredienti per vincere in questi mesi erano tutti pronti, perché un partito nuovo per vincere a volte ha bisogno dell’usato sicuro.
E quale miglior occasione quella di schierare Doris Lo Moro e Gianni Speranza in ticket per poter dare un presente degno di questo nome ad una delle città più importanti della Calabria, afflitta dal malgoverno del sindaco uscente. Speranza, però, ha preferito fingere di chiedere tempo e rivolgersi a Jasmine Cristallo per mandare lo schieramento a carte 48 spingendo avanti candidati di nessuna possibilità e consistenza.
Nelle more il commissariamento del partito (ohibò direbbe Totò) e i pugnali nell’ombra del Botteghino del Nazareno. Si assiste a Lamezia ad una fuga del senno generale nel cercare nomi da bruciare magari esterni del Pd ed è circolata persino voce che il conservatore avvocato Mario Murone sia stato corteggiato come candidato dalle sinistre delle ambasce e della destra che deve far quadrare le caselle.
Il senatore Nicola Irto si propone come il Re travicello perché ricordava il poeta che “un popolo pieno di tante fortune, può farne di meno del senso comune” il quale però una decisione almeno l’ha presa stoppando anch’egli la scelta di Speranza concorrendo però alla morta gora di queste ore. Forse a Lamezia i 200 milioni di euro del Pnrr devono stare lontani dalle decisioni sicure del buon investimento? Il passato ci dice che Doris Lo Moro su questi aspetti non ascolta irricevibili indicazioni. E il partito nuovo di Roma che dice? Il plenipotenziario Boccia, i responsabili nazionali Taruffi e Baruffi, la segretaria Schlein è il caso di scrivere che a Lamezia non li hanno visti arrivare. La segretaria nazionale si limita a concedere tempo, ascolto e indicazioni a Jasmine Cristallo che in direzione nazionale vigila su Lamezia espropriando di fatto, ed a danno del popolo comune, l’Irto segretario e il commissario cittadino Giampà, che comunque è riuscito a unire il partito e il centrosinistra.
Sinistra Italiana, Nuova Era e Italia Viva hanno detto sì alla Lo Moro. Nessun pregiudizio del Partito Socialista Italiano. Il riformista Turati diceva che chi nasce incendiario muore pompiere e in questo caso la metamorfosi acquatica ci indica anche che la sardina è diventata una balena bianca democristiana con tutto quello che ne deriva. Per stare alla cronaca, Doris Lo Moro per sabato pomeriggio ha convocato cittadini, imprenditori, movimenti, parti sociali all’insegna della parola d’ordine: “Una città dove vivere bene. Lamezia parla, ascoltiamola”. Ascolteremo con attenzione.

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rosa_vespa_aqua_moses

Che strana vicenda signora Rosa Vespa, signor “Acqua” Moses quella del rapimento della piccola Sofia Cavoto diventata figlia di tutti. Una gip donna ha compreso tutto, la sua avvocata Rosa, la Gallucci, che l’aveva avuta come baby sitter la difenderà con coscienza, quei poliziotti tanto bravi da trovare la bambina in poche ore e regalare a Piantedosi con una comunicazione perfetta il miglior spot possibile per demolire la serie di successo Acab, e poi la famiglia derubata dall’effetto più caro. Con i vostri nomi da film di Pietro Germi, nel mezzo voi due, siete una coppia del nuovo secolo a Cosenza. Moses uomo nero di pelle che all’esito dell’udienza non convince lo scettico di strada che ancora non vuole credere alle parole trascritte dal cancelliere dove sta scritto che ha fatto tutto sua moglie la signora Vespa. Una donna più grande di te Moses, quella Rosa, cosentina, professione precaria, che a 51 anni ha mandato in tilt il cervello e che il suo bambino mai nato lo è andato a rapire, pur se era una bambina, nella culla di un’altra mamma. Rosa Vespa diventata la strega cattiva da odiare e mandare al rogo in mezzo al coro di corvi sapienti che tutto giudica e commenta in tempo reale secondo usanze dei social.

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Cosenza in prima pagina su tutti i media nazionali in cronaca diretta per la prima volta in questo secolo come non accadeva dai tempi dell’attentato a Sandro Principe. Questa volta con i creatori digitali a capire come è difficile narrare la cronaca nera e come sia affidabile chi conosce il mestiere in questo giorno dopo l’onomastico di San Francesco di Sales, il protettore dei giornalisti, colui che ci ha insegnato che “nella dieta dell’anima ci vuole una tazza di scienza, un barile di prudenza e un oceano di pazienza” e di scienza, prudenza e pazienza a volte se ne è vista poca in tanto narrare e sproloquiare su questa vicenda.

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È storia di mamme, una mancata e una derubata, quella di Sofia. Dramma collettivo e identitario il rapimento di Cosenza legato alla maternità. I media non si sono accorti in queste ore che una donna di 20 anni di Tramonti in Campania è andata in ospedale accusando dolori di pancia, non aveva capito di essere rimasta incinta e ha dato alla luce anche lei una bambina. A qualche chilometro di distanza a Nocera Inferiore, è invece nata Claudia Maria, la mamma Pina ha 56 anni, aveva un figlio Alberto Maria, morto in un incidente due anni fa, perché la scienza e l’amore fanno miracoli. Invece signora Vespa pensi che a Milano ci sono 23 bambini sotto i sei anni che aspettano dei genitori che li vogliono adottare. Forse il suo bimbo Rosa Vespa poteva adottarlo. In Italia tutti a parlare di culle vuote e di famiglie e poi Rosa Vespa non ha mai trovato nessuno con cui parlare del suo dramma di madre mancata, lei moglie così normale che partecipa con Moses ai corsi prematrimoniali in Chiesa e poi non sa dare una risposta al suo desiderio materno. Nel suo caso, ha detto lo psichiatra Vittorino Andreoli, è emersa un’immaturità sfociata in una visione distorta della realtà tanto da camuffare la piccina in un maschietto.   

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Rapire con destrezza Sofia ha fatto riapparire le streghe e gli zingari dell’antica cultura popolare cui proveniamo; in quella postmoderna invece qualcuno si è messo a saccheggiare i social per scoprire che Moses l’africano simpatizza per “Potere il Popolo” e Rosa per Mimmo Lucano e quindi vai con il titolo: “Sono comunisti i rapitori della bimba di Cosenza”. Tutto molto brechtiano come una figlia di madre coraggio. E chissà se ha sentito il sindaco Orlandino Greco, che ha giustamente esternato gioia come ha fatto il suo collega di Cosenza e su per li rami come hanno dichiarato tutti fino ad arrivare a Giorgia Meloni, che un’inviata nazionale della tv del dolore ha detto che la piccina è stata trovata “a Castrolibero in una contrada di Cosenza”. Altri invece hanno scritto che stava a Contrada Rocchi di Rende dando par condicio all’area urbana dei tre comuni, mentre invece il party di Sofia dove è arrivata la polizia stava in via Almirante di Castrolibero e nemmeno un comunista ha approfittato per protestare che la toponomastica omaggi un vecchio fascista a differenza di chi non ha perso un minuto per invocare “pulizia etnica” verso il presunto nero rapitore amnistiando invece la cosentina moglie. 

neonata rapita cosenza

Altro luogo topico di questa vicenda è la clinica del Sacro Cuore, punto nascita che si voleva chiudere con la Sanità pubblica e difeso a furor di popolo, penetrato con facilità da Rosa Vespa perché chi si dedica 24 ore a compiere un’azione malevola come quella dell’11 settembre ha dalla sua parte la determinazione dell’impresa. Brutta rogna per Saverio Greco imprenditore di successo il quale comunque ha salvato la sua immagine accompagnando mamma Valeria Chiappetta e Sofia all’uscita.  E al tempo della post verità questo ha già fatto nascere la leggenda urbana che ci sia stato un prezzo da pagare. Mamma Valeria che ha detto che racconterà a Sofia quello che è accaduto quando avrà 18 anni. Purtroppo bisognerà pensarci prima, perché Sofia con il web popolato dalle sue foto scoprirà tutto molto prima. Che strana vicenda signor Moses e signora Vespa. Spero che chi di dovere si occupi del vostro trauma. Alla famiglia di Sofia ogni bene, tutto a breve sarà solo un brutto ricordo. (redazione@corrierecal.it)

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