Martirano: «L’Alta Velocità deve passare da Cosenza, sarebbe un beneficio per tutta la Calabria»
L’intervista di Candida Tucci al professore alla Sapienza di Roma e membro della Commissione Tecnica sull’AV del Comune di Cosenza

COSENZA Continuando a perseguire l’obiettivo di informare i cittadini sulle questioni rilevanti per la nostra città, il circolo della “Cosenza Che Vuoi” ha intervistato l’ingegnere Luigi Martirano, professore ordinario cosentino di sistemi elettrici alla Sapienza di Roma e membro della Commissione Tecnica sull’Alta Velocità istituita dal Comune di Cosenza.
Martirano, a proposito di Alta Velocità in Calabria, lei ha affermato che se si opta per il potenziamento della linea tirrenica, di fatto l’alta velocità finirà a Praia. Ci fa capire questo concetto?
«Una linea ad alta velocità vera è tutt’altra cosa che una linea tradizionale. Pensi alla Roma-Firenze o alla Roma-Napoli. Sono proprio due tracciati diversi. Lo scartamento è lo stesso ma la linea elettrica di alimentazione, in gergo chiamata catenaria è diversa. Ovviamente poi una linea AV ha pendenze e curvature adatte per viaggiare a 250 e oltre km/h. Di fatto su una linea AV i treni regionali non possono andare, per dirne una. Mentre le frecce possono andare sulle linee tradizionali perché dotate di doppio sistema di alimentazione, ma con velocità drasticamente limitate sia per la tortuosità del percorso sia per il sistema di segnalamento completamente diverso. A 300 km/h si viaggia sicuri solo se la linea ha un sistema di controllo e segnalamento adeguato perché gli spazi di frenata sono lunghissimi. Se ha mai preso una freccia da Roma a Paola, si sarà accorta che da Battipaglia in giù il treno dimezza la velocità e in alcuni tratti molto tortuosi rallenta vistosamente perché altrimenti i viaggiatori starebbero male. Potenziare la linea tirrenica quindi sarebbe un miglioramento della linea attuale ma certamente non sarebbe una vera AV. Si potrà arrivare in alcuni tratti anche a 180km/h. Ma mi chiedo, ne vale davvero la pena spendere tutti questi soldi per guadagnare qualche minuto? Non è meglio aggiungere qualche miliardo è fare finalmente una cosa seria che può cambiare il futuro della nostra terra in meglio?».
E allora perché dice che o si passa da Tarsia e Cosenza oppure l’AV si fermerà a Praia?
«Perché realizzare una nuova linea sul tirreno da Praia e Lamezia è praticamente impossibile. Sarebbe tutta una lunga galleria perché il corridoio tirrenico disponibile in alcuni punti è inesistente visto che le montagne sono a picco sul mare, in altri estremamente esile e in altri ancora praticamente saturo e completamente antropizzato. Forse solo la zona di Scalea Santa Maria del Cedro avrebbe spazio. Ma mi chiedo, vale la pena realizzare una nuova linea tutta gallerie e viadotti? E che impatto si avrebbe sul territorio? E’ una zona a vocazione turistica. E poi che vantaggio avrebbe la costa ad avere una linea all’interno delle sue montagne? Senza avere neanche una fermata. Sarebbe complesso realizzare anche la fermata di Paola che, ribadisco, deve essere altra infrastruttura rispetto alla stazione esistente. Pensiamo ad Afragola, Bologna AV, o Reggio Emilia. Dove la facciamo in galleria sotto il Santuario di San Francesco? Guardi una nuova linea AV è impossibile. Stop. Se lo dice un comitato tecnico costituito da 3 ordinari esperti del settore e un super conoscitore del nostro territorio e delle nostre ferrovie perché ex direttore delle ferrovie calabresi, occorre tenerne conto. E’ una questione di responsabilità».
Ma cosa prevedeva il progetto di fattibilità di RFI costato oltre 30 milioni di euro?
«Prevedeva un tracciato razionale passante per l’interno con un nodo a Tarsia, nodo assai strategico perché dedicato a tutta l’area dello Ionio, raggiunto dalla famosa galleria di attraversamento della catena costiera».
Perché famosa?
«Perché dicono che il problema che ha determinato il cambio di tracciato sia questa galleria. Le complicazioni per la sua realizzazione a causa di falde acquifere. Ma io personalmente non credo, e così tutto il comitato di esperti cui faccio parte. Nella stessa zona sono state realizzate le gallerie della nuova Cosenza-Sibari. Conosco personalmente i consulenti progettisti. Ci sono problemi di acqua ma si risolvono. Si scavano gallerie dappertutto e noi italiani siamo i più bravo al mondo anche perché ne abbiamo una quantità superiore a tutti gli altri paesi europei. Solo per dirne una, abbiamo progettato noi italiani la recente galleria sotto il Bosforo a Istanbul. Un gioiello dell’ingegneria. E poi stiamo progettando il ponte più straordinario del mondo e ci fermiamo davanti a un tunnel. No, non ci credo».
Perché hanno cambiato tracciato?
«Non me lo spiego. Il nuovo tracciato che poi coincide con la vecchia linea non favorisce alcuna comunità. In primis Reggio Calabria perché mantenendo la linea tirrenica i treni non potranno superare i 180 km/h e i tempi di percorrenza saranno certamente superiori rispetto alla linea interna dove i treni potrebbero viaggiare a 250 km/h. Quindi non ci sarebbe alcun allungamento dei tempi. Anzi. A Reggio Calabria devono capire che se non si ritorna sul progetto originario i primi a essere penalizzati saranno proprio gli amici reggini. Non è quindi campanilismo. Assolutamente no. Ma non favorisce neanche la costa tirrenica cosentina già servita dalla linea storica. Guardi le voglio esprimere un concetto fondamentale. Ammettiamo per assurdo di poter realizzare una nuova linea AV sulla costa tirrenica. Bene su questa linea non potranno circolare treni regionali. Ha mai preso un regionale Napoli Roma instradato sulla AV? E quindi che vantaggio avrebbero le comunità locali se non hanno una fermata? Sempre per assurdo, metterebbero a disposizione il loro territorio fantastico per non avere nulla in cambio. Avrebbero già la fermata di Praia dalla quale con regionali veloci raggiungere tutta la costa nord. E avrebbero la nuova Galleria Santomarco per raggiungere in pochi minuti la costa tirrenica cosentina meridionale. Sulla Roma-Firenze direttissima non ci sono fermate. Le comunità locali devono usare la linea storica».
E la Santomarco?
«Se vede il progetto originario, la Santomarco è pensata come diramazione da Cosenza verso Paola e verso la linea storica e non viceversa. Tutto era studiato benissimo e pianificato alla grande. Si può trovare ancora tutto nelle cartine sui siti istituzionali. Nel progetto originario c’è anche una analisi comparativa multicriterio che sancisce come la migliore soluzione sia quella interna passante per Cosenza».
E poi cosa è successo?
«Non lo so. Forse sono mancati i fondi? O forse solo una grande paura. Non credo certamente nella storia dell’acqua sotto la montagna. E spero che non sia un problema di campanilismo. Perché sarebbe un errore stratosferico del quale poi pagheremo le conseguenze».
Ci spiega perché Cosenza e l’area urbana avrebbero tutto questo giovamento dalla linea interna?
«Beh questa risposta è semplice e immediata. Un’area urbana di 200 mila anime avrebbe certamente una fermata dedicata e diretta, senza coincidenze, magari nella zona nord della città a ridosso della Università. Pensi che cosa straordinaria con frecce che collegano Cosenza all’Aeroporto. Ma occorre precisare con forza che la realizzazione della AV interna rappresenterebbe un volano di crescita incredibile non solo per Cosenza, ma per tutta la Calabria e per tutto il Paese. Non è campanilismo».
Perché adesso cita l’aeroporto?
«Ce lo chiede l’Europa. Si chiamano reti intermodali. La linea AV avrebbe una fermata, questa volta si sotterranea, proprio all’interno dell’Aeroporto che diventerebbe un hub incredibile con potenziale straordinario, nel cuore del Mediterraneo».
Quali sarebbero i vantaggi per la Sicilia?
«Enormi, perché la nuova AV sarebbe direttamente collegata al ponte. Anche qui ce lo chiede l’Europa. La linea AV è inserita nel piano transeuropeo come corridoio 1 da Berlino a Palermo via Roma. E‘ un corridoio che hanno chiamato Scandinavo, forse pensando anche a Federico II aggiungo, perché la stazione di Tarsia sarebbe un nodo a Y strategico con la possibilità di andare verso il Tirreno o verso l’Adriatico proprio come Federico II. Mi permetta un’ulteriore riflessione».
Prego.
«La realizzazione di una nuova linea ferroviaria può cambiare le sorti del territorio servito come nessun’altra opera. Abbiamo un’occasione unica e credo irripetibile vista l’entità del finanziamento. La soluzione interna è stata studiata e scelta. Tale soluzione non penalizza nessuno. Anzi apre nuove strategie di crescita. Ed è l’unica realizzabile. Ci sono esperti che da mesi evidenziano questi aspetti. Noi abbiamo organizzato una conferenza stampa a Roma, molto seguita, alla quale hanno partecipato numerosi politici di tutti gli schieramenti. Tutti sembravano d’accordo sull’importanza di realizzare tale opera».
Perché, quindi, cambiare idea? Perché fermare l’AV a Praia?
«Noi come comitato tecnico siamo stati ricevuti al Ministero e abbiamo prodotto un documento completo che non lascia dubbi. Tra l’altro, ripeto, il progetto originario era perfetto. Ma dal Ministero traspare un atteggiamento di chiusura. E probabilmente in RFI attendono segnali da parte della politica. Intanto in questo momento allo studio c’è il potenziamento della tirrenica. Mi chiedo ma chi è che decide su una questione così cruciale per il futuro della nostra terra? E perché i nostri politici sono praticamente silenziosi a riguardo? I decisori devono venire allo scoperto e devono assumersi le loro responsabilità. I nostri politici devono scendere in campo con gli elmetti per difendere la realizzazione di una vera AV in Calabria che passi da Tarsia e Cosenza e colleghi Lamezia e Reggio creando una ossatura fondamentale per tutto il sistema trasportistico regionale, nazionale e internazionale. Altre soluzioni annacquate sono solo inutili e dispendiosi surrogati».
*Segretaria cittadina de La Cosenza Che Vuoi
Il Corriere della Calabria è anche su Whatsapp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato