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L’infiltrazione «allarmante» della cosca Gallace: le intimidazioni, i “favori” della società civile e il voto del 2021

Il racconto sulla latitanza di Cosimo Damiano Gallace: «Come stare a pranzo con lui». Sulle elezioni: «Raccolto il consenso evocando la cosca»

Pubblicato il: 29/01/2025 – 12:02
L’infiltrazione «allarmante» della cosca Gallace: le intimidazioni, i “favori” della società civile e il voto del 2021

CATANZARO Una continua «penetrazione nel tessuto criminale del territorio dai tratti allarmanti». Così in conferenza stampa, il procuratore ff della Dda di Catanzaro, Vincenzo Capomolla, delinea i primi dettagli della nuova inchiesta che, questa mattina, ha portato all’arresto di 44 persone su ordine del gip del Tribunale di Catanzaro. L’inchiesta della Dda di Catanzaro riguarda, dunque, l’operatività delle cosca Gallace, «la più radicata nel basso Jonio catanzarese con asfissiante controllo del territorio e capace di garantire lunghe latitanze ai propri vertici», ha spiegato ancora Capomolla.

I “favori” dalla società civile

«Abbiamo tracciato il quadro delle relazioni di cui godeva la cosca, e poi l’esistenza di un tessuto della società civile sui cui favori la cosca poteva contare». Secondo Capomolla, inoltre, l’operazione «ha anche consentito di individuare elementi che hanno permesso questo controllo attraverso intimidazioni, anche brutali, e con protervia, del tipo “potete pensare solo se ve lo permettiamo noi”». E poi la capacità di condizionamento elezioni comunali e attività del Comune. «Abbiamo tracciato relazioni organiche di un imprenditore che, con alcune aziende, faceva gli interessi della cosca come il traffico di armi con ingenti trattative dalla Serbia, parliamo di armi comuni e da guerra», ha spiegato Capomolla. Inoltre, «abbiamo notato l’interesse della cosca anche del contrabbando con la rotta balcanica, Grecia e Turchia, oltre alle ormai consuete forme di comunicazione crittografata con l’uso di criptofonini da parte della cosca», ha precisato ancora il procuratore ff della Dda di Catanzaro. Un aspetto «inquietante quello della capacità della cosca di rifornirsi di armi anche dall’estero, in particolare est Europa, e da furti: fucili di alta precisione e Kalashnikov, un arsenale inquietante».

La proiezione internazionale e la cattura dei Gallace

Secondo il procuratore aggiunto, Giancarlo Novelli «l’organizzazione aveva anche una proiezione internazionale con soggetti di seconda e terza generazione rispetto ai vertici storici». E, a proposito delle armi dalla rotta balcanica, «si tratta di un traffico preoccupante soprattutto dopo le guerre». Mentre per il comandante Mazzullo l’arresto di Cosimo Damiano Gallace nel 2021 «non ha fatto chiudere indagini, anzi, le ha fatte ampliare. Abbiamo scoperto che il latitante, di fatto, era circondato da tutti i comfort», riuscendo anche a condizionare «la vita politica del Comune, indirizzando il voto del 2021, e poi le scelte degli amministratori». L’inchiesta, inoltre, parte dall’individuazione di tre latitanti, di cui uno inserito nell’elenco con Matteo Messina Denaro, Cosimo Damiano Gallace, «il cui arresto è stato fondamentale per ricostruire l’assetto della cosca. Poi, un anno dopo, l’arresto del fratello Antonio ad Anzio, centro insieme a Nettuno interessato dalla cosca Gallace, e un terzo fratello arrestato in Sicilia mentre era in procinto di partecipare a un summit mafioso».

La cattura di Cosimo Damiano Gallace

«L’arresto di Cosimo Damiano Gallace nell’ottobre 2021 è stato il frutto di un’attività classica, poi è iniziata la decrittazione delle chat Sky Ecc, è stato come stare a pranzo con il boss e osservarne la latitanza, in sostanza. L’analisi delle chat confermava la necessità del latitante di nascondersi nel loro territorio e la capacità della cosca Gallace di “controspionaggio” criminale sulla attività dei carabinieri, addirittura sapevano a quale reparto appartenesse una nostra pattuglia, comunicando tra loro tutti i movimenti sospetti. Cosimo Gallace aveva tra l’altro rubato l’identità ad un’altra persona, creando un falso documento di identità come Matteo Messina Denaro».

Le elezioni del 2021

A proposito delle elezioni comunali a Badolato del 2021, «la lista civetta – secondo Capomolla – dimostra l’esistenza di un accordo pre-elettorale poi concretizzatosi dopo le elezioni, con il candidato della lista civetta entrato nell’amministrazione. Il dato importante, però, è la modalità di raccolta del consenso, evocando la presenza della cosca». (a.c.)

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