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Il sistema turistico calabrese «in mano ad Anastasi» nel racconto del pentito Accorinti

Il collaboratore racconta di «cene con l’ex dirigente» anche a Londra e «favoritismi» per alcune strutture. «Era lui a scegliere e decidere tutto»

Pubblicato il: 05/02/2025 – 19:09
di Giorgio Curcio
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Il sistema turistico calabrese «in mano ad Anastasi» nel racconto del pentito Accorinti

VIBO VALENTIA «Pasquale Anastasi lo conosco personalmente, l’ho incontrato in diverse occasioni come alla fiera turistica di Rimini, a Londra a alla “Bit” di Milano, questo per svariati anni». E ancora: «In occasione di queste fiere ho avuto anche occasione di cenare con lui, sempre a spese della Regione Calabria, era la persona con la quale si doveva scendere a compromessi se si voleva ottenere qualche genere di finanziamento pubblico in ambito turistico». Davanti ai pm della Dda di Catanzaro, il collaboratore di giustizia Antonio Accorinti (cl. ’80) racconta quanto di sua conoscenza sull’ex dirigente della Regione Calabria, tra gli imputati nel processo “Maestrale” di scena davanti ai giudici del Tribunale di Vibo Valentia, nato dalla riunione delle tre inchiesta “Olimpo” – quella in cui è coinvolto proprio Anastasi – “Imperium” e “Maestrale-Carthago”.

«I finanziamento dovevano passare attraverso il dipartimento di Anastasi»

Nel prosieguo delle dichiarazioni, il pentito spiega: «Le strutture turistiche potevano avere accesso a dei finanziamenti che, tuttavia, dovevano passare attraverso il dipartimento di Anastasi. Personalmente io e la mia famiglia non abbiamo mai voluto accedere a queste forme di finanziamento, solo una volta partecipammo ad un bando e stavamo quasi per aggiudicarci un finanziamento di circa 800mila euro ma saltò tutto all’ultimo in quanto rinunciammo per via del fatto che non eravamo nella condizione di ricevere i soldi», cioè, «avevamo delle licenze ritirate per problemi con la giustizia». Secondo Accorinti, inoltre, «l’ufficio di Anastasi si occupava anche di smistare i turisti stranieri selezionando le strutture ricettive alle quali destinarli». «Quando dico che Anastasi era colui con il quale bisognava scendere a compromessi», precisa ai pm il pentito, «intendo dire che era lui la persona che sceglieva i tour operator ai quali dare gli incentivi per i voli charter offerti dalla Regione Calabria, potendo in questo modo influenzare la destinazione dei turisti presso l’una o l’altra struttura».

Le cene e le “assenze”

Ma non è tutto. Nei suoi racconti ai pm, infatti, il collaboratore di giustizia racconta di alcune cene nel corso delle quali «si parlava anche del rigonfiamento dei costi relativi alla partecipazione alle fiere, alle cene e di come tutto venisse mal gestito». E Accorinti fa un esempio a tal proposito. «Andavamo in queste fiere a pubblicizzare le nostre strutture e una volta lì non trovavamo nulla, intendo interpreti, arredo o altro che, soprattutto all’estero, consentisse di interloquire con i visitatori. Aggiungo anche che nessuno degli organizzatori o dei dirigenti era mai presente sul posto, diversamente da quanto avveniva in occasione delle cene, alle quali partecipavano sempre tutti e dove spesso venivano ospitati anche personaggi famosi».

Le strutture “scelte” da Anastasi

I racconti del pentito Accorinti sull’ex dirigente regionale continuano. «In diverse occasioni Anastasi si è recato al mio villaggio, a cena, insieme ad un uomo che credo lavorasse sempre all’ufficio regionale per il turismo e con il quale, spesso, uscivo anche la sera. Ricordo anche che, quando ci trovavamo a Londra, dopo cena, questi se ne andavano al Casinò ed in una occasione cenammo sempre a spese della Regione Calabria nel ristorante del cugino di Francesco Giuseppe Bonavita, Armando». E, infine, a proposito delle strutture ricettive in Calabria, Accorinti ha spiegato ancora ai pm: «C’erano alcune di queste alle quali Anastasi era più legato, tra cui quella del suocero di Vincenzo Calafati, di soprannome “Giarra”. Quest’ultimo e Anastasi, in occasione delle fiere, li vedevo sempre insieme che si appartavano a parlare», racconta. «Molte volte si avvicinavano allo stand Calabria anche operatori esteri chiedendo del responsabile con cui potersi interfacciare ma non c’era mai nessuno e questa cosa, alla lunga, per noi addetti del settore, risultava anche piuttosto frustrante». (g.curcio@corrierecal.it)

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