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l’indagine

I «traumi non accidentali» dei fratellini di Paola. «L’incapacità di mamma e nonna di fornire attendibili spiegazioni»

I motivi che hanno spinto chi indaga a concentrare l’attività investigativa sul compagno della mamma dei minori, finito ieri in carcere

Pubblicato il: 08/02/2025 – 15:41
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I «traumi non accidentali» dei fratellini di Paola. «L’incapacità di mamma e nonna di fornire attendibili spiegazioni»

COSENZA Interrogate sui presunti maltrattamenti subiti dai bimbi di 3 e 2 anni, originari di Paola, la mamma e la nonna materna dei piccoli non hanno saputo dare risposta ai carabinieri intenzionati a far luce sulle molteplici fratture ed ematomi presenti sul corpo dei fratellini. L’attenzione dei militari poi si è concentrata sul compagno attuale della mamma, Giovanni Fiore, ieri finito in carcere a seguito del «provvedimento applicato per i reati di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali gravi». Nei suoi confronti, chi indaga, è convinto di aver raccolto «gravi indizi di colpevolezza», l’uomo era già sottoposto agli arresti domiciliari al termine dell’operazione “Affari di Famiglia”.

Le presunte condotte violente

Il primario di Chirurgia pediatrica dell’ospedale di Cosenza, che ha in cura i piccoli, dottore Fawzi Shweiki ha escluso «la natura accidentale delle lesioni subite dai minori che appaiono, viceversa, compatibili con un’azione violenta da parte di un adulto». Simili traumi, precisa il medico non possono essere riconducibili a banali cadute, ma sono identici a quelli riportati da chi è vittima di «una caduta dall’alto» o di «un incidente stradale». Insomma, la irrequietezza paventata dalla madre dei fratellini non sarebbe causa dei traumi riportati dai minori. Ecco perché i militari hanno intensificato e indirizzato l’attività di indagine sulla figura del compagno della donna. Per l’accusa «le condotte violente sono da ascriversi a Fiore (…) non solo dall’incapacità delle due donne di fornire alcuna attendibile spiegazione sulle lesioni», ma anche da quanto sostenuto da mamma e nonna – per le quali è stato disposto il divieto di avvicinamento ai piccoli – in una conversazione. Durante il colloquio, le due si soffermano sul peggioramento delle condizioni di salute di uno dei bimbi e dal tono utilizzato sembrerebbe che «le donne fossero ben a conoscenza di cosa fosse accaduto» e «che la causa di quanto occorso fosse a loro “esterna” e dettata da un’azione violenta». L’evento traumatico oggetto della discussione è legato alla frattura del braccio destro di uno dei minori, avvenuta mentre faceva il bagnetto con la nonna. Per chi indaga, invece, anche in questa occasione il trauma sarebbe conseguenza di un evento non «avvenuto accidentalmente», ma bensì frutto di violenze. (f.b.)

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