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L’ANALISI

Le crociere a Crotone: siamo sicuri che sia un bene?

Ovunque c’è una riflessione, in Calabria l’entusiasmo è alle stelle. Basterebbe ragionare sugli errori degli altri per avere un vantaggio di partenza

Pubblicato il: 18/02/2025 – 12:26
di Lucia Serino
Le crociere a Crotone: siamo sicuri che sia un bene?

Un suggerimento non richiesto all’assessore al turismo della città di Crotone, Maria Bruni. I passeggeri da crociera sono il segmento turistico più problematico che un luogo possa immaginare di accogliere. Sarebbe meglio ridurre gli entusiasmi per il programma di sbarchi del 2025. La Disney di bordo garantisce tutto e oltre ai passeggeri dei mostri marini, a partire dai pasti che si moltiplicano come in un miracolo, abbondanti, esagerati, da esplosione glucidica, e da servizi all inclusive che non sfugge niente, piscine a ogni piano, per piccoli, adulti e adulteri, giovani, anziani, gli spettacoli, la sala cinema, le foto ricordo col capitano, il massaggio drenante e i profumi free tax, free si fa per dire. Le case galleggianti sono impattanti, questo ormai è universalmente condiviso, scaricano escursionisti per un breve giro nei luoghi di sosta, quasi nessuno compra qualcosa, di sicuro non si mangia a terra, tanto è tutto a bordo già pagato. Molti, soprattutto con il caldo estivo, restano in ammollo in piscina, l’escursione a Capocolonna sì, forse, però, di certo con quella sguardo di chi non vede l’ora di tornare a farsi l’aperitivo con i sedani e i finocchi, pensando di rimediare al pain au chocolat sfornati caldi alle 11 del mattino e sta con un occhio sulla brochure della pro loco e un altro sul menù della giornata che li attende al rientro nei saloni ripulite con l’aspirapolvere.
Esagerazioni? Basta guardare alle altre città, a quello che è oggi la Calabria – bellissima senza che ci siano discussioni su questo – e a quello che può essere secondo nuove strategie di sviluppo turistico. Tanto per cominciare la sostenibilità ambientale, proprio a Crotone. Sarebbe utile ricordare che a parità di chilometri percorsi l’impronta carbonica dei giganti del mare supera quella dell’aereo. Rispetto alle navi che trasportano merci, le navi da crociera richiedono infatti un fabbisogno energetico molto più elevato. Si pensi alle luci, alle camere, alle cucine, all’aria condizionata, alle piscine e a tutti gli altri servizi di bordo a disposizione di migliaia di persone. 
Se per molti una vacanza su una nave da crociera potrebbe essere un sogno nel cassetto, per l’ambiente si tratta di un vero e proprio incubo. Questi mastodontici hotel galleggianti, infatti, peggiorano in maniera significativa la qualità dell’aria delle città portuali che toccano nel loro viaggio e rilasciano nell’atmosfera una grande quantità di gas climalteranti. Guardiamo anche alle economie locali: il cliente delle crociere sulla terraferma spende meno del normale turista perché tende a rimanere nella sua bolla di comfort, acquistando prodotti e servizi offerti dalla compagnia navale. Il business è tutto per le grandi compagnie. Nelle città che soffrono di overtourism, da Barcellona, a Venezia, ad Amalfi la discussione è centrale e i dati inoppugnabili. 
La Calabria non soffre di overtourism, è un vantaggio di prospettiva e di programmazione. Gli anni dell’esodo dei napoletani sull’alto Tirreno, che non sono del tutto smaltiti, hanno lasciato un’eredità pesante, di cui ancora soffre la Calabria, devastazioni urbanistiche, villaggi spuntati come funghi, assalto al demanio. Leggo che nel 2025 sono attese 34 navi da crociera fino a dicembre. Ma da nessuna parte riesco a trovare un dato che sarebbe importante conoscere, l’impatto che gli sbarchi hanno avuto finora sull’economia locale. Secondo uno studio di Deloitte & Touche, Università di Genova e Università di Amburgo per Costa crociere la spesa degli ospiti è “pari ad un valore medio di 74,60 euro a passeggero in ogni porto europeo toccato dalle navi della compagnia e il 60% degli ospiti dichiara di voler tornare nelle destinazioni visitate”. Dunque le crociere sarebbero un vantaggio. Eppure basta are un occhio a quello che succede a Venezia per farsi una controidea sull’impatto che l’economia da crociera genera sul Pil.
Questi dati qualcuno li ha rilevati a Crotone? Sappiamo quanti crocieristi sono poi ritornati? E quanti sono venuti perché spinti dai racconti di chi qui è sbarcato? Il futuro delle crociere, del turismo e delle città in Europa e in tutto il mondo sta cambiando. Le valutazioni ecologiche e sociali stanno spingendo le città a riconsiderare il modo in cui accolgono i turisti, molte dicono no alle navi da crociera. Ovunque c’è una riflessione, in Calabria invece l’entusiasmo è alle stelle. Eppure basterebbe fare un ragionamento sugli errori degli altri per avere un vantaggio di partenza. È faticoso, ma perché non provarci? (redazione@corrierecal.it)

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