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«La ‘ndrangheta da decenni è una delle cause dello spopolamento della Calabria»

La riflessione dopo l’intimidazione al sindaco Alfredo Barillari: «Il Sud diventa un deserto e pochi criminali alimentano gli stereotipi»

Pubblicato il: 05/03/2025 – 18:50
di Vito Teti
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«La ‘ndrangheta da decenni è una delle cause dello spopolamento della Calabria»

Faccio mio questo duro comunicato di Sergio Gambino, a nome della casa della Cultura Sharo Gambino, ed esprimo la mia vicinanza e solidarietà al sindaco Alfredo Barillari, anche perché l’immagine di una macchina nera, bruciata, violentata rende vani i tanti sforzi di amministratori, Circoli Culturali, scuole, associazioni, che sono impegnate per cambiare il destino di una zona tra le più abbandonate d’Italia e con i dati più preoccupanti di spopolamento. Lo faccio mio perché, proprio qui, un grande scrittore e intellettuale come Sharo Gambino, ha scritto il primo libro sulla e contro la ‘ndrangheta. Anche il coraggio di pochi intellettuali, mossi da spirito civile e amore della Calabria, viene vanificato con questi atti che hanno la capacità perversa di creare apatia, indifferenza e fare fuggire i giovani da un mondo dove non si sentono liberi e vengono ricattati. Bisogna dirlo senza mezze parole: la ‘ndrangheta da decenni è una delle cause, un concausa, dello spopolamento della Calabria. Nessuno lo vuole dire. Tranne rari casi, non si parla più di criminalità, non si fanno analisi, non si fanno denunce, non si fanno manifestazioni. Silenzio assordante. Ogni tanto qualcuno, anche con buoni motivi, parla della ‘ndrangheta per affermare principi di garantismo (affermati nella Costituzione), ma il garantismo è quasi sempre per sostenere, legittimamente, i diritti che vanno assicurati, sembra ovvio ribadirlo da chi si sente sempre e comunque garantista, anche a chi delinque, ma poche volte il garantismo viene preteso per le vittime, per chi paga il pizzo, per chi non può scegliere dove e cosa acquistare, per gli amministratori che operano nella legalità, per quanti vivono onestamente della loro fatica. E intanto dalle Serre di Gambino i giovani continuano ad andare via, non solo per motivi economici, ma per scelte etiche e civili, con dolore, senza averne voglia e, certo, magari, potranno capitare in luoghi più invivibili e mafiosi da quelli che lasciano, ma intanto il Sud diventa un deserto e pochi criminali consolidano e alimentano gli stereotipi anticalabresi, di cui non sono responsabili sempre gli altri, e certamente non lo sono coloro che non si rassegnano e che, nonostante tutto, resistono.

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