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Sanità calabrese, serve responsabilità. Con Occhiuto la svolta è già iniziata

Il dibattito aperto in Consiglio regionale sull’informativa sanitaria del presidente Occhiuto ha messo in evidenza, quanto sia difficile ancora, in Calabria, mantenere il confronto politico su un ter…

Pubblicato il: 10/04/2025 – 11:47
di Candida Tucci*
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Sanità calabrese, serve responsabilità. Con Occhiuto la svolta è già iniziata

Il dibattito aperto in Consiglio regionale sull’informativa sanitaria del presidente Occhiuto ha messo in evidenza, quanto sia difficile ancora, in Calabria, mantenere il confronto politico su un terreno concreto. Le critiche mosse dalle opposizioni in consiglio regionale verso il governatore, consistenti esclusivamente in attacchi sul piano personale per una scelta medica del presidente, hanno deviato l’attenzione dai contenuti sostanziali anziché entrare nel merito delle questioni cruciali per la salute dei cittadini calabrese.
Parlare di “privatizzazione strisciante” o sollevare sospetti sulla libera scelta di un medico significa ignorare il contesto in cui ci troviamo.
Sulla questione specifica dell’intervento chirurgico cui si è sottoposto il presidente, è bene chiarire che il medico che lo ha operato è uno specialista di alto profilo, chiamato per la specificità dell’intervento. Si tratta di una prassi perfettamente legittima all’interno del nostro sistema sanitario che riconosce al cittadino – qualunque cittadino – il diritto di affidarsi a un professionista anche al di fuori della propria sede abituale, soprattutto in casi di particolare complessità. Non si tratta di un privilegio e non è certo una prerogativa riservata al governatore.
Quanto alla questione del settore privato accreditato nel sistema sanitario regionale v’è da dire che la demonizzazione ideologica di questa componente è miope e dannosa. In molte regioni italiane – anche a guida progressista – la collaborazione tra pubblico e privato è uno strumento essenziale per garantire accesso alle cure, qualità dei servizi e sostenibilità economica. In Calabria, dove mancano strutture, personale e investimenti da decenni, il contributo del privato non è un’anomalia: è una risorsa indispensabile.
La Calabria è stata commissariata nella sanità dal 2010 ed in questi anni si sono succeduti ben cinque commissari nominati dal Governo centrale, in gran parte espressione di governi di centrosinistra. Solo oggi, per la prima volta, la funzione commissariale coincide con la guida politica della Regione. Un fatto che consente finalmente una responsabilizzazione diretta e una programmazione coerente, integrata, radicata nei bisogni dei territori.
È fin troppo ingenuo per essere preso in considerazione parlare di “fallimenti” della sanità ascrivibili oggi al presidente Occhiuto, ben sapendo – e le opposizioni non possono non saperlo avendo rivestito i panni di maggioranza in questi anni – che l’amministrazione del sistema sanitario costituisce l’ambito più articolato e impegnativo della governance pubblica, sia sotto il profilo politico che gestionale. Soprattutto tenendo conto che il governatore è commissario della sanità solo da poco più di due anni, in un contesto segnato da ritardi cronici, mancanza di personale, carenze infrastrutturali e disorganizzazione lasciata in eredità da oltre un decennio di gestione straordinaria inefficace.
La determinazione che il presidente Occhiuto ha dimostrato sin dal suo insediamento nel richiedere al Governo centrale la titolarità della funzione commissariale è un atto che parla da sé. Non tutti, al suo posto, avrebbero fatto la stessa scelta. Avrebbe potuto, infatti, optare per una strada politicamente più comoda, mantenendo i commissariamenti esterni e lasciando che le responsabilità continuassero a ricadere su figure tecniche calate dall’alto. Invece ha scelto di assumersi in prima persona l’onere e l’onore di governare il settore più critico della nostra Regione, esponendosi, con coraggio, a giudizi, difficoltà e attacchi politici. Questa è testimonianza di voler davvero cambiare le cose anziché commentarle da bordo campo.
La verità è che con Occhiuto si è finalmente avviato un cambio di passo:
– l’arrivo dei medici cubani,
– il riavvio dei concorsi dopo anni di stallo,
– la nascita di Azienda Zero,
– l’apertura di cantieri strategici come quello dell’ospedale di Arcavacata,
sono tutte azioni concrete che puntano a ricostruire un sistema sanitario efficiente, moderno e centrato sul cittadino.

Se oggi si può discutere pubblicamente di un vero “piano sanitario”, è proprio perché la Calabria è tornata a decidere per sé stessa, dopo anni in cui ha dovuto subire decisioni assunte a Roma da tecnici distanti dalla realtà calabrese.
Il presidente Occhiuto ha avuto il coraggio di dire le cose come stanno e di avviare un’opera di ricostruzione senza precedenti. Ma serve tempo, serve lavoro, serve il contributo di tutti. E soprattutto serve uscire dalla logica sterile del “tanto peggio, tanto meglio”, che ha condannato la sanità calabrese a una lunga agonia.
Chi oggi siede all’opposizione ha certamente il diritto di criticare, ma ha anche il dovere di proporre. Servono soluzioni non polemiche. E su questa strada, l’Impresa c’è.

* Presidente regionale della Filiera Salute di Confapi Calabria

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