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l’intricata vicenda

Il “caso” Giandomenico Oliverio e il problema del randagismo in Calabria

L’animalista lo scorso 19 aprile ha ricevuto l’esecuzione della convalida del sequestro di 14 cani intestati a sé e ai genitori

Pubblicato il: 26/04/2025 – 11:06
di Emiliano Morrone
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Il “caso” Giandomenico Oliverio e il problema del randagismo in Calabria

CACCURI Tre punti sono assodati riguardo alla vicenda di Giandomenico Oliverio, l’animalista che lo scorso 19 aprile ha ricevuto l’esecuzione della convalida del sequestro preventivo di 14 cani intestati a sé e ai genitori, più altri 15 non identificati, con l’addebito, tra gli altri, di esercizio di canile abusivo e detenzione degli animali al di fuori delle condizioni dettate dalla legge e, secondo un verbale dei carabinieri del 9 aprile 2025, «in una grave situazione igienico-sanitaria» del fondo, in agro di Caccuri (Crotone), in cui il 32enne teneva i suoi amici a quattro zampe.
Primo: Giandomenico è in buona fede, in base a numerosissime testimonianze di chi lo conosce, e da nessuna parte risulta che nella sua lunga attività di volontario ci sia stato scopo di lucro o animo d’illecito.
Secondo: il ragazzo necessita di un’assistenza legale robusta e immediata, perché dalla data di notificazione dell’ordinanza di convalida di sequestro emessa dal gip, relativa a un fascicolo aperto a carico del giovane e dei genitori, ci sono a regola dieci giorni per appellare il provvedimento con cui i cani detenuti sono stati trasferiti in un canile privato di Torre Melissa (Crotone).
Terzo: Oliverio ha bisogno di un aiuto concreto da parte di animalisti, associazioni, volontari e comuni cittadini che volessero sostenerlo sul piano economico e pratico nella sistemazione del suo terreno, in modo da ospitare i propri cani secondo le norme vigenti. Che, si badi, non prevedono un numero massimo di animali detenibili in proprietà, per quanto precisato da diversi addetti ai lavori.
In questa storia, al di là degli aspetti tecnici, non passa inosservato un paradosso. Giandomenico, che è un ragazzo buono, sincero, innocuo e incapace di nuocere agli altri, paga assieme ai propri genitori per una passione verso i cani che difficilmente viene compresa all’esterno. Dal canto suo, il sistema pubblico, in Calabria come altrove, non ha ancora affrontato a modo il problema del randagismo e la normativa di specie resta confusa, incompleta e inattuata, benché imponga obblighi precisi alle istituzioni sanitarie, che hanno risorse, e ai Comuni, che invece non ne hanno.
Finora Oliverio aveva ospitato e accudito una trentina di cani a proprie spese, anche grazie a pochi aiuti di cinofili che, per quanto appreso, ogni tanto gli regalavano del mangime. Oliverio si occupa di anziani: fa il massofisioterapista in una clinica del Crotonese, in cui presta regolare servizio quasi ogni giorno, dal mattino al pomeriggio. È pacifico che ha dato il massimo, in solitudine, per curare i cani alloggiati nella sua proprietà e poi intestati quasi tutti a sé e a familiari. Parliamo di animali raccattati per strada e sottratti al freddo, alla fame, a insidie, all’abbandono. Dunque, se vogliamo, il ragazzo ha dato una grossa mano anche al sistema pubblico. Che, però, si è accorto tardi di questa sua attività e si è limitato a rilevare aspetti scontati, senza però consolidare interventi capillari ed efficaci in materia di randagismo. Di fatto, Oliverio manteneva con le proprie, limitate disponibilità economiche tutti i cani che aveva salvato, anche evitando pericoli ai cittadini. Questo, come ha di recente denunciato Giuseppe Trocino, presidente dell’Enpa di Crotone, è ancora un problema nel 2025, perché l’affetto per i cani si può tradurre, per il combinato disposto di regole, prassi e carenze esistenti, in sanzioni amministrative o risvolti penali per chi quel sentimento pratica e coltiva in maniera ingenua e spontanea.

Il sindaco Luigi Quintieri e Enrico Rizzi

Il sindaco di Caccuri, Luigi Quintieri, ha ieri ricevuto in municipio l’animalista e influencer Enrico Rizzi, siciliano di origine, che con una cinquantina di interessati ha partecipato a una manifestazione pro Oliverio svoltasi nello stesso paese. Rizzi era stato critico verso il primo cittadino di Caccuri, ma si si è ricreduto davanti all’esposizione dei fatti da parte di Quintieri, che non ha mai inteso penalizzare Oliverio, del quale ha anzi considerato e colto la sensibilità umana.
Come altri piccoli Comuni, Caccuri non ha fondi propri per costruire un canile. Peraltro, estraneo ai recenti sviluppi, Quintieri aveva già chiarito di non aver firmato, per mancanza di istruttoria e parere medico, un Tso nei confronti di Oliverio, richiestogli durante il sequestro dello scorso 19 aprile.
Nelle ultime ore, il consigliere regionale Antonello Talerico ha offerto la propria assistenza a Giandomenico in qualità di legale. Anche Rizzi ha messo a disposizione i propri avvocati per difendere il giovane, che, giova ripetere, è coinvolto in un procedimento penale insieme ai propri genitori.
È giunto il tempo della concretezza, posto che la vicenda è iniziata quasi un anno fa e sinora Oliverio è stato piuttosto, comprensibilmente, disorientato. Il caso, ormai divenuto nazionale, ha riaperto la discussione sul randagismo e sulla necessità che il sistema pubblico dia al riguardo risposte buone e concrete. Magari partendo dalla riforma delle norme vigenti, dalla riorganizzazione e dal potenziamento dei Servizi veterinari, dall’appostamento di apposite risorse a vantaggio dei Comuni. Sarebbe auspicabile, poi, evitare la logica dell’individuazione del capro espiatorio per nascondere disfunzioni invece da risolvere. (redazione@corrierecal.it)

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