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la ricostruzione

Omicidio a Lamezia, richieste di denaro e litigi alla base della tragedia

Lungo interrogatorio del padre di Bruno Di Cello, ucciso a colpi di pistola alla Marinella. Il 64enne ora è in carcere a Catanzaro

Pubblicato il: 03/05/2025 – 9:59
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Omicidio a Lamezia, richieste di denaro e litigi alla base della tragedia

LAMEZIA TERME Un lunghissimo interrogatorio, concluso solo nella tarda serata di ieri. Quello di Francesco Di Cello, il 64enne responsabile e reo confesso dell’omicidio del figlio, il giovane Bruno Di Cello, avvenuto nella tarda mattinata di ieri nella zona Marinella, a Sud di Lamezia Terme.
Un fatto di sangue che ha lasciato attonita la comunità lametina, maturato nell’ambito di un contesto familiare diventato particolarmente difficile.  
A ricostruire la vicenda, gli agenti di Polizia del Commissariato di Lamezia Terme, diretto dal dirigente Antonio Turi. Alla base dell’omicidio, compiuto con un solo colpo di pistola che ha raggiunto in faccia il figlio uccidendolo all’istante, in via Trani, potrebbero esserci state dunque continue richieste di denaro da parte del figlio, scatenando litigi violenti. Fino al drammatico epilogo di ieri mattina.  
Il 64enne, ex guardia giurata, si trova ora nel carcere di Siano, a Catanzaro, dopo il fermo emesso dal sostituto procuratore della Repubblica di Lamezia Terme, Gualberto Buccarelli. L’accusa è di omicidio, detenzione e porto abusivo di arma clandestina e di ricettazione della stessa arma. (redazione@corrierecal.it)

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