Carceri, allarme sovraffollamento in Italia. In Calabria situazione critica
Report della Corte dei Conti sulle infrastrutture penitenziarie: la nostra regione registra numeri meno alti di altre realtà ma comunque negativi

LAMEZIA TERME La situazione non è drammatica come quella di altre regioni ma è comunque grave e preoccupante: anche nelle carceri della Calabria il sovraffollamento resta una grossa criticità, con oltre 250 detenuti oltre la capienza regolamentare. E’ quanto emerge dall’ultima relazione della Corte dei Conti su “Infrastrutture e digitalizzazione: Piano Carceri”, approvata dalla Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato con una delibera di alcuni giorni fa. «A dieci anni dalla conclusione della gestione commissariale – scrive in generale la Corte dei Conti – l’analisi sullo stato di attuazione del “Piano Carceri” evidenzia situazioni critiche di sovraffollamento carcerario che – soprattutto in Lombardia, Puglia, Campania, Lazio, Veneto e Sicilia – assumono contorni ai limiti dell’emergenza, anche alla luce dei dati del Ministero della Giustizia… Sebbene non raggiungano i livelli finora rappresentati, anche gli istituti situati in Calabria e in Sicilia – spiega ancora la magistratura contabile – sono interessati dal problema del sovraffollamento carcerario. In particolare, per la Sicilia, il divario, al 31 dicembre 2024, tra detenuti presenti (6.936) e capienza regolamentare (6.439 posti) indica n. 497posti mancanti. Per la Calabria, la differenza, alla stessa data, tra numero di detenuti presenti (2.977) e capienza regolamentare (2.711 posti) mostra n. 266 posti mancanti (alla data del 31 marzo il numero dei detenuti presenti era diminuito ma di solo 8 unità, per un totale di 2.969, ndr). Per la risoluzione di siffatte criticità si attende ancora il completamento di importanti interventi di nuova realizzazione, quale quello presso la Casa circondariale di Agrigento e presso l’Istituto di Reggio Calabria Arghillà, quest’ultimo già previsto nel Di del 2014 ed attualmente di nuovo in fase di avvio dopo lungo e articolato contenzioso».

Le criticità
Sempre in generale la Corte dei Conti evidenzia che «accanto alla necessità legata alla creazione di nuovi posti detentivi emergono la mancata realizzazione di numerosi interventi e l’urgenza di completare quelli di manutenzione straordinaria già avviati, per migliorare le condizioni ambientali, igienico-sanitarie e di trattamento all’interno degli istituti. Molteplici – secondo la Corte dei Conti – le cause dei ritardi: dalle inadempienze contrattuali da parte delle imprese, ai mutamenti repentini delle esigenze detentive rispetto al passo dei lavori, fino alle carenze nei finanziamenti necessari per attuare le modifiche progettuali, con la necessità di applicare il principio dell’individualizzazione della pena, che impone una corretta collocazione dei detenuti all’interno delle strutture in base alla loro condizione giuridica e alle esigenze trattamentali». La “raccomandazione” della Corte dei Conti all’amministrazione penitenziaria dunque è quella di «predisporre fin dall’inizio stime realistiche dei costi, accompagnate da una pianificazione efficace delle risorse e dalla definizione di linee guida per le strutture penitenziarie, coerenti con gli standard minimi europei e internazionali. Al nuovo Commissario straordinario si chiede di tenere conto delle criticità emerse dall’indagine e di assicurare un attento monitoraggio degli interventi nel rispetto dei cronoprogrammi procedurali e finanziari, per evitare ulteriori ritardi e criticità». (c. a.)
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