Ultimo aggiornamento alle 23:30
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 3 minuti
Cambia colore:
 

l’inchiesta della dda

‘Ndrangheta, l’influenza e le pressioni dei Labate al Gebbione di Reggio Calabria

Quattro arresti eseguiti questa mattina, tra cui i fratelli Michele e Francesco Salvatore Labate. Nel mirino anche il settore della grande distribuzione

Pubblicato il: 13/05/2025 – 10:33
‘Ndrangheta, l’influenza e le pressioni dei Labate al Gebbione di Reggio Calabria

REGGIO CALABRIA All’alba di oggi i Carabinieri del Ros – con il supporto in fase esecutiva del Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria e  dello Squadrone Eliportato Carabinieri Cacciatori “Calabria” – coordinato dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria diretta dal Procuratore della Repubblica f.f., Giuseppe Lombardo, hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del Tribunale di Reggio Calabria, nei confronti di 4 soggetti, tutti a vario titolo ritenuti di far parte della cosca “Labate”, articolazione di ‘ndrangheta egemone del quartiere Gebbione di Reggio Calabria. I quattro, in particolare, sono accusati a vario titolo di associazione di tipo mafioso.

Si tratta di:

Labate Michele (cl. ’56) in carcere;
Francesco Salvatore Labate (cl. ’66) in carcere;
Paolo Labate (cl. ’85) in carcere;
Antonino Laganà (cl. ’71) ai domiciliari.

Il dopo “Heliantus”

I provvedimenti scaturiscono da un’articolata indagine del ROS, avviata nel 2019, che ha consentito di documentare gli assetti della cosca, riattualizzandoli, nel periodo successivo gli arresti eseguiti nella precedente indagine “Heliantus” rispetto al quale il presente procedimento si è posto quale logica prosecuzione, mettendo in luce come il sodalizio abbia mantenuto inalterata la pervasività sul tessuto economico della zona di influenza, consentendo di individuarne il presunto vertice nei fratelli Michele e Francesco Salvatore Labate dopo l’arresto dei fratelli maggiorenti Antonino (cl. ’50) e Pietro Labate (cl. ’51), ritenuto da sempre capo carismatico del sodalizio.

La grande distribuzione

Gli inquirenti, inoltre, avrebbero documentato il controllo pervasivo del territorio esercitato, in questo caso, da Michele Labate il quale, per ridurre i rischi di esposizione alle indagini delle forze di polizia, ha organizzato una ben congeniata rete di comunicazioni attraverso incontri riservati presso luoghi ritenuti sicuri, utilizzando fidati fiancheggiatori per “schermare” gli appuntamenti. E poi la “pressione” esercitata dagli indagati sugli operatori economici del territorio di riferimento, costretti a subire sistematiche azioni vessatorie per l’imposizione di prodotti alimentari e al pagamento di proventi estorsivi. In questo quadro, Paolo Labate – anche per conto del padre Michele, durante il periodo di carcerazione – avrebbe mantenuto rapporti con gli imprenditori legati alla cosca da occulte sinergie, agevolando e coordinando l’infiltrazione nei settore lucrosi tra cui quello della grande distribuzione alimentare.

Le ‘mbasciate di Laganà

Dalle indagini, inoltre, è emersa la disponibilità da parte dei fratelli Michele e Francesco Salvatore Labate di fidati collaboratori, tra cui è emerso Antonino Laganà, soggetto deputato a veicolare messaggi ed ambasciate, riscuotere proventi estorsivi, eseguire azioni ritorsive e mantenere rapporti con i rappresentanti della comunità Rom al fine di consentire alla cosca il controllo sulla microcriminalità operante sul territorio. (redazione@corrierecal.it)

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del mare 6/G, S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano | Privacy
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x