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la conferenza stampa

Il «disegno unitario» e la pervasività della ‘ndrangheta. Lombardo: «La Provincia continua ad esistere»

Colpo ai clan Barbaro “Castani” e Alvaro. Gli interessi nel narcotraffico e il tentativo di “aggiustare” un processo. «Una multinazionale del crimine»

Pubblicato il: 21/05/2025 – 12:31
di Mariateresa Ripolo
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Il «disegno unitario» e la pervasività della ‘ndrangheta. Lombardo: «La Provincia continua ad esistere»

REGGIO CALABRIA Cellule che operano attraverso “un disegno unitario”, “la forza della ‘ndrangheta risiede nella sua collegialità”. A sottolinearlo è il procuratore ff della Repubblica di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo nel corso della conferenza stampa a seguito dell’inchiesta “Millennium” della Dda reggina, che questa mattina ha portato a 97 arresti. Oltre mille i militari impegnati sul territorio per un’operazione che ha fatto luce sull’operatività dei “locali” reggini di Sinopoli, Platì, Locri, Melicucco e Natile di Careri , nonché di quelli di Volpiano, in provincia di Torino, e Buccinasco (Milano), Coinvolte le consorterie di ‘ndrangheta operanti nei tre mandamenti della provincia reggina (Centro, Jonico e Tirrenico).

L’inchiesta

Al centro delle indagini le cosche Barbaro “Castani” di Platì e Alvaro di Sinopoli, tra cui sarebbero emerse delle fibrillazioni. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, dei reati di associazione a delinquere di tipo mafioso, concorso esterno all’associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico, anche internazionale, di sostanze stupefacenti, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, scambio elettorale politico mafioso e detenzione e porto di armi.
Tra gli episodi emersi c’è anche un momento di tensione tra i Barbaro “Castani” e gli Alvaro di Sinopoli, con il sequestro lampo di un appartenente alla cosca Alvaro per un debito di 45mila euro da una compravendita di sostanze stupefacenti e rilasciato dopo il pagamento una prima tranche.
Nuovi dettagli sono emersi poi sul sequestro di Mariangela Passiatore avvenuto a Brancaleone nell’agosto 1977. La vittima, moglie di un imprenditore milanese, fu assassinata poche ore dopo il rapimento e i resti non furono mai ritrovati. I carcerieri la uccisero colpendola a bastonate al capo.
Le indagini hanno messo in luce il tentativo da parte della cosca Commisso di “aggiustare” un processo previa il pagamento di 125mila euro. Accertata, inoltre, l’esistenza di un’associazione a finalizzata a favorire il procacciamento di voti in diverse consultazioni elettorali e in particolare per una candidata – poi non eletta – alle elezioni per il rinnovo del Consiglio Regionale della Calabria.

La droga dal Sud America a Platì per arrivare in Lombardia

In conferenza stampa è emerso l’interesse della cosca Barbaro “Castani” nel traffico di stupefacenti. “Elementi di assoluta novità – ha detto il comandante del Gruppo Carabinieri di Locri Pugliese – è l’emersione di una struttura stabile tra l’alleanza dei tre mandamenti”, che lavorava per l’importazione dall’estero di cocaina che arrivava da Brasile, Panama e Colombia. L’importazione avveniva attraverso il porto di Gioia Tauro grazie a operatori compiacenti. Lo stupefacente una volta giunto a Platì veniva immesso nell’hinterland Milanese e Pavese da soggetti originari di Platì che vivevano al Nord.

Lombardo: “La forza della ‘ndrangheta è nella sua collegialità”

Denominata “Millennium”, il nome dell’operazione, secondo quanto emerso in conferenza stampa, “ha a che fare con il tempo entro cui la struttura ha operato e continua ad operare”. “Se ci fosse stato un solo carabiniere ad ascoltare tutte le intercettazioni di questa inchiesta, avrebbe ascoltato intercettazioni per 233 anni. Questo è un dato che dimostra quanto sia indispensabile lo strumento di conoscenza straordinario costituito dall’attività di intercettazione”, ha spiegato il procuratore Lombardo sottolineando la forza e la pervasività dell’associazione mafiosa, definita “una multinazionale del crimine“. Quando parliamo di ‘ndrangheta, parliamo di “un fenomeno mondiale che da questo territorio trae decisioni, strategie, e che consegue obiettivi di elevatissimo spessore criminale”. Secondo quanto spiegato da Lombardo i soggetti indagati si definivano “un corpo unico”. Noi dell’antimafia – ha sottolineato il procuratore – siamo un corpo unico, a dare risposte che non sono per niente scontate”. “Abbiamo a che fare con famiglie di alto rango criminale. La forza della ‘ndrangheta è la collegialità, la Provincia è un organo collegiale. Oggi parliamo di quelle famiglie che hanno il potere di convocare la Provincia”, ha detto ancora Lombardo.  
In conferenza stampa presenti anche i sostituti procuratori Walter Ignazitto e Stefano Musolino, che hanno sottolineato la pervasività e la capacità “resiliente” della ‘ndrangheta. “La Provincia continua ad esistere, non è finita con l’operazione Crimine. La struttura non è cambiata. Ma – ha detto Lombardo – Noi non ci fermiamo, andiamo avanti”. 

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