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Catanzaro, Area Democratica per la Giustizia: «Serve rispetto, non delegittimazione»

Giovanni Zaccaro e i rappresentanti di Adg esprimono vicinanza ai magistrati. Strangis: «Attacchi avvilenti. Viscomi: «Lavoriamo per il cittadino, non contro l’avvocatura»

Pubblicato il: 21/05/2025 – 11:26
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Catanzaro, Area Democratica per la Giustizia: «Serve rispetto, non delegittimazione»

CATANZARO In un momento di forte tensione tra le Camere penali e la magistratura del distretto giudiziario di Catanzaro, segnato da contrasti anche accesi, Area Democratica per la Giustizia ha voluto esprimere la propria vicinanza ai magistrati calabresi. A guidare la delegazione in visita è stato avvocatGiovanni Zaccaro, consigliere presso la Corte d’Appello di Roma e segretario nazionale dell’associazione, che ha incontrato i magistrati locali per un confronto diretto e per riaffermare il valore del loro operato. Insieme a lui Giovanni Strangis, presidente della Giunta Distrettuale dell’Anm e Graziella Viscomi, sostituta procuratrice della Repubblica presso la Procura di Catanzaro e referente locale di Area Democratica per la Giustizia

Zaccaro: «Qui per sostenere i magistrati, non per polemizzare»

«Noi di Area Democratica per la Giustizia – ha dichiarato Zaccaro – siamo venuti in tanti a Catanzaro non per schierarci o fare polemica. Noi siamo per l’affermazione dei diritti, delle garanzie e della giustizia giusta. Per i diritti, la garanzia e la giustizia giusta serve serenità, servono norme che funzionino e servono risorse».
Zaccaro ha evidenziato le criticità del distretto calabrese e di tutta l’Italia meridionale, sottolineando l’impegno necessario per affrontare sfide ambientali e sociali complesse: «Dobbiamo essere attenti al distretto di Catanzaro e al distretto dell’Italia meridionale, che sono da soli a fronteggiare emergenze ambientali molto serie, e dobbiamo abbandonare le polemiche. Però non dobbiamo neanche delegittimare il lavoro dei magistrati, soprattutto dei tanti, tanti giovani magistrati che qui nel distretto lavorano ogni giorno, con sacrifici personali e familiari».
Infine, ha chiarito lo spirito dell’iniziativa: «Siamo venuti qui non per tifare per gli avvocati o per i superprocuratori, ma per essere vicini alla magistratura giovane calabrese».

Strangis: «Ricevere attacchi è avvilente»

Parole condivise anche da Giovanni Strangis che ha espresso il disagio dei magistrati locali rispetto al clima di scontro che si è venuto a creare. «In questo clima i sentimenti certamente non sono dei più felici – ha affermato – perché ricevere attacchi in questi termini è, come ho già avuto modo di dire, avvilente quando in realtà la cifra quotidiana del nostro impegno è massima nel garantire un servizio giustizia efficiente, una giustizia giusta e rispettosa dei diritti di tutte le parti». Strangis ha ribadito la serietà e la competenza della magistratura catanzarese: «La professionalità dei magistrati del distretto di Catanzaro non è in discussione e non lo sarà nemmeno in un contesto difficile come questo, laddove al dialogo, alla misurazione mite, hanno fatto spazio purtroppo una serie di attacchi e un lessico che a noi non appartiene».

Viscomi: «Lavoriamo per il cittadino, non contro l’avvocatura»

Anche Graziella Viscomi ha voluto rimarcare il significato della visita. «Voglio ringraziare il gruppo di Area – ha dichiarato – perché oggi ha deciso di venire qui in una giornata infrasettimanale, quindi logisticamente scomoda. Però si è fatta questa scelta in modo da trovare più colleghi possibile in ufficio, in maniera da raggiungere tutti. Questa è una sede dove spesso i colleghi sono di fuori, non ci sono soltanto i calabresi e quindi la volontà era quella di incontrare tutti e di esprimere solidarietà e vicinanza a delle espressioni che hanno un po’ mortificato l’operato della magistratura calabrese».
Viscomi ha poi voluto allontanare l’idea di uno scontro tra magistratura e avvocatura, parlando invece di una missione comune: «Non mi piace la parola conflitto – ha spiegato – perché l’Avvocatura e la Magistratura, come tutti gli operatori del diritto, hanno una missione comune. Non utilizzo a caso la parola missione, cioè noi ci occupiamo di persone, abbiamo tante battaglie da combattere insieme, quindi non ci sentiamo distanti dall’Avvocatura».
Infine, ha concluso: «Siamo dispiaciuti perché riteniamo che ci sia stato un atteggiamento che ha trascurato di considerare quanti sacrifici la magistratura come la stessa Avvocatura fa in un territorio così difficile. Quindi siamo qui, io ci lavoro, ma sono qui con il mio gruppo per testimoniare questo impegno e la volontà di operare sempre nell’interesse del cittadino». (redazione@corrierecal.it)

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