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Cosenza: cessione, lentezze e scadenze. Catanzaro, stabilità tecnica e capitale umano

Il club giallorosso punta sulla continuità, valorizzando uomini simbolo e un’identità precisa. In riva al Crati tornano i rumors sul passaggio di proprietà, senza nessuna certezza

Pubblicato il: 02/06/2025 – 7:52
di Francesco Veltri
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Cosenza: cessione, lentezze e scadenze. Catanzaro, stabilità tecnica e capitale umano

A campionato finito per entrambe le calabresi di B, si inizia a parlare timidamente di futuro. Ma se il Catanzaro guarda alla prossima stagione con rinnovato ottimismo e le solite certezze, il Cosenza continua a vagare nel buio.

Cosenza: cessione, lentezze e scadenze

C’è fermento (si fa per dire) attorno al Cosenza Calcio. Nell’ultima settimana le voci di una possibile cessione della società hanno ripreso a circolare rapide. Stavolta si parla di un gruppo del Nord Italia, precisamente dell’Emilia Romagna con a capo Vincenzo Oliva di origini cosentine, che sarebbe arrivato vicino alla porta blindata di Eugenio Guarascio, già cinta d’assedio da fondi stranieri e aziende locali e non, tutti più o meno con la stessa aspirazione (almeno così in tanti sperano): provare a restituire un’anima al pallone rossoblù.
Pare – pare, s’intende – che ci sia stato perfino un movimento sospetto verso un notaio. Ma siamo ancora nel regno dell’indiscrezione, della voce catturata al volo tra un caffè macchiato e un «vedrai che stavolta è quella buona». Di concreto, per ora, c’è solo l’attesa. E la scadenza imminente: entro il 6 giugno bisognerà capire se il Cosenza potrà essere iscritto al prossimo campionato di serie C, senza nuove penalizzazioni a fare da ciliegina su una torta già indigesta.
Nel frattempo, i tifosi si aggrappano alla speranza che almeno queste scadenze siano state rispettate. Un compito affidato, negli ultimi due mesi, soprattutto al consulente finanziario Luigi Micheli. Ma anche qui serve cautela: nel mondo del Cosenza, la normalità è sempre un evento straordinario. Sorprende, ma non troppo, il modo in cui la società si sta (non) muovendo per la prossima stagione. Tra una trattativa presunta e un silenzio tradizionale, ci si chiede: qualcuno sta pensando alla squadra? Al tecnico? Al direttore sportivo?
La risposta più onesta è: forse, ma con la proverbiale calma che ha contraddistinto l’era Guarascio. Un’era fatta di decisioni tardive, di campionati affrontati in ritardo, di scelte tecniche arrivate quando gli altri già parlavano di formazioni. E ora, con la presunta cessione (o l’ingresso di soci, di “teste di legno” o l’ennesimo nulla di fatto…vedremo), si rivede lo stesso copione: soltanto pochi giorni fa il club si è rivolto al Comune per avere l’ok per l’utilizzo dello stadio San Vito-Marulla, fattore indispensabile per l’iscrizione al campionato. L’incontro è stato rinviato a domani. Insomma, un doppio binario surreale: da una parte la burocrazia sportiva da sbrigare alla meno peggio, dall’altra una trattativa (?) che procede a rilento e dai contorni poco chiari.
E viene da chiedersi: che idea ha la società di se stessa? Cosa vuole diventare il Cosenza calcio? Perché, se davvero si è a un passo da un passaggio di consegne reale, sarebbe il caso di spiegarlo alla piazza con parole umane. Non con quei comunicati stampa che sembrano scritti da un algoritmo con problemi di empatia, dove si parla senza dire, si promette senza credere, si chiarisce oscurando.

Crema: come scritto sopra, il 6 giugno è la data cerchiata in rosso. Entro quel giorno si saprà se il Cosenza, ancora nelle mani della proprietà attuale, parteciperà ufficialmente al prossimo campionato di serie C, e soprattutto come. Poi, però, servirà finalmente uno scatto in avanti. O almeno uno sguardo onesto alla città. Perché se c’è una verità che anche i più fedeli al capo hanno iniziato ad ammettere sottovoce, è che questa tifoseria non ne può più. Ha un’urgenza profonda, e neppure tanto silenziosa: quella di non dover più sapere che Guarascio e Scalise sono alla guida del club.
Amarezza: mentre il futuro societario resta in bilico, il presente, quello sul campo, non regala certezze. Tra le voci, sempre loro, che si rincorrono con insistenza, ce n’è una che un po’ provoca dispiacere più delle altre: Aldo Florenzi potrebbe lasciare Cosenza. Il ragazzo, talento cristallino e cuore rossoblù, ha vissuto una stagione complicata, segnata da qualche infortunio e da un carico di responsabilità sproporzionato. La fascia da capitano gli è stata affidata come una medaglia, ma senza protezioni attorno è diventata un peso. Florenzi è stato lasciato solo, come tanti prima di lui. E ora, per il bene del ragazzo, un cambiamento di maglia appare probabile. Ma anche malinconico. Perché se c’è qualcuno su cui si potrebbe costruire un futuro diverso, è lui.

Aldo Florenzi (foto Cosenza calcio)

Catanzaro, stabilità tecnica e capitale umano

Dopo l’uscita a testa alta dalle semifinali playoff, il Catanzaro non sta perdendo tempo. Il club giallorosso ha già acceso i motori in vista della prossima stagione, la terza consecutiva in serie B. L’obiettivo è chiaro: continuare a essere protagonista. E il presidente Floriano Noto vuole farlo ancora con Fabio Caserta in panchina.
Il tecnico calabrese, originario di Melito Porto Salvo, ha ancora un anno di contratto e tutto lascia pensare che il suo cammino con le Aquile proseguirà. Dopo l’amara esperienza di Cosenza, l’approdo a Catanzaro gli ha offerto l’occasione di prendersi una rivincita importante: con un budget inferiore rispetto alle corazzate della categoria, ha condotto la squadra a un passo dalla serie A, proponendo per lunghi tratti un calcio brillante, nel solco tracciato l’anno precedente da Vincenzo Vivarini.
Non è stata però una stagione priva di ostacoli. Caserta ha dovuto gestire qualche critica iniziale e il peso delle aspettative, vivendo un’annata intensa e, al tempo stesso, logorante. Per questo motivo si è preso qualche giorno di riflessione prima di comunicare al presidente un sì che appare, in ogni caso, scontato. In tal senso, il messaggio social di ringraziamento rivolto alla città, alla tifoseria e alla società – in linea con quello diffuso dal capitano Pietro Iemmello – è un segnale forte e chiaro: Catanzaro rappresenta per Caserta un’occasione di riscatto che non intende lasciarsi sfuggire.
Iemmello, dal canto suo, è il simbolo di questa squadra. A 33 anni ha ancora un anno di contratto, ma vista la sua centralità nello spogliatoio e l’impatto che continua ad avere in campo, non è da escludere un prolungamento. Il suo legame con la maglia giallorossa è evidente e rappresenta un valore aggiunto per il progetto tecnico e umano della società.

Crema: la delusione per la sconfitta in semifinale contro lo Spezia si è subito trasformata in energia per ripartire. Un sentimento condiviso dalla piazza e dalla società. Il presidente Noto ha voluto ringraziare pubblicamente la tifoseria, riconoscendole un ruolo centrale in questa fase straordinaria della storia recente del Catanzaro. La lettera aperta rivolta ai sostenitori ha commosso l’ambiente, confermando l’umanità e l’eleganza di un presidente che, con passione e sobrietà, ha guidato la rinascita del club. Dal ritorno in serie B fino a due playoff consecutivi a un passo dalla serie A, i tifosi sono stati il motore emotivo e identitario del Catanzaro. Le parole di Noto, autentiche e sentite, sono apparse come un gesto di umiltà e riconoscenza, qualità che lo distinguono da altre figure dirigenziali del calcio calabrese. Il confronto con quanto accaduto a Cosenza, soprattutto nell’ultimo anno, è inevitabile e impietoso.
Amarezza: c’è però anche una nota stonata nel finale di stagione: il mancato riscatto di Giacomo Quagliata. L’esterno, arrivato nel corso dell’anno dalla Cremonese, ha saputo imporsi come pedina preziosa nello scacchiere di Caserta, fornendo prestazioni solide e continue. Il suo ritorno al club grigiorosso rappresenta una perdita significativa per i giallorossi. Trovare un sostituto all’altezza non sarà semplice, ma la fiducia nella capacità operativa del Catanzaro è ben riposta. Negli ultimi anni la società ha dimostrato competenza e visione nel costruire squadre competitive, e non c’è motivo per credere che sarà diverso questa volta. (f.veltri@corrierecal.it)

Floriano Noto (foto Us Catanzaro)

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