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Un sistema di allerta rapida contro le aggressioni agli operatori sanitari

In Prefettura di Catanzaro sottoscritto un protocollo d’intesa tra forze dell’ordine, direzioni sanitarie e Centrale unica di emergenza Nue 112

Pubblicato il: 03/06/2025 – 13:22
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Un sistema di allerta rapida contro le aggressioni agli operatori sanitari

CATANZARO Innalzare i livelli di sicurezza del personale sanitario. E’ questo l’obiettivo del Protocollo di intesa sottoscritto questa mattina in Prefettura di Catanzaro tra il prefetto Castrese De Rosa, le forze dell’ordine, le direzioni dei presìdi sanitari e ospedalieri della provincia e la Centrale unica di emergenza Nue 112. Alla sottoscrizione sono intervenuti il Questore di Catanzaro, Giuseppe Linares, il Comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Giuseppe Mazzullo, il commissario straordinario dell’Azienda ospedaliero Universitaria “Renato Dulbecco” di Catanzaro Simona Carbone, il commissario straordinario dell’Asp di Catanzaro, Antonio Battistini, e il responsabile della Centrale unica di risposta Nue 112, Gino Tosi. Il protocollo di intesa (consultabile alla fine dell’articolo) punta a rafforzare la collaborazione e facilitare la comunicazione tra i luoghi di cura, la Centrale Nue 112 e le centrali operative delle forze dell’ordine, al fine di ridurre i tempi di intervento e permettere una risposta più efficace alle situazioni di criticità che mettono a rischio l’incolumità del personale sanitario, un tema diventato di stringente attualità negli ultimi mesi, anche e soprattutto in Calabria, con diverse aggressioni agli operatori – medici e infermieri – soprattutto nei pronto soccorso. Sarà previsto – è emerso nel corso dell’incontro che ha preceduto la stipula del protocollo di intesa – un sistema di allerta rapida, un allarme a pulsante, pensato per situazioni di aggressione: in questo caso il personale potrà avvisare l’operatore, che avrà la possibilità di attivare rapidamente la procedura d’emergenza. L’allarme è già “tipizzato”, ovvero classificato come evento ad alta priorità e già identificato, ad esempio, come “allarme aggressione – pronto soccorso – sala triage”, a seconda di dove si verifica l’evento. «L’operatore – è stato spiegato da Tosi – non deve fare altro che prendere questa segnalazione, inserirla nel sistema con l’indirizzo esatto. In questo modo, a noi compare subito quale forza dell’ordine è competente per intervenire in quella zona. La scheda viene trasmessa immediatamente, con priorità alta».

Gli interventi

«Questa iniziativa – ha detto a sua volta il prefetto De Rosa – nasce a seguito dell’ultima aggressione avvenuta alcune settimane fa all’ospedale di Lamezia Terme. Dopo quell’episodio ci siamo confrontati con i miei colleghi delle forze dell’ordine: il questore Linares, il colonnello Mazzullo dell’Arma dei Carabinieri, il generale Battistini dell’Asp, e la commissaria dell’azienda Dulbecco Carbone. Abbiamo convenuto che fosse necessario dare una risposta concreta. Non è accettabile che medici e operatori sanitari continuino a subire aggressioni. Purtroppo si tratta di un fenomeno che interessa tutto il Paese, non solo Catanzaro o la Calabria. Per questo motivo, abbiamo messo a punto un sistema che consenta di velocizzare gli interventi, collegando direttamente i pronto soccorso con le centrali operative delle forze dell’ordine, attraverso il sistema 112-2. Questo permetterà un’allerta rapida e un’attivazione immediata delle pattuglie, secondo il piano di controllo coordinato del territorio. In molti presidi ospedalieri sono già presenti posti di polizia, che verranno potenziati anche numericamente con i prossimi innesti in questura. Inoltre, vogliamo rendere più semplice e immediato l’intervento in caso di segnalazione, proprio grazie a questo nuovo sistema di allarme rapido. È importante sottolineare che, sebbene non ci sia un aumento significativo degli episodi, questi fatti – anche se isolati – destano comunque preoccupazione. E proprio per questo – ha proseguito De Rosa – vogliamo agire preventivamente, prima che la situazione possa degenerare. Comprendiamo le difficoltà dei cittadini, che spesso esprimono frustrazione, ma è fondamentale ricordare che la violenza non è mai una risposta accettabile a eventuali disservizi. Le aggressioni ai danni del personale sanitario sono sempre da condannare con fermezza. Non solo sono intollerabili, ma offendono anche l’impegno di chi, ogni giorno, lavora in contesti spesso difficili e complessi. Vogliamo quindi dare un segnale forte, rapido e concreto, per essere vicini ai nostri medici e operatori sociosanitari, e per tutelarne la sicurezza». Per il questore Linares «iniziative come questa vanno nella direzione giusta: anticipare e rafforzare le misure di tutela, intervenendo sulle criticità esistenti. Naturalmente, non è possibile militarizzare tutti i presìdi ospedalieri. Tuttavia, l’assenza di senso civico e la crescente impazienza di alcuni individui sfociano talvolta in veri e propri atti di violenza e vandalismo, anche nei confronti del personale sanitario. Per questo motivo, è fondamentale investire in strumenti tecnologici, come la videosorveglianza, e sviluppare approcci innovativi che ci permettano di comprendere e prevenire i meccanismi che portano all’escalation della violenza. Serve una sempre maggiore sinergia tra autorità sanitarie e forze dell’ordine». «La creazione di un sistema di allerta rapida, attivabile in condizioni di particolare criticità – ha sostenuto a sua volta il comandante provinciale dei carabinieri Mazzullo – consentirà alle forze di polizia sul territorio di intervenire in modo più tempestivo ed efficace per affiancare e proteggere il personale sanitario, in un’ottica di prevenzione e gestione delle emergenze». Il commissario dell’Asp Battistini ha osservato: «Dobbiamo tutelare i lavoratori e affrontare anche problemi strutturali, come quelli legati alle risorse e alla gestione. Tuttavia, non possiamo ignorare il bisogno di responsabilizzare i cittadini: il pronto soccorso dovrebbe essere utilizzato solo in caso di reale necessità». Infine, il commissario della “Dulbecco”, Carbone: «Stiamo agendo su due livelli, da un lato quello della sicurezza, per cui abbiamo rafforzato tutte le convenzioni con le autorità competenti; dall’altro stiamo portando avanti un lavoro interno che riguarda anche i pazienti e i loro familiari. Stiamo investendo sull’accoglienza nei nostri presidi, sia a livello generale che all’interno dei reparti. La direzione verso cui stiamo andando non si limita a un approccio formale o burocratico, ma coinvolge anche la gestione dei casi positivi presenti nei reparti».

Il plauso della Cisl

La Cisl Magna Grecia, la Cisl Fp Magna Grecia e la Cisl Medici Magna Grecia, con i rispettivi segretari generali Daniele Gualtieri, Antonino D’Aloi e Luciana Carolei, esprimono vivo apprezzamento per la sottoscrizione del protocollo avvenuta oggi in Prefettura a Catanzaro. «Grazie intanto per la celerità con cui si è dato seguito a un protocollo che possiamo considerare un modello. Non solo per la visione strategica richiamata dal Prefetto, ma anche per i contributi fondamentali di Questura e Arma dei Carabinieri», ha detto Daniele Gualtieri, segretario generale della Cisl Magna Grecia, intervenendo al tavolo in Prefettura.  «Due le chiavi di lettura su cui riflettere: l’implementazione concreta della tecnologia, oggi possibile, e la centralità del lavoro di rete in chiave preventiva. La Cisl – ha aggiunto Gualtieri – ritiene che questa rete sia già una realtà operativa sulle principali tematiche sociali e sanitarie, e riconosce un avvicinamento concreto delle forze di polizia alle istanze che il sindacato promuove, a partire dal tema della sicurezza. Serve ora uno sforzo collettivo per lavorare anche sulla responsabilizzazione dell’utenza e sull’umanizzazione delle cure, affinché il modello affermato con questo protocollo diventi strumento reale di tutela per il personale e occasione per colmare le carenze e valorizzare le eccellenze presenti nel nostro sistema sanitario. La parola d’ordine resta investire in risorse, perché senza queste non ci può essere un vero salto di qualità nei servizi offerti ai cittadini, oltre che impegnarsi sul rafforzamento della rete territoriale e sulle guardie mediche. Una priorità da perseguire per evitare accessi inappropriati agli ospedali e il sovraffollamento dei pronto soccorso, anche per prevenire situazioni di tensione e di stress per gli operatori e l’utenza, ribadendo in maniera molto chiara che nulla giustifica aggressioni violente».  

Il plauso della Uil

Quella del Prefetto di Catanzaro, Castrese De Rosa, sull’attivazione di un sistema di allerta rapida per contrastare le aggressioni ai danni del personale sanitario che coinvolge direttamente i rappresentanti delle Forze dell’ordine, è un’iniziativa lodevole. Si tratta di una decisione che risponde a un’esigenza reale, più volte sollevata dalla Uil Calabria e dalla Uil Fpl Calabria, rispettivamente guidate dai Segretari generali Mariaelena Senese e Walter Bloise, che da anni denunciano un clima di crescente insicurezza negli ospedali, nei pronto soccorso e nei servizi territoriali. Il fenomeno delle aggressioni non è più una semplice emergenza episodica, ma un dato strutturale che attraversa in profondità tutto il sistema sanitario pubblico. Solo nel 2024, in Calabria, sono stati registrati ufficialmente 49 episodi di violenza ai danni degli operatori esercenti le professioni sanitarie. Questo dato di fatto ci ha spinto a lanciare la campagna “Proteggere chi ci protegge”, un’iniziativa volta a riportare al centro del dibattito istituzionale e sindacale la sicurezza nei luoghi di lavoro della sanità pubblica. La situazione che vivono ogni giorno le lavoratrici e i lavoratori della sanità è insostenibile. Operano spesso sotto pressione, con organici ridotti, carichi crescenti e condizioni psicofisiche logoranti, esposti quotidianamente a situazioni conflittuali che possono degenerare. Non è accettabile che gli ospedali e gli ambulatori si trasformino in zone di tensione permanente, dove chi si prende cura degli altri è costretto a lavorare nella paura. Il sistema di allerta rapida che sarà attivato nella provincia di Catanzaro deve rappresentare soltanto l’inizio di un percorso più ampio che sia in grado di coinvolgere tutto il territorio regionale. È urgente affiancare a questa misura una strategia organica che preveda il potenziamento reale dei presidi di sicurezza nei reparti più esposti e, allo stesso tempo, risolva la carenza di personale che, esasperando i tempi di attesa, finisce per indebolire l’accesso ai servizi e a generare situazioni di tensione che potrebbero essere prevenute. Sono tutti questi strumenti che servono alla tutela dei lavoratori della sanità che non può più essere considerata un fatto residuale, ma una battaglia di civiltà, che deve coinvolgere tutte le istituzioni, ma che il sindacato continuerà a portare avanti con determinazione, coerenza e responsabilità. “Proteggere chi ci protegge – dichiara Mariaelena Senese, Segretaria generale della Uil Calabria –  non è solo uno slogan: è un impegno concreto che chiama in causa politica, aziende sanitarie e Stato. La dignità e la sicurezza del lavoro sanitario devono essere un pilastro della sanità pubblica”. “Bene l’iniziativa del Prefetto – aggiunge Walter Bloise, Segretario generale della Uil Fpl Calabria – ma ora servono atti tangibili e risorse vere. Il personale sanitario è stanco di promesse: vuole lavorare in sicurezza e con rispetto”. (c. a.)

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