Caletta Rovaglioso a Palmi, dove la natura incontra la mitologia greca
Un luogo unico, rivitalizzato di recente, dove secondo la leggenda Oreste, figlio di Agamennone e Clitennestra, avrebbe fondato il suo porto

PALMI C’è un piccolo angolo di paradiso dove la natura incontaminata si fonde con le leggende provenienti dall’antica Grecia. Si trova a Palmi, in provincia di Reggio Calabria, e precisamente in località Rovaglioso – Rovagghiusu in dialetto palmese – proprio lì dove migliaia di anni fa Oreste, figlio di Agamennone e Clitennestra che uccise la madre e il suo amante Egisto per vendicare la morte del padre, avrebbe costruito il suo porto.
La leggenda di Porto Oreste
Caletta Rovaglioso viene anche chiamata Porto Oreste. Secondo la leggenda, fu infatti il personaggio della mitologia greca, fratello di Elettra e Ifigenia, a costruirlo assieme ad una città, per ringraziare gli dei di averlo guarito dalla furia e dal rimorso per l’uccisione della madre Clitennestra e dell’amante Egisto. Un compito svolto dopo essersi immerso per sette volte in un fiume, il Metauro, oggi conosciuto come Petrace, che si trovava dopo altri sette ed era alimentato ancora da sette affluenti, proprio come aveva pronunciato l’oracolo di Apollo a Delfi. Grazie alla sua insenatura naturale, Rovaglioso era il rifugio ideale per tantissime navi, tanto da apparire nelle mappe antiche col nome latino di Portus Orestis. Tuttavia, non ci sono testimonianze concrete del fatto che esistesse una città in tempi remoti. Addirittura, alcuni storici ipotizzano che il Porto di Oreste possa corrispondere in realtà al porto dell’antica città di Tauriana, oggi Taureana di Palmi. Secondo i loro studi, la struttura si doveva trovare più a nord, nella zona “La Scala”, tra le località marittime di Pietrenere e Scinà. Nelle cartografie aeree meno recenti appare in quell’area una lingua sabbiosa naturale, che in antichità avrebbe potuto costituire il riparo perfetto per gli scafi colpiti dai venti provenienti da sud e da ovest. Un approdo naturale che, in età romana, pare fu trasformato, con adeguate opere murarie, in un bacino portuale. Tante ipotesi e fantasie, ma quel che si sa quasi per certo è che Rovaglioso è stato molto noto e frequentato fin dal primo secolo dopo Cristo. Si pensa che tra il V e il VI secolo fosse addirittura la residenza vescovile di Longino da Pomaria. A sposare la tesi secondo cui Porto Oreste fosse localizzato nella zona dove si trova attualmente, nel XVI secolo, fu anche il monaco Tommaso Aceti, che nel suo libro «De antiquitatae et situ Calabriae» scrisse che «non lontano dal fiume Metauro vi è Porto Oreste, che gli abitanti della zona chiamano Roccaglioso».
Una delle spiagge più belle d’Italia
Leggenda sì, leggenda no, Taureana sì, Taureana no, di sicuro oggi Rovaglioso costituisce una vera e propria perla incastonata al centro della Costa Viola, quel meraviglioso tratto costiero già censito ZPS e SIC e che da Palmi arriva fino a Scilla. Tra l’altro, Porto Oreste si trova a poca distanza dalla Stazione, da Villa Repaci – antica casa dell’ideatore del premio letterario Viareggio – da Casa Oliva – vecchia residenza nobiliare – e dalle località Torre e Marinella. Insomma, in un’area dall’evidente rilevanza storico-culturale e naturalistica. Un luogo magico che negli ultimi anni è stato molto rivalutato, grazie al lavoro di volontari e comitati cittadini, impegnati nella lotta all’inquinamento e nella valorizzazione del territorio. Frequentano Rovaglioso studenti in cerca di pace per lo studio in vista di un esame universitario, turisti che restano ammaliati dalla bellezza delle acque cristalline e dei tramonti sulle Isole Eolie, oppure semplici residenti che con orgoglio e fierezza rivendicano la bellezza della loro città. A conferma dell’unicità di questo luogo, il primato ottenuto quasi due anni fa, quando il blog di viaggi Travel 365 inserì Rovaglioso tra le dieci spiagge più belle e selvagge d’Italia, oppure il premio conferito da Legambiente a 17 spiagge del nostro Paese, tra cui appunto Porto Oreste, nell’ambito del concorso “La più bella sei tu”. I tratti più caratteristici sono la meravigliosa vista sullo Stretto di Messina – ogni tanto si può anche ammirare la barca chiamata “pescespadara” impegnata nella ricerca di pesce spada -, l’immensa distesa di alberi abitati da cicale e uccelli, e soprattutto la scalinata che conduce alla spiaggia, la Caletta, anche questa rigenerata grazie al lavoro dei volontari. Una volta arrivati giù, dopo una discesa molto impegnativa, ecco che si rimane a bocca aperta: un fondale che per gli amanti della pesca subacquea è come l’El Dorado e un mare cristallino sotto cui nei giorni migliori è possibile, dicono gli anziani del posto, «contare le pietre». C’è poi uno spazio nascosto legato a un’altra curiosità, stavolta non relativa all’antica Grecia ma alla stessa Palmi, il cosiddetto “Bagno delle femmine”, dove un tempo si immergevano in cerca di privacy e tranquillità solo le donne, osservate nel mentre dagli uomini appostati in cima alla scalinata. Perché Rovaglioso, abbiamo visto, è praticamente sempre stato così: un luogo dove curiosità, fantasia e leggende di ogni tipo hanno alimentato nei secoli la magia e l’unicità del posto.
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