La politica recuperi davvero il senso del garantismo
L’avviso di garanzia a Roberto Occhiuto può essere paradossalmente l’occasione per un salto di qualità della classe politica

L’avviso di garanzia a Roberto Occhiuto può essere paradossalmente l’occasione per un salto di qualità della classe politica.
Che da tanti, troppi anni utilizza surrettiziamente le inchieste giudiziarie come clava salvo poi invocare (non è il caso di Occhiuto) il garantismo per se stessa.
È successo già ad ex governatori calabresi essere indagati e poi assolti.
Occhiuto ha investito tutte le sue energie, anche eccessivamente, per il suo ruolo.
È persino ultroneo sottolineare che non sia un corrotto ma il punto non è questo. La separazione dei poteri assegna compiti diversi a magistratura e politica.
Ma il problema culturale, alimentato da diversi fattori, è che nell’accezione comune essere indagati equivalga per essere colpevoli.
In questo la politica ha grandi colpe.
Il centrodestra ai tempi di Berlusconi non ha saputo riformare la giustizia, il centrosinistra ha messo all’angolo la sua cultura socialista.
Anche nelle recenti elezioni amministrative abbiamo visto come la critica politica abbia oltrepassato ogni confine, mettendo in campo argomenti e discussioni giacobine.
Tra poco più di un anno si voterà per le regionali e il salto di qualità imporrebbe che i due schieramenti togliessero ogni tentazione di utilizzare questioni giudiziarie. Si confrontino sul piano politico e delle proposte. Rispettino la presunzione di innocenza come dogma. Lo faccia il PD recuperando realmente la tradizione nobile del riformismo. Lo faccia il centrodestra senza aspetti reazionari.. L’amarezza del presidente è più che comprensibile. Ma certamente vincerà o perderà le elezioni sulla base di questioni politiche. La Calabria non deve essere un luogo nel quale il pregiudizio prenda il sopravvento. Il rispetto reciproco è l’unica strada per ridare alla politica i suoi compiti. E per non assegnare alla magistratura compiti che non vuole.
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