Tra speranza e delusione: i tifosi del Cosenza chiedono un futuro diverso
Un gruppo di sostenitori ha espresso il proprio dissenso verso Guarascio. Poche presenze ma messaggi forti, tra dubbi e cambi societari imminenti

COSENZA Si è svolta nel pomeriggio di oggi, in piazza Carratelli, la manifestazione di protesta organizzata dalla tifoseria rossoblù contro la dirigenza del Cosenza Calcio, con il titolo emblematico “I tifosi sono custodi della storia” e lo slogan ormai diventato un mantra: “Guarascio vattene”. Un appuntamento sentito e carico di significato, anche se la partecipazione è risultata inferiore alle aspettative, soprattutto in un momento tanto cruciale quanto delicato per le sorti del calcio cosentino. Qualcuno tra i presenti, amaramente, ha commentato con un “Guarascio ha vinto ancora una volta”, in riferimento, appunto, alle notizie trapelate (o fatte trapelare) proprio nelle ore che precedenti alla manifestazione sul cambio di proprietà. Non è passata inosservata l’assenza dei gruppi organizzati delle due curve.

Un malcontento accumulato negli anni
Nel cuore della città, i tifosi hanno espresso con fermezza il malcontento accumulato negli anni, proprio mentre, in parallelo, si discute con crescente insistenza del possibile passaggio di proprietà del club. La trattativa, che secondo fonti attendibili sarebbe ormai alle battute finali, vede come protagonista il gruppo imprenditoriale guidato da Vincenzo Oliva, originario di Cosenza ma attivo economicamente in Emilia-Romagna, nel Modenese. Un possibile cambio di gestione che tiene tutti col fiato sospeso. Durante l’evento, il tema dell’imminente svolta societaria è stato inevitabilmente al centro delle discussioni. I giornalisti presenti sono stati assediati da domande e richieste di chiarimenti da parte dei tifosi, ansiosi di comprendere cosa riserverà il futuro al Cosenza Calcio.

Le ombre sul destino del club
Ad aprire ufficialmente la manifestazione è stato il giornalista Giuseppe Milicchio, che ha tracciato un bilancio critico della stagione appena conclusa, soffermandosi sulle ombre che continuano ad avvolgere il destino del club: “Ma qual è ora il futuro?”, ha domandato con tono amaro. “Il futuro è che qui stasera siamo in pochi. Quando mi ha chiamato Antonello Aprile di ‘Cosenza nel cuore’ per presentare questo evento qualcuno mi ha detto: ‘Ma chi te lo fa fare?’. Ma noi non dobbiamo essere una città omertosa.” Milicchio ha poi lasciato spazio ad altri interventi, tra cui quelli di giornalisti e consiglieri comunali. Tra gli interventi più significativi quello di Claudio Dionesalvi, figura storica del tifo cosentino, nonché giornalista, attivista e insegnante, che ha lanciato un accorato appello all’unità e alla mobilitazione: “Veniamo da sette anni allucinanti. Noi vogliamo delle risposte. In maniera civile, ma le vogliamo. Non devono più farci aspettare. Dobbiamo andare sotto la sede di chi gestisce il Cosenza calcio e chiedere chiarezza.” Dionesalvi ha anche proposto una riflessione più ampia di tipo sociale e culturale: “A livello sociologico, un’analisi bisognerebbe farla sul popolo bruzio, che si divide per natura. Forse si è perso l’obiettivo comune, che in questo caso è il Cosenza. Noi tifosi dobbiamo mettere da parte le polemiche e le divisioni, perché quando ci mettiamo tutti insieme, tremano le montagne”. (f.v.)
