Omicidio Vangeli, dopo la sentenza il fratello pensa alle dimissioni da consigliere
La Cassazione ha annullato con rinvio la condanna di Prostamo. E Federico Vangeli scrive al Prefetto: «Decisioni che finiscono per mortificare la memoria delle vittime»

«Ho sentito il bisogno di condividere una riflessione profonda e sofferta: la possibilità di rimettere il mio mandato da Consigliere comunale, perché oggi faccio fatica a riconoscermi nel senso più autentico delle Istituzioni». Sfoga così tutta la sua amarezza Federico Vangeli, consigliere comunale di Filandari, con una lettera indirizzata al Prefetto di Vibo Valentia.
A pesare, la recente sentenza della Corte di Cassazione, «legata alla scomparsa di mio fratello Francesco, vittima innocente di mafia, ha riaperto una ferita che non si è mai chiusa. Ma soprattutto ha incrinato quella fiducia nello Stato che, per chi come me ha scelto di impegnarsi nelle Istituzioni, è tutto». Quella di Federico Vangeli «non è una decisione presa sull’onda dell’emotività. È una valutazione lucida, maturata nel silenzio e nella responsabilità. Ho sempre creduto profondamente nello Stato e nel suo diritto. So che la giustizia ha i suoi tempi e i suoi strumenti, e so che ogni persona ha diritto a un processo giusto. Ma mentre attendiamo la verità – che noi più di ogni altro pretendiamo e rivendichiamo – ciò che non può mancare è il rispetto per il dolore delle famiglie, con decisioni che finiscono per mortificare la memoria delle vittime perché legate non ai fatti, ma a motivi procedurali e a meri aspetti formali».
Federico Vangeli si dice «certo che il Prefetto, che ho sempre stimato per sensibilità e attenzione, saprà accogliere questo mio grido sommesso, che chiede ascolto, giustizia, rispetto. Ringrazio con affetto e gratitudine il mio gruppo consiliare, che mi è vicino in questo momento complesso. E a chi ha creduto in me: sappiate che è proprio la vostra fiducia a frenare, oggi, ogni scelta definitiva. Chiedo che la giustizia, al di là del merito, non dimentichi mai nei tempi e nei modi chi ha già pagato il prezzo più alto».