Riforma giustizia, Parodi: «Dare prima più strumenti ai magistrati». E lancia l’idea referendum
A Lamezia il presidente dell’Associazione nazionale magistrati. «I pm in Italia hanno 1.200 fascicoli a testa»

LAMEZIA TERME «Qua si parla di riforma della giustizia, ma in realtà è una riforma di etichette, di profili ordinamentali. La riforma vera vorrebbe dire, invece, mettere a disposizione del prodotto giustizia finale, uomini, mezzi, strutture, organizzazioni adeguate a quella che è la risposta che il paese si sta aspettando». Rispondendo alle domande del Corriere della Calabria, il presidente dell’Associazione nazionale magistrati Cesare Parodi affronta subito quello che si potrebbe considerare il vero nodo della giustizia italiana, alle prese ormai da diverso tempo con l’eterno dibattito sulla riforma Nordio, separazione delle carriere e una “magistratura indipendente”.
Parodi ha preso parte questo pomeriggio all’incontro organizzato al Tribunale di Lamezia Terme, moderato dal giornalista Mimmo Famularo, alla presenza tra gli altri di Concettina Epifanio (Presidente della Corte d’Appello di Catanzaro), il Procuratore generale di Catanzaro, Giuseppe Lucantonio, Emanuela Costa Procuratore ff di Lamezia. Tra gli interventi, quelli di Giuseppe Borrello, referente di Libera, Annamaria Frustaci della Dda di Catanzaro e l’avvocato Giovanna Fronte.

«1.200 fascicoli a testa per i pm»
Parodi, però, va oltre e ribadisce alcuni numeri: «I pm italiani hanno in media circa 1.200 fascicoli a testa, a livello europeo ne hanno 200. Mi verrebbe da non aggiungere altro. Questo è un dato che la dice lunga su quella che è la tipologia di sforzo e di impegno che evidentemente condiziona i risultati rispetto a quello che è il prodotto europeo della giustizia», spiega Parodi. Per il presidente di Anm, dunque, «prima di parlare di riforme ordinamentali, diamo alla magistratura italiana gli strumenti per operare al meglio. Questa è la nostra richiesta e mi spiace che gli avvocati italiani, in molti casi, non siano al nostro fianco per chiedere un qualcosa che è anche nel loro interesse per i diritti dei cittadini e proprio per poter dare un prodotto finale ottimale».
Parodi aggiunge poi: «Mi spiace che si dica che sulla riforma della giustizia non abbiamo cercato il confronto. È stata la mia prima preoccupazione. Da parte nostra, in questo senso, c’è stata grande e buona volontà. Abbiamo incontrato il Presidente del Consiglio, il ministro più volte e tutti i gruppi parlamentari. Da parte nostra c’è stata sicuramente una volontà di dialogo».

Opzione referendum
Il presidente Parodi, infine, apre uno spiraglio su una opzione: quella del referendum popolare. «Riteniamo altamente probabile che ci sarà, un’occasione per i cittadini con la quale potranno e dovranno manifestare la loro idea, confidiamo di poter almeno provare a convincere le persone su quelle che sono le nostre ragioni e vedremo poi alla resa dei conti se avremo fatto un buon lavoro, se saremo convincenti oppure no. Questo ovviamente non dipende da noi, ma è il nostro auspicio». (g.curcio@corrierecal.it)
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