WhatsApp al posto del CUP: alla “Dulbecco” la corsia preferenziale dei pazienti del «Prof V»
Messaggi, referti e diagnosi: tutto passava per gruppi informali, fuori dalle regole ospedaliere. Pazienti operati senza CUP né ticket

CATANZARO «Prof V». Una indicazione precisa, sufficiente a far capire che il paziente da operare proveniva dallo studio medico di Vincenzo Scorcia, direttore del Reparto di Oculistica all’A.O.U. “Dulbecco” di Catanzaro. Scavalcando liste d’attesa, prenotazioni al CUP e ticket ospedalieri.
Dal “sistema Scorcia” individuato dalla Guardia di Finanza di Catanzaro – di cui abbiamo scritto qui – emergono ulteriori dettagli e che riguardano, ad esempio, l’utilizzo di sistemi tanto semplici quanto funzionali. Come, ad esempio, una chat di WhatsApp, utilissima per l’organizzazione e la programmazione degli interventi chirurgici da effettuare poi presso il Reparto di Oculistica della “Dulbecco” di Catanzaro, diretta appunto dal prof. Vincenzo Scorcia.
Le chat WhatsApp
Gli inquirenti della Procura di Catanzaro sono certi di averla individuata attraverso l’analisi forense dei dispositivi telefonici sottoposti a sequestro. La prima chat di gruppo individuata sull’app di messaggistica era denominata “Distacchi”, per gli inquirenti – e non è difficile intuirlo – una chiara allusione a quelle delle retine, creata da Maria Battaglia il 17 giugno 2020, finita anche lei agli arresti domiciliari insieme al primario. I membri individuati dagli inquirenti erano, oltre a Scorcia e alla segretaria, anche la caposala del Day Surgery, un altro medico estraneo dall’Ospedale dal 2021 e un dirigente medico oculista, anche lui responsabile del Day Surgery presso l’AOU “Renato Dulbecco” di Catanzaro, tutti iscritti nel registro degli indagati.
La diagnosi prima della visita
In questa chat, come ricostruito dagli inquirenti, Battaglia inoltrava i nominativi dei pazienti privati precedentemente sottoposti a visita medica specialistica presso lo studio medico privato e necessitavano di un intervento chirurgico in ospedale per il distacca della retina. Gli inquirenti segnalano, ad esempio, il caso di una paziente visitata il 6 aprile 2023. Quella stessa mattina Battaglia comunicava nel gruppo WhatsApp non solo il nominativo della paziente, ma anche la relativa diagnosi ancora prima che fosse visitata. Il primario Scorcia solo dopo avrebbe diagnosticato un distacco di retina all’occhio sinistro e una cataratta, «rappresentando alla paziente l’urgenza di intervenire chirurgicamente».
I nominativi dei pazienti
E, in effetti, solo 5 giorni dopo sarebbe avvenuto l’intervento, con la paziente inserita in una sorta di lista d’attesa interna – in formato digitale – per la retina chirurgica oltre all’indicazione della data dell’intervento fissata proprio per l’11 e poi eseguita presso all’AOU “Renato Dulbecco” di Catanzaro. La paziente – come ricostruito dagli inquirenti – sarebbe stata operata dal prof. Vincenzo Scorcia presso l’ospedale pubblico, «in assenza di prenotazione mediante CUP o regolarizzazione del Ticket (per come emerso dall’analisi degli atti squisiti)». Dall’analisi degli smartphone, gli inquirenti risalgono ad una seconda chat di gruppo WhatsApp creata nel 2022 denominata questa volta “Gruppo interventi”, «finalizzata ad una migliore gestione degli interventi chirurgici da effettuare presso il nosocomio universitario catanzarese», sempre e soltanto a favorire di pazienti privati. La metodica dell’inserimento dei nominativi dei pazienti privati nella lista di attesa per i ricoveri programmati era in buona sostanza uguale a quella dell’altro gruppo “Distacchi”.
Il CUP non esiste
Gli inquirenti portano ad esempio il caso di un altro paziente di Lamezia Terme che, dopo aver effettuato la solita visita a pagamento (300 euro), nello stesso giorno la segretaria Battaglia invia sul gruppo “Interventi” il referto del paziente, «affinché venisse inserito in lista operatoria per poter eseguire l’intervento di cataratta». Per l’accusa una circostanza che «confermava che ci fosse una vera propria richiesta di programmazione degli interventi eseguita addirittura dalla segretaria dello studio medico privato di Scorcia» ma che, normalmente, avrebbe dovuto essere garantita dalla stessa azienda ospedaliera. Il 5 dicembre 2022, come ricostruito nell’indagine, il paziente si sarebbe «sottoposto ad un intervento chirurgico di rimozione della cataratta» eseguita proprio dal prof Scorcia all’AOU Dulbecco, «senza alcuna prenotazione presso il CUP». (g.curcio@corrierecal.it)