Skip to main content

Ultimo aggiornamento alle 23:51
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 2 minuti
Cambia colore:
 

il riconoscimento

A Don Giacomo Panizza il Premio Iantorno. «Un faro per le nuove generazioni»

Riconoscimento al sacerdote bresciano che da decenni opera in Calabria tra disabilità, migranti e legalità

Pubblicato il: 29/07/2025 – 20:25
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo
A Don Giacomo Panizza il Premio Iantorno. «Un faro per le nuove generazioni»

SAPRI È stato assegnato a Don Giacomo Panizza il Premio Don Giovanni Iantorno 2025, riconoscimento giunto alla sua quattordicesima edizione e destinato a personalità che incarnano l’impegno civile e sociale nel Mezzogiorno. La cerimonia si è tenuta nell’aula consiliare del Comune di Sapri, nell’ambito della rassegna “Frontiere Mediterranee”. Don Panizza, bresciano d’origine ma calabrese d’adozione da decenni, è noto per aver fondato nel 1976 la Comunità Progetto Sud, una realtà radicata sul territorio che si occupa con continuità e tenacia di disabilità, minori, migranti e persone con dipendenze. Una scelta di campo chiara, quella di Panizza, resa ancora più netta nel 2002, quando decise di trasferire la sede della sua opera in un bene confiscato alla ‘ndrangheta, trasformando un simbolo di potere criminale in uno spazio di riscatto sociale.
Il premio, promosso dal Comune di Sapri in collaborazione con la Camera di Commercio di Salerno, la Fenailp e l’Associazione Terre del Bussento, è intitolato alla memoria di Don Giovanni Iantorno, storico sacerdote del Golfo di Policastro, noto per aver guidato la mobilitazione popolare del 1979 in difesa dell’ospedale dell’Immacolata. «Questo premio – ha dichiarato il sindaco di Sapri, Antonio Gentile – rappresenta la nostra memoria e la nostra identità. Figure come Don Giovanni Iantorno e Don Giacomo Panizza sono fari per le nuove generazioni».
Nel ricevere il riconoscimento, Don Panizza ha voluto ricordare la profonda affinità tra il suo percorso e quello del sacerdote cui è intitolato il premio: «Siamo simili. Ciò che si legge nei Vangeli, lui lo ha messo in pratica. Ha scelto di stare dalla parte di chi aveva bisogno. È bello sapere che una simile testimonianza appartiene alla storia del nostro Sud». Una testimonianza che continua a camminare sulle sue gambe, nel solco di una coerenza che non ha mai avuto bisogno di proclami per farsi sentire. (redazione@corrierecal.it)

Il Corriere della Calabria è anche su Whatsapp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato

Argomenti
Categorie collegate

x

x