Casellati: «Al Sud un cambio di passo culturale, non si cerca assistenzialismo ma ricerca e sviluppo»
Il ministro al Corriere della Calabria: «I dati parlano chiaro, oggi è al centro dello sviluppo economico»

REGGIO CALABRIA «Più che Radici al Sud, potremmo dire Benvenuti al Sud. Perché è un evento che è riuscito a rovesciare lo stivale». Esordisce così il ministro per le riforme Maria Elisabetta Casellati, ospite oggi agli Stati generali del Mezzogiorno, organizzati da Forza Italia a Villa San Giovanni. Nel corso del suo intervento, Casellati ha sottolineato il «cambio di passo culturale» del Sud e citando il presidente di Confagricoltura Calabria Alberto Statti, intervenuto poco prima, «non va più con il cappello in mano, ma è al centro dello sviluppo economico. Compete – aggiunge il ministro – con quella parte del Nord che era considerato il traino del paese, oggi è cambiato il paradigma». Il ministro ha ripreso le parole di Tajani sull’importanza di «ascoltare i territori», cosa che «hanno fatto i nostri governatori. Loro non si limitato a governare, ma trasformano le realtà che trovano». Gli esempi, spiega, sono la Basilicata con Bardi, ma anche la Calabria con Occhiuto: «Quando ho letto la notizia delle dimissioni ho pensato: questo è un vero uomo coraggioso. E solo il coraggio ci spinge avanti senza tentennamenti».
Una nuova legge che valuterà l’impatto sulle future generazioni
A margine dell’incontro, il ministro ai microfoni del Corriere della Calabria è tornato sullo sviluppo del Mezzogiorno: «I dati parlano chiaro: crescono Pil ed occupazione, è cambiato l’atteggiamento culturale. Non si cerca più assistenzialismo, ma ricerca e sviluppo. Il Sud sta dimostrando potenzialità e quante risorse può mettere in campo, per noi è motivo di grande soddisfazione». Sul timore di perdere popolazione, ma soprattutto sull’emigrazione di giovani di cui la Calabria continua a soffrire il ministro assicura: «Sto portando avanti una legge che spero venga approvata entro l’anno prossimo e che prevede l’introduzione del Vig, ovvero della valutazione d’impatto generazionale così il legislatore sarà obbligato a nel momento in cui norma a specificare quale sarà l’impatto sui giovani e sulle future generazioni. Questo significa prospettive verso il futuro: i giovani sapranno già quale può essere il loro possibile orientamento e potranno restare a esprimere i propri talenti nella loro terra». (ma.ru.)
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