Regionali, Pignataro (AVS) rivendica le critiche in chat: il centrosinistra non faccia tatticismi
Il segretario regionale di Sinistra Italiana ribadisce al Corriere della Calabria il contenuto del vocale diffuso da un iscritto (poi escluso dal gruppo)

LAMEZIA TERME Nessun passo indietro, anzi la rivendicazione di quanto lamentato nella ormai famosa chat interna al partito dopo la divulgazione del vocale di Fernando Pignataro che dice molto sui rapporti non proprio idilliaci all’interno del centrosinistra ancora alla ricerca del candidato presidente. Il segretario regionale di Sinistra Italiana spiega al Corriere della Calabria i contenuti di quel messaggio di oltre 11 minuti, inoltrato da un iscritto al partito che – annuncia Pignataro – è stato espulso dalla chat stessa: «Ci siamo subito premuniti di togliere dalla chat il protagonista di questa vicenda, non ritenendolo leale nei confronti del partito che, anzi, voleva soltanto danneggiare». Il vocale era riferito alla riunione tra Pd, M5s e Alleanza Verdi Sinistra a Lamezia Terme.
«Qualche buontempone o qualche deluso forse voleva avere molto spazio nel nostro partito, visto che è un partito in crescita, e voleva forse utilizzare questo treno per farsi i fatti suoi: non ha aspettato altro che poter mettere in difficoltà il segretario regionale di Sinistra Italiana – attacca –. A dire la verità si tratta di una chat interna, che è stata portata al di fuori da qualcuno interessato, guarda caso la chat in un primo momento è stata mandata a persone mirate e a qualcuno che poteva farci lo scoop giornalistico… Si tratta – aggiunge Pignataro – di valutazioni e giudizi politici che esprimo all’interno di una discussione con le mie compagne e i miei compagni, tra l’altro se c’è un errore di leggerezza è quello mio di avere un alto senso della democrazia interna per cui io informo passo passo il partito, il gruppo dirigente un po’ più allargato, di tutte le cose che si fanno, delle valutazioni che faccio e delle cose che ne scaturiscono».
Le scuse a Irto: con Nicola rapporto di stima e lealtà
Fin qui i provvedimenti “disciplinari” interni al partito. «Dopodiché – continua Pignataro – se le altre forze ritengono – ma io non credo – di essere state offese, posso assicurare di aver dato una lettura nostra rispetto a una vicenda che, secondo me, non si è complicata, anzi le cose restano sempre abbastanza chiare. L’attenzione si è concentrata sul veto del Pd o di Irto, ma penso che se si esprime una contrarietà a una candidatura non è detto che ci sono antipatie personali o problemi con Irto: io ho grande stima di Nicola. Ho avuto un rapporto sempre leale, mi dispiace di questo incidente di percorso, che non doveva succedere perché si tratta di una discussione interna e riservata. Chiediamo scusa a tutti quanti gli attori di questa vicenda se è venuta fuori una discussione interna e questo ha potuto minimamente mettere in difficoltà il tavolo nel suo complesso».
Il parallelismo con le spaccature nel governo Prodi II
«Alcune valutazioni politiche che ho fatto con i miei compagni, nella coerenza e linearità che mi contraddistinguono, le avrei potute inserire in una dichiarazione ufficiale, come ho sempre fatto. Io racconto la vicenda dando pure molto significato ad alcune cose che sono successe in questi giorni, come la carta dei principi presentata da Anna Laura Orrico, che avevamo valutato già prima, con le condizioni per stare insieme in una maggioranza, dei passaggi molto positivi per evitare che si creino dei problemi. Io vengo da un’esperienza personale: ho fatto il deputato col secondo governo Prodi: non essendoci una linearità e avendo delle visioni diverse su vicende importanti come la legge 30, i diritti del lavoro, la questione della legalità e della trasparenza, quel governo che si reggeva su una indistinta maggioranza – soprattutto al Senato – è caduta ai primi colpi, proprio perché non c’era unità. Allora io credo che decidere di stare insieme su alcune questioni importanti è la cosa la cosa fondamentale in questo momento».
«Il candidato in Calabria spetta a noi». I nodi Tridico e Stasi
«Ma – rivendica Pignataro – io non credo di aver denunciato un fatto di grande scorrettezza. Io credo che la titolarità della proposta per la Calabria sia appannaggio nostro, come io ritengo, per una questione di quadro nazionale, noi siamo stati leali con tutte le altre forze per due regioni che saranno governate dal centrosinistra, mi auguro: la Sardegna e la Campania. Siamo stati leali e in Calabria riteniamo di essere una forza in crescita che ha delle buone possibilità, dal consigliere regionale uscente (Lo Schiavo, ndr) alla candidata alle europee Maria Pia Funaro, fino a Flavio Stasi, un candidato di area che non è sicuramente iscritto a uno dei due partiti che compongono l’alleanza. Abbiamo ritenuto di farlo, legittimamente lo ha fatto pure il Movimento 5 Stelle, mettendo sul piatto un candidato fortissimo come l’europarlamentare Pasquale Tridico, a cui noi riconosciamo tantissime qualità e tra le altre quella di essere stato uno dei protagonisti perché il Movimento 5 Stelle aderisse al gruppo della sinistra, Left, lo stesso cui abbiamo aderito con i nostri parlamentari. C’è tutto il rispetto fermo restando che, però, c’è un fatto prioritario, c’è un’indisponibilità di Tridico che ha annunciato in tutte le piazze della Calabria».
«Flavio Stasi la nostra prima scelta». Un sondaggio
AVS continuerà a rivendicare la guida della Calabria fornendo un altro nome? «Noi abbiamo fornito tre nomi a dire la verità – chiarisce Pignataro al Corriere della Calabria – e a tutti i tavoli ci siamo presentati con quella rosa di qualità di cui parlavo prima. Ritengo, però, che il centrosinistra non possa assumere, in questo momento, per motivi di tattiche interne – che in politica ci stanno – e a pochi giorni dalla presentazione delle liste posizioni di diniego nei confronti di quella che noi riteniamo, in questo momento, la candidatura più forte e più vincente che ci possa essere all’interno della nostra regione, che è quella di Flavio Stasi». Secondo Pignataro il profilo è perfetto per più motivi: è «un sindaco che si è distinto, che guida la terza città della regione ed è giovane, viene dalle lotte e dalle battaglie sociali e ambientaliste, ha battuto la destra in due occasioni, ma nell’ultima ha praticamente stracciato e ha fatto scappare, nel suo territorio, Roberto Occhiuto. Se sarà lui il candidato del centrosinistra – al netto delle voci che circolano – riteniamo che quella di Stasi sia una candidatura su cui bisogna concentrare l’attenzione e liberarla subito per la sua capacità di penetrazione, anche trasversale, che ha in tutto il territorio regionale. Non lo dico io, ci sono decine e decine di sindaci di tutte le forze politiche del centrosinistra (leggi la notizia anticipata dal Corriere della Calabria) che stanno dicendo su tutte le chat un gran bene e stanno dando un sostegno incondizionato a Stasi. Io credo che noi abbiamo dato alla coalizione la possibilità di avere un candidato vincente, che può farcela e che farà, sicuramente, una grande campagna elettorale. Del resto, alcuni sondaggi che circolano già in questo momento (Pignataro non cita però la fonte, ndr) ci danno sotto di quattro punti. Quattro punti in una campagna elettorale di un cavallo di razza che girerà tutta la Calabria e che, soprattutto, fa breccia nei giovani – indispensabili in una battaglia di rinnovamento e cambiamento – crediamo che possa essere la carta vincente. La sosterremo al tavolo sperando che intorno a questa proposta si crei una coesione delle forze politiche: non è una scelta radicale che si impone ad alcuni, è la scelta di una persona di qualità interna alla sinistra, un amministratore che quindi “sta sulle cose” e che potrebbe avere il supporto e l’apporto di tante forze, anche moderate, che siedono al tavolo». (redazione@corrierecal.it)
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