West Nile, Rizzo (Asp Cosenza): «Contagi sotto controllo, ma l’attenzione resta alta»
Il direttore sanitario dell’Asp fa il punto sulla diffusione del virus nella provincia cosentina e invita alla collaborazione per rafforzare le misure di prevenzione

COSENZA Il direttore sanitario dell’Asp di Cosenza, Martino Rizzo, ha fatto il punto sulla situazione legata al virus West Nile in provincia. Lo ha fatto con un messaggio pubblico in cui ha ricostruito il quadro attuale, chiarendo numeri, meccanismi di trasmissione e azioni messe in campo per la sorveglianza e la prevenzione.
«Abbiamo imparato a conoscere il virus della “Febbre del Nilo” – scrive Rizzo – ormai presente in tutta Italia». Dopo averne parlato già nel settembre 2024, oggi il direttore torna sull’argomento segnalando che, dopo i casi a Catanzaro, anche a Cosenza sono stati registrati nuovi contagi.
Ma – avverte – è necessario fare chiarezza sui numeri: «È vero che abbiamo tanti nuovi casi sospetti o probabili, ma la certezza arriva solo con la conferma diagnostica tramite la ricerca di anticorpi, che richiede tempo». Anche per quanto riguarda i dati diffusi su media e siti web, Rizzo sottolinea che «si parla di una ventina di morti e di circa 500 casi, ma i dati ufficiali riportano numeri più bassi».
Per quanto riguarda l’Asp di Cosenza, alla data del 14 agosto 2025, sono stati registrati cinque casi totali, di cui solo due confermati (uno tra i nuovi casi e uno tra i precedenti). Numeri dunque contenuti, ma che richiedono attenzione.

Il virus, spiega ancora il direttore sanitario, ha come serbatoio naturale gli uccelli selvatici, che infettano le zanzare, le quali possono trasmettere l’infezione ad altri uccelli, ma anche all’uomo e ai mammiferi, soprattutto i cavalli.
Nonostante ciò, la trasmissione attraverso la puntura di zanzara non deve essere vissuta come un dramma: «Solo 1 caso su 150 sviluppa sintomi e 1 su 1000 può evolvere in encefalite letale». I soggetti più esposti alle forme gravi sono anziani e persone già debilitate, che possono manifestare febbre alta, forti mal di testa, disorientamento, tremori, dolori muscolari, disturbi della vista, convulsioni, encefaliti, paralisi o addirittura coma.
Nei soggetti sani, invece, l’infezione passa spesso inosservata o provoca sintomi lievi, che si risolvono in pochi giorni.
L’Asp di Cosenza ha già attivato i protocolli di sorveglianza integrata, sia veterinaria che umana. Le azioni in corso riguardano: la sorveglianza entomologica, con trappole per la cattura di zanzare; il monitoraggio degli uccelli selvatici, serbatoio del virus; la sorveglianza di sintomi neurologici negli allevamenti di equini; l’osservazione sanitaria dei casi sospetti umani, accompagnata da indagini epidemiologiche per risalire all’origine del contagio.
Accanto a queste attività, l’Asp sta intervenendo con operazioni di disinfestazione a supporto dei Comuni interessati, per contenere la popolazione di zanzare.
Ma, ammonisce Rizzo, se la situazione è oggi sotto controllo, serve uno sforzo collettivo per evitare sviluppi peggiori: «Dobbiamo attuare interventi di bonifica ambientale, riducendo i siti di svernamento delle zanzare, eliminando raccolte d’acqua stagnante, pulendo fiumi e torrenti per favorire il deflusso delle acque, e programmando attività di disinfestazione antilarvale nei tempi giusti».
Queste attività spettano ai Comuni, ma anche i cittadini possono fare la loro parte: evitare ristagni d’acqua, svuotare o coprire serbatoi, non lasciare acqua nei sottovasi, pulire regolarmente le grondaie.
Infine, in zone dove le zanzare sono più presenti, Rizzo consiglia l’uso di repellenti, zanzariere e «tutto ciò che impedisca alle zanzare di pungere».
Il messaggio conclusivo è netto: «La collaborazione è essenziale». (redazione@corrierecal.it)
Corriere della Calabria è anche su Whatsapp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato