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La passione lasciata fuori dallo stadio: il caso della campagna abbonamenti del Cosenza calcio

Con le curve chiuse «per ora», si alimenta il sospetto di un braccio di ferro con la tifoseria. Il club parla di strategia gestionale, ma per molti è una chiara presa di posizione

Pubblicato il: 27/08/2025 – 8:04
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La passione lasciata fuori dallo stadio: il caso della campagna abbonamenti del Cosenza calcio

COSENZA Non ci voleva certo la palla di vetro per prevederlo: la campagna abbonamenti del Cosenza Calcio, lanciata con la puntualità di un orologio rotto (a campionato già iniziato), ha subito generato un vespaio di polemiche. E il motivo è chiaro: le curve, Sud e Nord, cuore pulsante e vociante del “Marulla”, resteranno escluse «al momento» dalla vendita, per una «razionalizzazione degli spazi interni».
Tradotto dal diplomatico al quotidiano: niente abbonamenti per chi vive lo stadio come un rito, per chi canta anche sotto la pioggia, per chi non si è mai tirato indietro neanche nei momenti più grigi della storia rossoblù.
In una città dove il tifo è religione e le curve sono il pulpito, l’assenza di quelle voci suona come un silenzio assordante. E in effetti, il clima tra la società e la piazza bruzia non è dei più sereni già da tempo. Ora, dopo questa decisione, la frattura appare come certificata, non più solo tra club e tifosi, ma anche con l’amministrazione comunale, da mesi in rotta con la dirigenza rossoblù.
Le parole del sindaco Franz Caruso, nelle settimane scorse, avevano già messo in luce le crepe profonde nel rapporto istituzionale. Ma a gettare benzina sul fuoco ci ha pensato l’iniziativa del club, che a buona parte della tifoseria (basta leggere i social per averne un’idea chiara) sembra più una provocazione che un’apertura. «Il Cosenza è di tutti», recita lo slogan della campagna. Ma non di quelli che abitano le curve. «Premiamo la fedeltà ai nostri colori», continua il comunicato. Ma la fedeltà, quella vera, è stata lasciata fuori dai tornelli, e il rapporto da «rinsaldare» tra club, tifoseria e città – come recitava una replica del Cosenza calcio ad un nostro articolo dello scorso 11 agosto – appare già un ricordo sbiadito.
Il sospetto di tanti addetti ai lavori e non, neanche troppo velato, è che la scelta di escludere le curve sia una risposta indiretta – ma neanche troppo – alla presa di posizione dei gruppi organizzati, che avevano già annunciato la loro assenza dallo stadio come forma di protesta. Una mossa, quella del club, che suona per tanti più come un dispetto che come una strategia. Difficile, infatti, leggere come «razionalizzazione» quella che appare piuttosto una razionalissima chiusura verso il proprio popolo.
E mentre si gioca con le parole, il tempo passa. Il 1° settembre si chiude il mercato, e i rinforzi attesi dal tecnico Buscè ancora non si vedono. (fra.vel.)

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