Regionali Calabria, Falcomatà c’è. In tre per la “battaglia dello Stretto”
Il sindaco di Reggio si candida: dovrà sfidare pezzi da 90 come Cannizzaro e il “cavallo” su cui punta Scopelliti

«Io candidato alla Regione? Sono a disposizione del partito»: era il 5 novembre scorso e Giuseppe Falcomatà rispose al Corriere della Calabria con la più classica delle formule da Prima Repubblica in un’intervista-consuntivo sulla sua sindacatura decennale, il lascito del padre Italo («Mi direbbe: si può fare sempre di più e meglio»), le parentesi giudiziarie. E, appunto, la prospettiva di scadenze elettorali che allora – quasi 10 mesi fa – non erano ancora ipotizzabili così ravvicinate.
Oggi Falcomatà c’è, superate le settimane in cui il suo nome era tra quelli dei papabili candidati presidenti del centrosinistra, si prepara ad aggiornare il cursus honorum e a “salire di categoria”: troverà, in una sorta di sfida nella sfida, campioni di preferenze come Francesco Cannizzaro e Peppe Scopelliti con relativi seguiti e pacchetti di voti.
«Sono un uomo di partito» ha sempre ripetuto il sindaco della Città Metropolitana che da quell’ottobre 2014 – salvo qualche scossone legato al processo Miramare bis (assoluzione) e al recente coinvolgimento nell’operazione Ducale come indagato per voto di scambio – ha vissuto una innegabile stagione di cantieri e interventi pur nella schizofrenia di dover governare da un lato lo scempio di Arghillà e dall’altro il mirabolante waterfront dell’archistar Zaha Hadid che inizia a prendere forma, nella città bifronte dei lustrini del lungomare e dell’emergenza acqua, atavica come i disservizi nella raccolta dei rifiuti.
All’ombra del Ponte che non c’è, il feticcio di ormai troppe campagne elettorali, la battaglia dello Stretto si giocherà proprio sul decennio di Falcomatà, anche stavolta su un doppio registro: di qui le rivendicazioni di quanto è stato fatto, di là gli attacchi per i tanti punti critici.
C’è poi il Pd e il ruolo di Nicola Irto, sospeso in questo derby tra i due sindaci già emergenti – e oggi chiamati a crescere e affrancarsi – Falcomatà nel capoluogo e Giuseppe Ranuccio a Palmi, protagonista contro il leghista Giuseppe Mattiani di un’altra battaglia: quella della Piana. Spostandoci sulla costa opposta, altra partita avvincente sarà quella Siderno-Locri con la sindaca dem Fragomeni a insidiare il feudo dell’assessore regionale uscente ed ex primo cittadino Calabrese — ma questa è una rivalità che forse merita una storia ad hoc.
Torniamo sullo Stretto. Di certo la strada da Palazzo Alvaro a Palazzo Campanella è impervia e Falcomatà jr la percorrerà nel prossimo mese con un mantra: «Si può fare sempre di più, si può fare sempre meglio». E chissà cosa direbbe oggi papà Italo. (EFur)
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