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Di Cesare candidata in Calabria, Orsomarso: «Una vergogna». Ferro: «seria preoccupazione»

Il senatore e il sottosegretario di FdI ricordano le frasi pronunciate dalla filosofa sulla brigatista Balzerani

Pubblicato il: 31/08/2025 – 11:59
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Di Cesare candidata in Calabria, Orsomarso: «Una vergogna». Ferro: «seria preoccupazione»

ROMA «L’ultima trovata del M5S in Calabria è quella di candidare la professoressa Donatella Di Cesare, già nota alle cronache per le sue uscite pubbliche, tra cui quella in un’assemblea di studenti all’Università La Sapienza di Roma, in favore dell’operato delle Brigate Rosse. È una vergogna assoluta che il partito di Conte abbia optato per questa scelta». Lo afferma il senatore di Fratelli d’Italia Fausto Orsomarso. «Vale la pena di ricordare – aggiunge – che la Di Cesare, in occasione della scomparsa della brigatista Barbara Balzerani, affermò testualmente che “la tua rivoluzione è stata anche la mia, le vie diverse non cancellano le idee, con malinconia un addio alla compagna Luna”. Le Brigate Rosse hanno seminato morte, dolore e paura in tutta Italia. Hanno spezzato famiglie, lasciato orfani, distrutto vite. Qualsiasi tentativo di giustificare o esaltare quella stagione buia è un insulto non solo alla memoria delle vittime, ma a tutta la nostra storia. Per questo è inaccettabile che nella sinistra calabrese si pensi di poter dare spazio a chi, ancora oggi, esprime ammirazione verso i terroristi delle Br. Non è una questione di schieramenti politici, è una questione di dignità, di rispetto e di memoria».
Sulla candidatura di Di Cesare sono intervenuti anche la deputate di Fratelli d’Italia e coordinatore regionale in Calabria nonché sottosegretario dell’Interno Wanda Ferro e il vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera Alfredo Antoniozzi. «La candidatura della professoressa Donatella Di Cesare in Calabria da parte del Movimento 5 Stelle – afferma Ferro – suscita seria preoccupazione, alla luce di sue precedenti dichiarazioni pubbliche, eccessivamente indulgenti, quasi assolutorie, in occasione delle morte della brigatista, mai pentita, Barbara Balzerani. Ricordo le forti e vive proteste che si sollevarono in quei giorni, e che coinvolsero anche il mondo accademico. Ritengo che sia impensabile candidare chi ricorda con ‘malinconia’ quella che fu non una “rivoluzione”, come scrisse la stessa Di Cesare, ma una delle stagioni più drammatiche della storia repubblicana. Ne va del rispetto delle vittime del terrorismo e delle loro famiglie. Le istituzioni democratiche si fondano sulla memoria condivisa e sul rispetto delle vittime di quelle stagioni di odio e di violenza, oltre che sui valori della libertà e della democrazia in cui è evidente che le Br non si sono mai riconosciute. Ogni scelta politica dovrebbe riflettere tali valori con responsabilità e senso delle istituzioni, e non ammiccare agli estremismi per racimolare consenso».
Queste invece le parole di Antoniozzi: «La professoressa Donatella Di Cesare deve rinunciare a candidarsi in Calabria. E sarebbe cosa buona che glielo chiedesse Tridico. Le sue improvvide dichiarazioni su Barbara Balzerani che io prontamente censurai furono parole sciocche e offensive. Così com’è sciocca la risposta di Mimmo Lucano su fascismo e antifascismo. In Calabria si vota per le regionali e non abbiamo bisogno di personaggi stucchevoli, né di scontri ideologici sterili. Di Cesare rinunci o Tridico rinunci per lei. Confrontiamoci sui programmi. Da giovane ho vissuto la violenza politica, nera e rossa, e non credo sia opportuno celebrarla». (redazione@corrierecal.it)

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