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Tridico sulla candidatura di Di Cesare: «Stupito e sconcertato da chi attacca». Pietropaolo: «Chieda scusa»

Le parole del candidato governatore: «Fdi con Lega e Forza Italia hanno candidato presidente un indagato per corruzione». La replica del vicepresidente della Regione

Pubblicato il: 31/08/2025 – 14:29
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Tridico sulla candidatura di Di Cesare: «Stupito e sconcertato da chi attacca». Pietropaolo: «Chieda scusa»

CATANZARO «Sono stupito e sconcertato dagli attacchi di Fratelli d’Italia contro Donatella Di Cesare, filosofa, pacifista e femminista, presa di mira utilizzando un vecchio tweet stravolto per attribuirle tesi mai sostenute e parole mai pronunciate». Lo scrive in un post social Pasquale Tridico, candidato del centrosinistra alla presidenza della giunta della Calabria. «Che un partito di governo arrivi a mettere nel mirino una cittadina, la cui candidatura non è stata nemmeno ufficializzata, è un atto intimidatorio che mina la nostra democrazia. E dovrebbe preoccupare tutti – spiega – Donatella Di Cesare ha sempre preso le distanze da ogni forma di violenza, scegliendo invece, come tante donne della sua generazione, di abbracciare il femminismo. Vorrei ricordare a Fratelli d’Italia che, mentre si accanisce contro una donna libera che parla di pace, diritti e giustizia sociale, insieme a Lega e Forza Italia hanno candidato presidente un indagato per corruzione». «Questa è l’ipocrisia del centrodestra: montare un caso su un tweet, mentre chiedono ai cittadini di affidarsi a chi deve ancora chiarire la propria situazione giudiziaria. Noi continueremo a parlare di lavoro, sanità, giovani e futuro. Non di campagne d’odio», conclude.

«Bisogna arginare l’isolamento delle aree interne»

Ieri sera a Rogliano, nel Cosentino, Pasquale Tridico, aveva preso parte un incontro ristretto trasformatosi in una partecipata assemblea pubblica, alla presenza di tanti giovani e degli amministratori locali, tra cui il sindaco di Rogliano, Giovanni Altomare. «Quando la passione travalica e si trasforma in speranza. In una Calabria nuova, diversa, migliore», ha detto Tridico.
Al centro del dibattito, il programma elettorale, i grandi temi come la sanità pubblica, il diritto alla mobilità, il sostegno alle imprese, lo sviluppo delle aree interne, che Tridico ha definito «centrali».
«Il Savuto in questi anni – ha spiegato il candidato presidente del campo largo – in questi anni ha subito un progressivo declino. Lo smantellamento dell’ospedale pubblico ha poi privato i cittadini di un punto di riferimento fondamentale nel diritto alle cure e alla salute».
«L’area industriale di Piano Lago – ha evidenziato ancora – è in attesa da anni di ospitare attività produttive, mentre l’intera area del Savuto, e più in generale le realtà montane e pedemontane, sono state erose da un progressivo e preoccupante spopolamento, soprattutto nel campo delle energie intellettuali, costrette a cercare fortuna e affermazione al nord Italia e in Europa».
«Tutti insieme – ha detto ancora Pasquale Tridico – dobbiamo rompere l’isolamento sociale e materiale del territorio, lavorando ad un sistema di mobilità che lo metta in relazione con le due città capoluogo e con le due università di Cosenza e Catanzaro».
L’ex presidente Inps ha snocciolato dati allarmanti, sintomatici della gestione della cosa pubblica. «Negli ultimi dieci anni, secondo lo Svimez, l’associazione per lo sviluppo dell’industria nel mezzogiorno, 130mila calabresi laureati sono emigrati per un lavoro soddisfacente. Molti, invece, sono rimasti e vivono di povertà. Un calabrese su due oggi è povero – ha chiosato provocatoriamente Pasquale Tridico –: vogliamo finalmente interrogarci su questi temi ed individuare delle soluzioni?».

Pietropaolo: «Chieda scusa»

«Pasquale Tridico in preda ad una crisi di nervi si arrampica sugli specchi per tentare di giustificare le sue gaffe a ripetizione. Dopo aver fatto firmare un manifesto a suo sostegno da un docente universitario deceduto lo scorso febbraio, oggi l’ex presidente dell’Inps tenta goffamente di annacquare le tesi insolenti della professoressa Donatella Di Cesare, che nei talk show televisivi manifesta posizioni filoputiniane e che ha esaltato brigatisti e assassini». Così Filippo Pietropaolo, vice presidente della Regione Calabria, che aggiunge: «Tridico, per difendere la Di Cesare, dice che FdI la starebbe attaccando per “un vecchio tweet stravolto per attribuirle tesi mai sostenute e parole mai pronunciate”. Rileggiamo il tweet della professoressa dedicato, con tanto di fotografia, alla brigatista Barbara Balzerani, morta il 4 marzo 2024: “La tua rivoluzione – scriveva la Di Cesare – è stata anche la mia, le vie diverse non cancellano le idee, con malinconia un addio alla compagna Luna”».

«Cosa ci sarebbe di stravolto caro Tridico? In cosa consisterebbe la strumentalizzazione? Le parole della Di Cesare – aggiunge Pietropaolo – sono chiare, indecenti e pesanti come un macigno. Vengono esaltate le idee e la rivoluzione di una terrorista delle brigate rosse, coinvolta in azioni armate, rapine e sequestri, condannata per omicidi a diversi ergastoli, parte del gruppo dirigente delle Br durante il rapimento Moro. Quell’uscita sollevò nel Paese una giusta ondata di indignazione. Tutte le testate giornalistiche – dal Corriere a Repubblica, da La Stampa a La7 – parlarono giustamente di tweet choc. E arrivarono condanne unanimi. Francesco Verducci del Pd – partito oggi alleato dell’ex presidente Inps – si definì “impietrito di fronte al giudizio politico sul fenomeno delle Br”. Ecco, oggi Tridico dovrebbe solo fare silenzio, chiedere scusa alle famiglie delle vittime delle brigate rosse ed arrossire per la vergogna».
(redazione@corrierecal.it)

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